Ecco a voi un film assolutamente straordinario, Bubba Ho-Tep, uscito nell’ormai lontano 2002 in USA è finalmente uscito, direttamente in DVD, in Italia il 23 giugno 2010 grazie alla coraggiosa Dall’Angelo Pictures!. Ho detto straordinario? Beh, è ancora poco, visto che ulteriori aggettivi quali ironico, spassoso, malinconico, amaro, poetico, grottesco, sincero, sono totalmente necessari!!

Parliamo del protagonista, Elvis Presley, sì proprio lui, non un mero sosia o qualche pazzo che è convinto d’esserlo, ma il re del rock in persona, con una nuova identità, vecchio, dal pene mezzo incancrenito da un tumore e chiuso in una casa di riposo a finire i suoi giorni.

Il mito vivente Bruce Campbell lo interpreta in modo perfetto e, quando rimembra con voce dolente la fama di una vita passata e la scelta che lo ha portato a non voler più essere Elvis, oppure quando riflette sui rimpianti per gli affetti perduti, riesce a farti sentire un brivido lungo la schiena talmente è convincente (nonostante l’ironia, che di solito serve ad alleviare la tensione, sia sempre dietro l’angolo).

Un film che riesce ad offrire una mirabile riflessione sulla vecchiaia, l’età dove il corpo si degrada ed è impossibile da controllare, dove la memoria è sia fardello che sostegno, a volte unico suono che riempie il vuoto di familiari assenti e indifferenti (in questo senso è emblematica una scena, che non vi voglio anticipare, tra Elvis e una bionda, figlia del suo compagno di camera appena deceduto). Bene, interessante, ma che c’entra con l’horror diranno gli scettici? Ecco che ad un certo punto l’elemento sovrannaturale si insinua con inusitata grazia: un demone, una mummia egiziana (anche in questo caso non vi voglio rivelare perché sia finita lì) succhia-anime decide che l’ospizio divenga il suo banchetto, in fondo le prede sono facili, e per chi muore (o meglio, viene ucciso, ma ovviamente tutti li scambiano per decessi naturali), c’è subito un altro vecchio che prende il suo posto.

Se fossi uno sagace direi che la mummia rappresenta i demoni interiori del passato di Elvis, tutto ciò che nei giorni di successo gli aveva letteralmente succhiato l’anima, e che l’occasione per eliminarla rappresenti la possibilità di raggiungere la dimensione umana sempre ambita, un’opportunità per dimostrare realmente coraggio, ma nella vita reale, non come in certi suoi film dove era costantemente (l’ipocrita) eroe…Ma sono un buzzicone al quale piace pensare semplice, e dirò che la mummia è soltanto una mummia. Per opporsi a questa minaccia Elvis non sarà solo, farà coppia con un anziano di colore che crede di essere J.F. Kennedy (ma potrebbe realmente esserlo, chi lo sa…). I loro scambi di battute, così come l’intesa tra i due attori, sono memorabili. Elaboreranno un piano e finalmente, Elvis col proprio deambulatore e J.F.K. con la propria carrozzina e vestiti d’abito d’occorrenza, andranno incontro, con un incedere splendidamente, pateticamente epico, al proprio destino!

Il finale, mio Dio, è meraviglioso, di un grottesco lirismo da togliere il fiato, capace di farti venire addirittura gli occhi lucidi.

Un’opera, questa di Coscarelli, fuori dagli schemi, originale e preziosa, fatta con pochi soldi ma spesi benissimo, a dimostrazione che alla base di un ottimo film ci sono le idee, non certo i milioni. Registi italiani, se mai in preda al delirio decideste di ridarvi al genere, prendete esempio dalla lezione di Coscarelli!

httpv://www.youtube.com/watch?v=X7Qo74_L3vo