Air, il grande salto trasuda anni 80 da ogni poro. Immagini, suoni, canzoni (così tante che a un certo punto ti viene più da pensare: ma quanto hanno speso solo in diritti?), il film è una sorta di diorama di quel periodo, curato sotto ogni punto di vista e popolato da un cast corale che alterna personaggi caricaturali, vedi Chris Tucker o lo stesso Affleck nei panni del CEO di Nike, ad altri più realistici, perfettamente interpretati da un Matt Damon credibilmente sovrappeso, e un sempre verde Jason Bateman, uno di quegli attori che dove lo metti sta (probabilmente Voglia di Vincere 2 è stata l’unica toppa della sua carriera, e neanche troppo colpa sua).

Il film racconta un momento epocale per la Nike, ma anche per l’intera industria, nonché per il mondo dello sport professionistico americano: l’incredibile gara, tra i tanti marchi sportivi dell’epoca, per accaparrarsi l’esclusiva di quello che sarebbe poi diventato il più grande giocatore di basket di tutti i tempi, Micheal Jordan. La storia per chi è appassionato di Basket americano è abbastanza conosciuta, raccontata in parte anche nell’ultimo documentario Netflix “The Last Dance”. Qui però il focus non è tanto sull’atleta (che infatti non comparirà mai nell’intero film, sempre lasciato come un’ombra, troppo carismatico per dargli un’altra faccia) quanto su come, il suo carisma e le scelte di Nike, abbiano definito il mercato delle sneakers e la sua comunicazione, per molti anni a venire, fino ai giorni nostri.

Il tono del film, malgrado si tratti di un biopic in piena regola, seppur di un’azienda, è leggero. La battuta è sempre pronta, grazie anche ad alcune interpretazioni over the top, come quella dell’agente di Jordan, nel film Chris Messina, o il designer della compagnia portato sullo schermo da Matthew Maher. Una nota di merito ad Affleck che passa il tempo vestito con leggins viola e un taglio di capelli davvero incredibile con una serietà encomiabile.

Se c’è una cosa che gli americani sanno fare è creare una mitologia della propria storia, trasformare uomini normali in Dei pronti a compiere il loro viaggio dell’eroe nella maniera più epica possibile. Malgrado qualche inciampo Affleck riesce nel creare quel filtro magico: Damon, amico di mille battaglie, gli presta il suo talento di Mr Ripley, portando su schermo un personaggio amabile, godibile, caratterizzandolo con una tale naturalezza che quando arrivano i titoli di coda quasi ti eri scordato che si trattasse di un personaggio realmente esistito.

Il film non esente da problemi, qualche scena forse è troppo tirata per le lunghe, mentre altre sembrano troppo pedisseque e tautologiche (vedi la telefonata finale) ma nel complesso si tratta di un film riuscito che probabilmente avrà più appeal tra i nostalgici, vedi il sottoscritto, riuscendo al contempo a incuriosire chi non sa nulla della storia o si avvicina per la prima volta ai mitici anni 80.

Air – Il Grande Salto è al cinema dal 6 aprile.