Jason Voorhees (Kane Hodder) è un pluriomicida impossibile da uccidere, dopo svariati tentativi dalla sua cattura, viene condotto nei laboratori di ricerca di Crystal Lake in attesa di essere ibernato in una camera criogenica. Il Dr.Wimmer (David Cronenberg) nonostante gli avvertimenti del capo progetto Rowan (Lexa Doig), decide di prelevare Jason, convinto che la ricerca sulle cellule staminali possa progredire rapidamente una volta studiata la sua capacità di auto-rigenerarsi. Purtroppo al momento del prelievo Jason si libera e dopo aver ucciso il dottore e le guardie, insegue Rowan che riesce a rinchiuderlo nella camera criogenica. Quando tutto sembra andare per il meglio Jason fora la camera con il suo machete trafiggendo anche Rowan, di seguito la violazione del processo di ibernazione porta alla chiusura d’emergenza, intrappolando così la ragazza ed ibernandola a sua volta. 455 anni dopo un biologo spaziale con i suoi studenti, in uno dei tanti viaggi a scopo educativo atterrano sulla terra, un luogo ormai privo di vita e rinvenuti i due soggetti decidono di portarli a bordo dell’astronave da trasporto che li ospita. Il professor Lowe (Jonathan Potts), in realtà ha dei fini tutt’altro che didattici e dopo aver appreso la verità su Jason Voorhees è convinto di trarre ingenti profitti dalla sua vendita. Certi che Jason sia del tutto morto, la squadra di Lowe, riesce con la tecnologia delle nano-macchine a risvegliare e curare Rowan, la quale dopo aver appreso che Jason è stato portato a bordo, avverte subito gli altri del pericolo. Infatti Voorhees una volta risvegliato, se pur totalmente estraneo all’ambiente in cui si trova, comincia a mietere vittime, tra gli studenti, la squadra militare e gli addetti della nave.

Atipico è il termine che solerte balza nella visione di questo film e così forse gli intenti del produttore esecutivo Sean Cunningham (che concepì il film originale) vengono in parte ripagati, anche se atipico e stupefacente non collimano perfettamente come sinonimi. James Isaac invece regista (La casa 7, Skinwalkers) voleva un film divertente, innovativo, pieno di citazioni e gore, i cui sforzi sono stati anch’essi in parte ripagati. Tuttavia non si possono tirare le somme frettolosamente, anche se chi ama Jason Voorhees sarà indubbiamente affascinato dalle idee, gli stratagemmi, anche originali con i quali vita imperat, ad un personaggio che di per se non muore mai.

E’ bene non supporre troppo, ne dedurre in merito la questione delle date, il perché è di seguito spiegato: Per gran parte del film viene scandita più volte la data 2455 e lo stesso professor Lowe (Jonathan Potts) parla di Rowan eccitato dal fatto che un esemplare di 455 anni possa camminare e parlare, la domanda da porsi è 455 anni da quando, dalla data di ibernazione? Oppure parliamo di 455 anni compresa l’età del soggetto? Poi Rowan dice che la prima volta che tentarono di uccidere Jason fu nel 2008, anche così se togliamo i 455 anni alla data odierna abbiamo 2000, cioè Jason è stato ibernato otto anni prima che tentassero di ucciderlo?

Nella fase del ritrovamento ci viene spiegato che l’unità criostatica è un manufatto del 2010, indi combacia con la versione di Rowan ma non con questi fatidici 455 anni, siamo nel 2465? Perché altrimenti non è possibile che l’ibernazione sia avvenuta dieci anni prima che fosse costruita la macchina criostatica. Del resto la questione temporale non è sempre la portante, rammentiamo le palesi incongruenze nel “mission time” di Aliens, strizzando l’occhiolino agli appassionati.

Una serie di titoli sguscia tra le membra di Jason se vogliamo ricorda “Alien la clonazione”, in effetti è forzatamente facile notare qualche lieve similitudine con questa saga, anche per la solita questione del profitto sopra la vita dell’equipaggio, non è un debito certo ed è banale a volte vedere qualcosa là dove non c’è e affiorano debolezze, che possono passare inosservate ben poche volte riguardo la computer grafica. Indubbio l’impegno per rinnovare un personaggio che dal 1980 è caro allo slasher, sopratutto facente parte di una saga famosa e che spesso ha deluso gli amanti dell’Horror, notevoli i punti di contatto di questa trama avvincente sulla carta (meno sul video) con i vecchi episodi, uno su tutti il finale ed una divertente scena olografica con le campeggiatrici, divertenti e interessanti anche altre trovate, purtroppo supportate sempre da una grafica digitale zoppicante.

Va detto che il film ha fatto un buon uso dei 13,1 milioni di dollari a fronte di un budget di 13,5 (fonte: wikipedia), al che ci si chiede se i 400.000 rimasti non li si poteva impiegare per una CG meno altalenante nel presentare le nano-macchine, ma sopratutto le navicelle spaziali che oltre ad essere davvero brutte, (sembra di assistere all’atterraggio di una lampada da tavolo o di un’antenna tv) le troviamo in un piano sequenza teatrale che poteva sussistere solo se sovrastato dalle tenebre, per il resto è come guardare episodi meno riusciti di Star Trek.

Lasciando all’immaginazione il come Jason è stato catturato, ritroviamo con piacere David Cronenberg in un cammeo e da suo desiderio extra-pellicola appare esclusivamente per essere ucciso da Jason.

Il motore del film è il dinosauro Jason che riprende il suo vecchio hobby e massacra senza problemi i membri dell’equipaggio, non importa se si trova nel futuro, gli basta il machete, come il ridicolo Lowe ci conferma con :” Ragazzi, voleva solo il suo machete!” Ridicolo perché è irritante la spiegazione spicciola sul perché la terra è morta, con “l’oceano, il suolo non reggevano più la vita”, non si può chiamare la fantascienza e disimpegnarla in due parole solo perché tanto quel che conta è squartare. Eppure tolto il contestabile come ologrammi davvero troppo malleabili anche per il futuro e piccolezze curiose come “Ha subito nano-tecnica fase uno della ricostruzione cellulare” di Kay-Em 14 (Lisa Ryder) nel ritrovamento di Rowan, quando le nano-macchine sono tecnologia di 455 anni dopo, è facile trovare il tutto a tratti noioso.

Non stiamo parlando ovviamente dell’orrendo “Halloween – 20 anni dopo”, come già accennato l’obbiettivo di portare innovazione, umorismo visivo (non molto nel dialogo) ha avuto i suoi frutti, ma sopratutto la mancanza di tensione si nota verso la parte centrale, da principio ci si assesta sul nuovo, sulla curiosità di capire come Woorhees si comporterà, sul finale assistiamo all’epilogo molto riuscito, nella parte centrale in cui Jason fa una carneficina, manca prima di tutto il metal dei Drowning Pool che invece è presente nel trailer ed ecco la nota dolente, la musica, forse è questa che non rende giustizia, non stride là dover Jason graffia, non urla là dove Jason affonda e non piange là dove Jason si compiace. In fondo sappiamo bene che se togliamo l’audio ad un qualunque horror, lo deturpiamo della suo carattere, la mancanza di brani da mattanza è il Jason che uccide se stesso.

Spero che nell’affermare l’unione tra fantascienza ed horror, non ci si sia presi troppo sul serio, perché a parte il non essere una novità, è importante che la fantascienza sia di secondo piano ad un horror rinvigorito, non la nuova veste dello stesso horror, anche se in fondo Jason sarà stanco di squartare sempre gli stessi teenager. E’ un buon film, ma la prima impressione è quella giusta e poiché ne il nuovo, ne il vecchio vengono adoperati a dovere, dovremmo tapparci le orecchie in mezzo ad una grande sparatoria muta, mentre il nuovo look di Jason e i suoi occhi dicono quello che le note accarezzano appena, le sue vittime anche se non offrono recitazioni eccelse, muoiono con meno enfasi di quanto ci si aspetta da un gore.

Battuta da ricordare: Crutch (Phillip Williams): “Per tua fortuna non eri ancora nato quando ci fu il conflitto alla Microsoft, dannazione ce ne siamo date di santa ragione”

Scena da ricordare: Jason contro le campeggiatrici olografiche.

Consigliato a: Amanti e collezionisti sfegatati di Venerdì 13

 httpv://www.youtube.com/watch?v=9Sv8eWDEFsM