Ci sono film che trovano grandi difficoltà per venire alla luce. Alcuni di questi alla fine riescono a superare le vicissitudini e diventano ottimi prodotti. Altri, invece, rimangono mediocri. Plan 9 from Outer Space esula da entrambi questi casi. Le storture, i difetti e le incoerenze hanno fatto in modo che il film entrasse nella leggenda, in un Olimpo riservato ai migliori brutti film di sempre. Plan 9 del 1959 è il film (?) più famoso del regista (?) Ed Wood. Si proprio lui, “il regista peggiore di tutti i tempi” a cui Tim Burton dedicò una tra le sue migliori (che paradosso..) opere.
La trama (?) è introdotta da un’inutile prosopopea di John Breckinridge che si rivolge direttamente allo spettatore segnalando la veridicità della storia in stile “Alfred Hitchcock presenta”. Assistiamo subito all’apparizione di misteriosi UFO fatti con la carta stagnola che disorientano due piloti (definirli impacciati è un complimento).Poi si continua con l’onnipresente voce fuoricampo (quanto mai invadente) che descrive le azioni dei protagonisti. L’effetto finale è assolutamente comico perché gli attori sembrano seguire (e quindi sentire) la voce del narratore.Il povero Bela Lugosi risulta sin dalla prima inquadratura totalmente disorientato, sentimento trasmesso empaticamente al cameraman. La telecamera è quasi sempre traballante e molto spesso in ritardo rispetto all’azione dei protagonisti, tanto che in alcune scene gli attori agiscono al di fuori dell’inquadratura.Pian piano la storia si dipana e apprendiamo che la moglie di Bela Lugosi è morta e lui la raggiunge dopo poco. Vengono celebrati i due funerali. Gli UFO di carta stagnola, però, resuscitano entrambi i cadaveri con degli elettrodi. Una coppia viene uccisa dopo aver visto la moglie di Lugosi (Vampira) resuscitata.
Ad indagare sulla misteriosa morte arriva uno scanzonato gruppo di ciarlat…ehm, poliziotti guidati da uno straordinario Tor Johnson. Il grande (solo fisicamente) ispettore troverà la morte poco dopo per mano dei due ghoul. Appena terminato il suo funerale, però, anch’egli viene resuscitato.Intanto scopriamo che uno dei due piloti, quello con la faccia e l’espressione di Alberto Sordi in un Americano a Roma, non ha un grande fiuto per gli affari, infatti, è riuscito a comprare una casa praticamente all’interno del cimitero. Anche lui sarà coinvolto nelle indagini non appena la sua adorabile mogliettina riceverà una visita di uno zombie, suo vicino di casa (o cripta che dir si voglia). Notiamo a questo punto la genialità della donna che per scappare dalle grinfie del morto vivente si dirige all’interno del cimitero stesso. Finalmente scopriamo la motivazione che spinge gli alieni: sono preoccupati per l’idiozia dell’umana stirpe, in quanto vicini all’invenzione di una bomba che potrebbe compromettere l’esistenza dell’intero sistema interplanetario (!). Per questo hanno prima deciso di avvertire il governo degli Stati Uniti, e successivamente, non essendo stati ascoltati, di resuscitare i morti non si sa bene per quale scopo ultimo. Le perplessità sul piano 9 sono confermate anche da Sua Eccellenza, il capo degli alieni, che guarda stranito il soldato comandante delle operazioni e sembra non sapere nulla dell’intero piano.
Il climax ascendente arriva al suo culmine con la sospirata conclusione: un inutile confronto alieno – umano (cafone e ignorante) prima a suon di insulti (“stupidi, stupidi, stupidi!”) corredato da un pistolotto sull’arroganza umana. Poi si passa ad uno scontro fisico (il combattimento è per veri palati fini amanti del trash puro) fino allo scontato finale.
Plan 9 ha l’indubbio merito di essere uno dei primi film ad unire vari generi come la fantascienza e l’horror classico. Ma i pregi si fermano qui. Sin dai titoli di testa capiamo che si tratta di un low budget e che nessuno fa alcunché per nasconderlo. E’ spontaneo chiedersi se fornire un copione ai poveri attori fosse un’idea così assurda. Ogni volta sembrano alla mercé della voce fuori campo. Non appena iniziano un dialogo questo risulta troppo costruito o farcito da battute totalmente fuori luogo e da ovvietà (“il tenente è morto e qualcuno ne è responsabile”). Pura poesia trash. Inutili e anzi fonti di pura ilarità risultano le immagini di repertorio (bombardamenti, caccia, ..) che non si integrano per nulla con le altre sequenze. Così come i poveri UFO in stagnola che sono un pugno diretto ad ogni legge sulla prospettiva di qualunque sistema planetario.
Come se non bastasse il trash estremo ci è fornito anche dalle numerose goffaggini degli attori, evidenti non appena compiono più di tre passi sul set (il poliziotto che non riesce ad aprire la portiera e poi inciampa in un asse del finto cimitero, l’hostess che è intralciata nei movimenti dalle tende). Però sarebbe ingiusto annoverarli tra i difetti in quanto sono una boccata di aria fresca nel grigiore (non mi riferisco solo alla finta nebbia) del resto dell’opera. Così come la totale indifferenza dei protagonisti quando rischiano di essere uccisi da un ghoul.
Troppo facile sarebbe farvi notare come Bela Lugosi appaia solo in 3-4 scene del film e per il resto sia sostituito da Tom Mason (quello nascosto dal mantello o sempre di spalle), il chiropratico della moglie del regista, che è totalmente diverso dall’attore ungherese. Ma non voglio speculare sulla morte dell’attore che purtroppo ha contrassegnato la produzione del film.
Ciliegina sulla torta (?): il sonoro. Non mi aspettavo certo una colonna sonora spettacolare ma almeno evitare il fastidioso ronzio simile al rumore del telefono occupato che accompagna l’entrata in scena degli alieni o dei morti viventi non sembrava fuori dalla portata di mister Wood.
In una parola: imperdibile.
Consigliato a: chiunque abbia visto il film di Tim Burton e voglia verificare con i suoi occhi ciò che viene raccontato. Ogni amante del trash che si rispetti, chiunque non sappia che fare per 88 minuti e chi ha comprato una casa vicino ad un cimitero.
Le frasi da ricordare: “Cos’é questo odore?” (i protagonisti sono all’interno del cimitero di notte).
Moglie del pilota: “Non ti ho mai visto di questo umore”,
Risposta: “Forse perché non sono mai stato di quest’umore”.
httpv://www.youtube.com/watch?v=u2ukRYsYPmo