Eccomi a parlare della seconda “serie” de: “I Micronauti“.

Tanto per capirci al volo, qui parleremo dei mitici tarocchi di Jeeg Robot che allietarono la nostra infanzia.
I primi due personaggi che arrivarono nei negozi dello stivale furono Force Commander e Baron Karza.

micronauti

La Gig, che li importava, li inserì semplicemente nell’originale serie dei Microman che già aveva portato nei negozi col nome di Micronauti.

Il successo delle nuove action figures fu però molto maggiore. I due robot erano dei cloni del famoso Jeeg di Go Nagai e ne conservavano l’aspetto nel busto e negli arti. Le teste invece erano diverse: Force Commander aveva una sorta di elmetto vagamente simile a quello degli Stormtrooper di Star Wars ma dotato di due vistosi tubi collegati al respiratore; Baron Karza, invece ricordava Mazinga ed aveva una corona chiodata.
La loro particolarità era quella di essere dotati di un magnete nel torso che consentiva agli arti ed alla testa (dotati di sfere metalliche) di essere sganciati, combinati e riposizionati.

Entrambi i modelli erano monocromatici con particolari arancioni. Force Commander era bianco mentre Baron Karza sfoggiava una livrea nera.

Nella confezione, oltre al modello, erano presenti due “missili perforanti” (sullo stile di Jeeg), due perni magnetici che consentivano di fissarli al posto delle braccia ed un supporto per agganciarli sulla schiena dei robot. Completavano la dotazione dei proiettili con la punta gommata che venivano sparati da un meccanismo a molla nel torso.

A parte si potevano comprare le cavalcature robotiche, Oberon per Force Commander ed Andromeda per il barone. Differivano tra loro solo per i colori (bianco il primo e nero il secondo). Erano assemblabili ad incastro, le zampe potevano esser sostituite da ruote ed erano dotati di due lanciamissili con perni magnetici. La testa dei destrieri poteva essere rimossa e sostituita col busto dei robot per dare origine ad un centauro cibernetico.

Il successo di queste action figures fu tale che la Gig prese accordi con la Takara per produrne quattro ulteriori, solo per il mercato italiano. Nacquero così King Atlas e Red Baron con le rispettive cavalcature Launtarion e Pegasus. Erano identici ed avevano entrambi la stessa testa (di ispirazione robotico nipponica) salvo il colore, verde per il primo e rosso per il secondo.

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Stesso discorso per gli stalloni dalla testa vagamente insettoide. Uscirono poi altri due modelli il primo seguiva la stessa linea “jeegrobotica” ma era lievemente più “ricco”. Emperor aveva infatti delle parti fluorescenti, una spada ed un mantello di gomma. Anche lui era dotato di un fido destriero chiamato Megas.

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Il secondo invece era l’action figures di Death Cross (un live action giapponese) ma, essendo dotato di sfere magnetiche, la Gig lo ribattezzò Red Falcon e lo inserì nella linea Micronauti. Aveva le proporzioni leggermente più piccole degli altri modelli e questo causava problemi se si decideva di combinarli assieme, Red era però dotato di parti trasparenti ed era multicolore. Aveva delle ali magnetiche e delle parti aggiuntive che gli consentivano di trasformarsi in una sorta di falco robotico.

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La linea ebbe un enorme successo e venne rilanciata più e più volte (con cambi di nome e colori).

Altri tempi in cui un importatore italiano poteva ordinare prodotti esclusivi dalle maggiori ditte nipponiche. Sembra fantascienza, vero?