Correvano i primi anni del duemila. La Wizard of the Coast aveva raccolto l’eredità della TSR e lanciato la terza versione di Dungeon & Dragons.

Sorvolerò qui su quanto questa versione abbia segnato l’EBM(Era Dei Bimbi Minkia) del gioco di ruolo, perché l’argomento è un’altro.

Fatto sta che, per giocare a questa enorme pupazzata, la casa fu ovviamente costretta a creare i pupazzetti. Prese vita così la linea D&D miniatures.

Passò un po’ di tempo e, visto il successo degli omini, la WoTC pensò di estendere la cosa anche ad un marchio fantascientifico di cui aveva recentemente acquisito i diritti: Star Wars.

Nacquero così le SW miniatures. La «scusa» per vendere questi fantastici soldatini fu un gioco da tavolo di schermaglie che, ovviamente, non si filava nessuno; se non per i poster aka scacchiera compresi nelle confezioni che, ad onor del vero, erano veramente fatti bene.

Si trattava di stampe di buona qualità dei «terreni di gioco» tipici dei pianeti della saga di Lukas con le relative planimetrie delle costruzioni ed astronavi.

Le miniature erano scolpite discretamente ma venivano stampate in un materiale gommoso che, se da un lato era virtualmente indistruttibile, presentava anche il difetto di deformarsi facilmente, soprattutto sulle parti sottili. La colorazione era ad un livello elementare ma, nella maggioranza dei casi, faceva il suo «sporco lavoro». I personaggi jedi avevano la spada in materiale trasparente.

Sotto la basetta da 2,5 cm si trovavano le informazioni sul modello: serie, numero, razza e classe (lavoro). In più, nel caso di personaggi famosi, il nome. Caratteristiche che, unite ad una breve descrizione, venivano riportate anche su una carta inclusa nella confezione (una per ogni figurino). Alcuni personaggi alieni o robotici avevano dimensioni maggiori anche se non sempre le proporzioni eran rispettate.

Venivano vendute in confezioni da sette assolutamente randomiche ed, in più, i modelli avevano anche tirature diverse (comuni, non comuni, rare, rarissime) che rendevano indispensabile lo scambio.

Anche in Italia sorsero gruppi dedicati allo scopo virtuali o meno.

Il «fascino proibito» di questi soldatini era il fatto che le varie serie abbracciavano tutto l’universo espanso di Star Wars, citandone letteralmente i protagonisti. Questo rendeva la collezione estremamente varia ed appagante per i fan.

Purtroppo la produzione cessò nel 2010, ad oggi esistono giochi su Star Wars con miniature molto più dettagliate (benché monocromatiche) ma nessuno riesce tutt’ora a gareggiare per mole e completezza con le vecchie SWM.

Vi interessa, per caso, anche un parere generale sulla saga?