Le serie cinematografiche sono diventate le nuove chimere inseguite dalle case di produzione. Posso farne 10? Posso fare una serie tv? Quanti spin off pensi si possano fare da questo soggetto? Da questo punto di vista John Wick è stato l’esempio più lampante. Nuovo IP, declinazione in ogni dove e Box Office sempre solido. L’intuizione di Stallone con The Expandables era buona (e precedente all’eroe interpretato da Keanu Reeves): una sorta di Greatest Hits degli action movies in un unico contenitore. Gli incassi hanno premiato il suo coraggio: 100 milioni per il primo capitolo, 85 per il secondo e il crollo nel terzo a circa 35 milioni. I numeri di solito non mentono e sono spesso lo specchio di quello che è l’interesse per un certo tipo di franchise. Ci sta passando anche la più fortunata Marvel che sta aggiustando il tiro cercando di evitare che la nave affondi. Eppure Stallone non ha ascoltato la statistica, perché è uno di cuore e crede nella sua famiglia, sia di attori e compagni di viaggio che di pubblico affezionato. Il risultato? Preparate ad abbassare le vostre aspettative perché I Mercenari 4 è forse il più “sacrificabile” della serie.
Abbiamo parlato di soldi e per curiosità mi sono andato a riguardare i budget degli altri capitoli. Non l’ho fatto perché sono un malato di soldi e statistiche quanto più per quantificare quello che avevo visto su schermo: con 100 milioni è possibile vedere VFX al di sotto della qualità minima accettabile per un blockbuster (Kung Fury, fatto in casa è meglio) senza contare la miriade di Green Screen (palesi) alle volte del tutto fuori luogo (fate caso all’inizio Stallone che guarda nello spioncino, era necessario? E soprattutto perché si capisce che è finto?). Forse i soldi sono finiti tutti nel cast? Non sembra viste le nuove guest davvero poco entusiasmanti (50 Cent e la rediviva Megan Fox).
La storia (super basic, inutilmente complicata, e piena di spiegoni) non aiuta come anche l’anzianità dei protagonisti che sì, giocano con la loro vecchiaia in forma autoironica, non riuscendo però a nascondere i limiti che questa impone alla loro interpretazione. Senza spoiler, Stallone forse è conscio delle sue possibilità e si appoggia molto di più ai suoi compagni (Statham è praticamente il protagonista) limitando le scene più complesse a chi ha il fisico per farle. Tra questi il cattivo di turno interpretato da Iko Uwais (The Raid) che ci delizia con le sue doti acrobatiche senza però lasciare il segno e Statham che si prende sulle spalle quasi tutto il lavoro sporco (cavandosela molto bene, tanto da chiedersi: perché non fare direttamente un spin off su di lui?).
Malgrado il ritmo alto il film risulta noioso, con poco respiro (praticamente ci sono due location) e non in grado di catturare l’attenzione dello spettatore intento a chiedersi chi è il responsabile degli effetti visivi a tratti al limite del ridicolo. Il livello è così basso che a un certo punto provi a fare delle ipotesi: ma qual è il fine di questo film? Essere un blockbuster in piena regola, che mescola star del passato action in salsa auto-ironica? O Stallone è voluto andare oltre, fare tutto il giro e creare un film trash/pop, uno di quelle pellicole così brutte da diventare cult proprio per la loro esplicita bruttezza? A voi l’ardua sentenza.