Adattare un videogioco per il cinema è sempre un rischio, anche se negli ultimi tempi le cose stanno andando meglio, come dimostrano i casi di Mario Bros e The Last of Us. Sony, che già aveva adattato Uncharted con alterne fortune (pubblico e critica sono divisi stando a Rotten Tomatoes), si lancia nell’adattamento di un gioco che probabilmente nessuno di noi avrebbe mai pensato di vedere sul grande schermo: Gran Turismo.

Titolo simbolo del mondo Playstation (che ho giocato nella sua prima versione ai tempi) si è con gli anni trasformato da simulazione di guida senza pari a vero e proprio E-sports, con milioni di videogiocatori che vivono le gare virtuali come fossero reali. E da qui nasce l’idea del film che infatti non è un vero e proprio Tie-In, come si dice in gergo, quanto un Biopic (il pilota della storia è veramente esistito) con degli sprazzi di gaming. Mi spiego meglio Anni fa Gran Turismo ha lanciato un contest per portare i gamers a diventare piloti veri, su vere macchine. Per quanto folle ai tempi (era il 2015) oggi la questione è abbastanza ridimensionata. Se seguite sui social i piloti di F1 (vedi Leclerc) quasi tutti si ammazzano di videogiochi (di corse) e utilizzano la simulazione come un vero e proprio training virtuale per le loro performance reali.

E qui c’è il primo scricchiolio. Un film con una trama del genere, un pilota dei videogiochi che si trasforma in pilota vero (ricorda un po’ The Last Starfighter, con le dovute differenze), sarebbe anche interessante, se non fosse che Sony fa il compitino per quanto riguarda la trama (la versione 0.9 di un qualsiasi film del genere underdog) riempiendo la pellicola di riferimenti al videogioco che, per quanto possano divertire gli appassionati, si riducono a delle grafiche su schermo e una montagna di marchi mostrati in ogni dove.

Il placement è pesante e continuativo ma senza alcuna “idea” per renderlo più organico nella storia. I personaggi si muovono come marionette con i loro conflitti basici e facilmente prevedibili, al punto che è possibile immaginare la scena successiva senza sapere nulla della storia originale. Questo non è mai un problema grave, altrimenti i rewatch sarebbero una rottura di scatole, ma manca proprio l’immedesimazione, i personaggi collaterali sono così leggeri da risultare noiosi, mentre il protagonista passa da una fase all’altra della sua avventura non mostrando alcun elemento di crescita. Gli antagonisti sono delle facce che passano per pochi secondi, per poi sparire, i cattivi, i piloti con cui si batte sono due, ma non sappiamo neanche bene perché sono loro e non gli altri 20 che gareggiano sulla stessa pista.

L’unico momento interessante del film è quello in cui il nostro protagonista spiega come le traiettorie degli altri piloti siano tutte uguali, e che lui ne conosce altre, sperimentate nelle migliaia di ore passate sul simulatore. E’ il tema più interessante e quello che forse la pellicola doveva seguire con più attenzione. Invece Sony ha preferito le traiettorie più semplici, trasformando il film in un driving-movie scritto con il pilota automatico.

Lascio il beneficio del dubbio che avendo oggi 12 anni, ed essendo un patito del videogioco in questione, avrei potuto in qualche modo appassionarmi all’idea di poter diventare un campione di GT. Per un adulto fatto e formato, patentato da quasi 15 anni, che non ama alla follia i driving game, mi dispiace ma Gran Turismo è un grandissimo buco nell’acqua, non tanto nella realizzazione (Neill Bloomkamp ce la mette tutta) con scene mozzafiato a quanto pare tutte reali, ma nella poca focalizzazione del prodotto che risulta uno strano ibrido a metà strada tra un biopic (di una storia molto recente e poco sedimentata) e un tie-in in piena regola (con tanto di cameo del creatore della serie). Insomma Sony, impara da Barbie e compagnia bella (di cui peraltro aveva i diritti prima di cederli a Warner): si può trasformare un prodotto in un film, basta farlo nel modo giusto.

Ps. Il doppiaggio in italiano rende tutto ancora più piatto, con voci troppo simili ( i tre personaggi maschili sono tutti uguali).

PPS. mi è venuta voglia di rivedere Giorni di Tuono.