In attesa di vedere su Disney+ cosa comporterà il peso dell’eredità dello scudo di Capitan America per Falcon su Netflix è da poco disponibile Outside The Wire con, per l’appunto, protagonista Anthony Mackie nel ruolo di un capitano dell’esercito dalla natura un po’ “particolare”…si tratta infatti di un livello avanzatissimo di androide impegnato quindi in missioni ai limiti delle capacità umane, il tutto ambientato in un futuro abbastanza prossimo (gli anni ’30 del 2000) ma non eccessivamente fantascientifico (fatta eccezione per il protagonista e qualche robot).
Che dire, senza lode e senza infamia il film si lascia guardare e può essere un’ottima soluzione per affrontare l’eventualità, non troppo remota di questi tempi, di una noiosa serata infrasettimanale.
Qualche anno fa le missioni suicida erano affidate alle “sporche dozzine”, oggi mettiamo insieme Steven Segal, Rambo e Terminator e viene fuori il controverso Capitano Leo di Anthony Mackie che decide di dare una chance al giovane ufficiale pilota di droni Harp “punito” per aver disobbedito ad un ordine diretto causando la morte di due soldati, non importa se tale iniziativa abbia contestualmente fatto si che si potessero salvare 38 soldati.
Non mancano le sparatorie, non mancano i colpi di scena, non manca anche un pizzico di spionaggio e qualche cattivo dalle idee apocalittiche il che ci lascia intuire che ci troviamo in un contesto non propriamente originalissimo ma come detto pur senza una vera e propria lode il film scorre tutto sommato bene per quasi la sua totale interezza mostrando qualche stento solo nel finale in cui il pathos è forse compromesso da un risvolto un po’ “tirato” e da un protagonista che non è, non ancora almeno, ne Steven Segal, ne Sylvester Stallone.
Comunque guardabile, ci può stare, coi tempi che corrono.