Nell’Oregon, degli studiosi lavorano al ritrovamento di insolite pitture rupestri sulle pareti di un cunicolo in una grotta indiana. Quasi contemporaneamente, un meteorite cade nel Crater Lake, producendo il surriscaldamento dell’acqua che porta all’incubazione di un uovo preistorico sul fondale. Un plesiosauro nasce dall’uovo e dopo aver divorato tutta la fauna marina, viene attirato verso i capi di bestiame e i malcapitati nei pressi del lago.

Nella storia degli effetti visivi e delle tecniche di animazione, non possiamo non considerare questa pellicola che sfoggia rudimenti della stop-motion, opera di Dave Allen (Piramide di paura 1985), Jon Berg (Robocop 2 1990, Star Wars 3 2005), Randall William Cook (La cosa 1982, Il signore degli anelli 2001), Tom Scherman (Flesh Gordon 1974), Jim Danforth (Body Snatchers 1993), Phil Tippett (Robocop 1987 sequenze dell’ED-209, Evolution 2001). Una lunga lista che giustifica la visione solo come curriculum dei talenti che poi abbiamo conosciuto passo per passo nelle pellicole sopracitate.

Il film in questione invece eredita molti dei punti focali del classico “Film col mostro” in bianco e nero e se dovessimo riassumerli brevemente, potremmo dividere la pellicola in sei fasi:

1. L’evento misterioso, generalmente in una piccola cittadina;

2. L’effetto che tale evento causa, con le classiche scene delle sparizioni e la vittima in primo piano che ode uno strano verso, ruota lentamente la testa e poi all’improvviso s’interrompe l’azione con un urlo, perché è ancora troppo presto per mostrare la creatura;

3. Le strane segnalazioni che pervengono all’autorità, che trovano riscontro in genere nella figura dello sceriffo, il quale dopo aver sentito di un mostro nel lago, attribuirà il tutto ad uno scherzo o ad una spiegazione del tutto plausibile;

4. L’esperienza diretta (molto tarda) da parte dell’autorità e della scienza;

5. Lo scontro/collaborazione tra l’autorità e la scienza per affrontare il problema;

6. La morte del mostro, nella maniera più insolita o comunque lontana dall’idea della cattura ai fini dello studio.

Questi sono gli elementi base che giustificano la visione di questa pellicola, cioè la nostalgia del vecchio e la passione per gli albori delle prime tecniche visive, nonché il plesiosauro, una delle creature più famose del cinema, possiamo ricordare ad esempio le varie pellicole ispirate al mostro di Loch Ness, come “The Loch Ness Horror” di Larry Buchanan del 1981, “Loch Ness” di John Henderson del 1995 e “The water horse” di Jay Russel del 2007. Quindi il contesto del film e solo questo, perché per il resto, non rimane nulla se non una trama poco originale, in cui è praticamente impossibile identificare due o tre parole che possano comporre qualcosa che assomigli ad una battuta o citazione, dei personaggi veramente minimali con delle recitazioni spaventose, collocati qua e là senza senso dalla sceneggiatura, che offre gli studiosi come delle comparse e sposta l’azione attorno a due personaggi secondari, vittime di gag comiche che cadono nel vuoto, assenza di scene da vero Horror tranne qualche macchia di sangue e una testa mozzata, una regia alle prime armi, scontata, noiosa e al pari in molti casi di un fan-movie.

Sconsigliata quindi la visione ad un pubblico adulto, nel senso di chi guarda alla fantascienza con rigore e non può accettare la sommarietà, ad esempio nelle pitture rupestri ingenue datate a milioni di anni fa, un po’ come comprare un divano a comode rate da…, ma non si sa quante sono, oppure al costo di…? Costa meno di quello che pensi, sconsigliato a chi non può concepire neanche in un film sbagliato, attori che recitano così male che se da copione non dovessero rivelare d’esser tesi, non potremmo mai accorgercene e che in funzione sempre del copione, cadono in bizzarrie del tipo :”Guarda quante stelle!”, il che è tutto dire in pieno giorno.

Consigliato invece, non a chi è adulto ma a chi è cresciuto con queste pellicole, non importa l’età e nei limiti del possibile i risultati, importa l’intenzione, che vale per questa pellicola con il suo mostro nella giovane stop-motion a basso costo di allora e per le creature della giovane computer grafica a basso costo odierna.

Curiosità: Sulla copertina del DVD appare un dinosauro molto simile al T-REX, ma in realtà il mostro nella pellicola è un plesiosauro.

Supporto visionato: DVD – Eagle Pictures – Inglese/Italiano

Battuta da ricordare: Nessuna

Scena da ricordare: La dipartita del mostro.

Consigliato a: Collezionisti Sci-Fi e appassionati delle tecniche di animazione

 httpv://www.youtube.com/watch?v=dRdtfyynvd8