Già dal trailer di FIDANZATA IN AFFITTO mi ero chiesto perché un’attrice premio oscar avesse bisogno di un film del genere. E’ vero che, come spesso accade ad Hollywood, si cerca di portare su schermo non solo una storia, ma anche quello che l’attrice o l’attore rappresentano nell’immaginario collettivo. La Lawrence è sicuramente un personaggio interessante, sempre sopra le righe, in grado di trasformare gli eventi formali in quello che vuole grazie al suo senso dell’umorismo trascinante. Come artista ha fatto tutto, action, teen, comedy, drama, chi più ne ha più ne metta (ha vinto anche un Oscar!). È al suo apice, sia a livello creativo che di carriera (ha 32 anni, praticamente può interpretare quello che vuole), e mi chiedo allora: perché scegliere una commedia che riduce di molto il suo spettro interpretativo? Fidanzata in affitto è una commedia “bassa”, che porta su schermo l’ennesima avventura di un teenager un po’ nerd e sensibile con problemi di socialità, che per uscire dal guscio (e sotto la spinta di genitori iper protettivi) ha bisogno dell’aiuto di una donna più matura, poco abile con le relazioni, ma in grado di conquistare qualsiasi uomo (con tutte le conseguenti scorie emotive degli incontri occasionali). In cambio di un auto (usata) Jennifer dovrà “preparare” il ragazzo al college (aka portarselo a letto), per evitare che l’impatto con il mondo adulto diventi per lui un incubo.

A parte una leggera vena di sessismo, con la protagonista che è sì, indipendente e padrona del suo corpo, salvo poi però aver bisogno di un uomo (per di più infantile e poco maturo) per capire quello che vuole dalla vita, il film ha dei problemi strutturali: una storia con un incipit (la protagonista rischia di perdere la casa, per questo cerca un “lavoro” anomalo) che sembra fondamentale all’inizio salvo poi piano piano perdersi nel racconto, travolto da gag non sempre riuscite e un ironia adolescenziale che poco si sposa con il rating del film (è Restricted in USA, quindi vietato ai minori che sembrano gli unici in grado di essere attirati da una comicità così scatologica) anche se in Italia non sembra neanche vietato ai minori di 14 anni (stando ai giornali).

Ci sono dei momenti divertenti, ma sembrano delle versioni meno riuscite di quella comicità over the top dei fratelli Farrelly anni ’90, per non parlare di una scena che non ha alcuna funzione comica se non quella di mostrarci Jennifer Lawrence senza filtri (ho visto che qualcuno l’ha spoilerato altrove).

Una storia del genere ricorda un po’ LA DONNA ESPLOSIVA (1985) senza però quella “magia” anni 80, quel salto pindarico che trasformava la storia in un coming of age (figlio del suo tempo) in cui la donna (in quel caso un prototipo creato al computer) non era pensata per avere una relazione con i ragazzini ma per dargli la giusta fiducia per poi trovare l’amore con delle ragazze della loro età. A proposito di età, il film tenta, in maniera maldestra, una guerra inter-generazionale (Millennials vs GenZ) fallendo miseramente, con un approccio iper semplificato che sembra analizzare i più giovani con la lente dei boomer, incapaci di capire gli adolescenti di d’oggi e per questo propensi alla presa in giro piuttosto che alla comprensione (e ancora mi chiedo per chi è questo film?).

FIDANZATA IN AFFITTO mi ha lasciato un po’ basito. Sarà la vecchiaia, sarà che ormai i gusti e la sensibilità del pubblico sono cambiati molto dalle commedie anni 80 e le successive reincarnazioni anni 2000 (American Pie per dire), ma questo film sembra davvero fuori tempo massimo, figlio di una comicità che ha fatto il suo tempo e che malgrado la protagonista femminile, sembra solo invertire i ruoli di genere, salvo poi fare lo stesso identico film.