Oggi è uscito finalmente anche in Italia, distribuito da I Wonder Picture, Everything Everywhere All at Once diretto da i The Daniels e con protagonisti Michelle Yeoh e Ke Huy Quan.
Ieri abbiamo avuto l’onore di partecipare a Bologna, grazie a Laboratorio Delle Parole, ad una round table con Ke Huy Quan, per chi non lo sapesse Data de I Goonies e Shorty di Indiana Jones ed il tempio maledetto, ed il produttore del film Jonathan Wang.

A voi il resoconto di questo incontro:

D: Negli ultimi anni il multiverso è  molto presente ad Hollywood. Cosa contraddistingue il vostro dagli altri e come hai vissuto tu il dover interpretare tutti questi personaggi differenti?

Ke Huy Quan: Il nostro film al contrario di altri è un film che racconta di una famiglia che viaggia nel multiverso per ritrovarsi e ricostruire il rapporto. E’ un film che ci pone delle domande su come saremmo se effettivamente vivessimo in un altro universo. I Daniels poi sono stati bravissimi a mischiare tra loro i vari generi perché in questo film troviamo la commedia romantica, il drammatico, l’horror, la fantascienza. E’ stato bellissimo farlo e sono felice di vedere che il pubblico ha accolto tutto questo con successo.

D: Sempre in merito al multiverso, questa idea è nata grazie anche al lavoro fatto da Marvel in questi anni oppure era già nelle vostri menti da tempo?

Jonathan Wang: Viene da molto prima, nel 2016. Poi ci sono stati una serie di problemi perché la protagonista che avevamo scelto non fu più disponibile, poi il covid, problemi a reperire i fondi e nel frattempo sono usciti i film della Marvel.

D: La vostra versione del multiverso sembra raccontare anche il caos del mondo contemporaneo…

Ke Huy Quan: Ci tengo a dire che tutto quello che vedete nel film era già presente nella sceneggiatura. Nel primo incontro creativo che io ho avuto con i Daniels ho subito chiesto cosa rappresentasse il bagel e me lo hanno spiegato, avevano una risposta per tutto. La loro visione del multiverso è che nella società moderna dove siamo costantemente bombardati dai media e dai social si crea nella nostra testa un caos totale. Loro volevano trovare la bellezza in questo caos e la sceneggiatura era scritta così bene che effettivamente ho capito subito questa tematica.

D: Come avete gestito le coreografie dei combattimenti? Vista la tua professionalità in questo settore hai contribuito a costruire queste sequenze?

Ke Huy Quan: Abbiamo avuto un gruppo di lavoro incredibile per le coreografie formato da Timothy Eulich e da i Martial Boys. Io ho studiato taekwondo per praticamente tutta la vita quindi mi sentivo a mio agio in questa situazione però per questo film abbiamo utilizzato lo stile wushu che non conoscevo e ho dovuto studiare tanto perché essendo una produzione a basso budget scene di combattimento che in genere richiedono anche una settimana di riprese noi abbiamo dovuto farle in un solo giorno.

D: Hai detto in più occasioni che questo è il ruolo che aspettavi da tanto. Cosa ti ha colpito particolarmente della sceneggiatura e del tuo personaggio in particolare?

Ke Huy Quan: Prima di tutto voglio dire che ho iniziato a recitare negli anni 80 e sono stato molto fortunato a lavorare con persone come Steven Spielberg e George Lucas, ma poi  non sono riuscito a fare il salto da attore bambino ad attore adulto anche perché, come asiatico, ho faticato molto a trovare ruoli per la mia etnia che avessero un senso. Ho letto molti script, ma gli attori asiatici avevano sempre ruoli marginali e con poche battute. Poi ho scoperto questa sceneggiatura che dall’inizio alla fine parlava di una famiglia asiatica e l’ho trovata perfetta. Il mio personaggio ha tantissime sfaccettature ed in particolare io mi sono innamorato del suo lato gentile, e questa è una cosa di cui tutti ora più che mai avremmo bisogno di avere.

Jonathan Wang: Quando con i Daniel abbiamo iniziato a pensare a chi potesse fare Waymond nel film abbiamo pensato a tanti attori come Jackie Chan e Chow Yun Fat, ma non volevo il classico maschio alpha, volevamo un personaggio più empatico. Un giorno ero a casa di uno dei registi e mi ha fatto vedere una foto di Ke Huy ed uno spezzone di un film di Hong Kong in cui lui recitava, poi mi ha fatto vedere una sua foto in Indiana Jones e non avevo capito subito si trattasse della stessa persona. Abbiamo immediatamente capito potesse essere la scelta giusta così abbiamo contattato il suo agente ed eccoci qua. La cosa divertente  è il fatto che lui fino alla settimana prima non aveva un agente quindi  se lo avessimo cercato anche solo pochi giorni prima lui non avrebbe avuto il ruolo.

D: Hai dichiaro che spesso e volentieri è stato difficile trattenere le risate sul set. Puoi dirci come era l’atmosfera sul set?

Ke Huy Quan: Abbiamo lavorato duramente, ma eravamo una vera famiglia. E’ difficile trattenere le risate quando lavori con persone come James Hong e Jamie Lee Curtis perché sono due persone buffissime.

Jonathan Wang: Nei nostri set siamo davvero una famiglia perché non c’è una gerarchia e non ci sono sedie con stampato sopra il nome di questo o quello. Siamo tutti allo stesso livello.

Ke Huy Quan: Voglio aggiungere che ogni week end i Daniels e Jonathan organizzavano una premiazione per la persona che aveva lavorato più duramente quella settimana, una vera e propria cerimonia con gli applausi ed i festeggiamenti.

D: Nel film sono presenti molte citazioni di altre pellicole, potete dirci la vostra preferita?

Ke Huy Quan: Io sono un grande fan di Wong Kar-wai e In The Mood for love, ho avuto il piacere di collaborare con lui per molti anni. Gli ho visto costruire un mondo intorno a Tony Leung da dietro la cinepresa e per me rendergli omaggio in questo modo è stata una cosa bellissima. C’è una delle battute in quella sequenza che è forse la più bella del film e che tutti vorremmo sentirci dire che è “In un altra vita io vorrei avere una lavanderia a gettoni e pagare le tasse con te”

Jonathan Wang: La scena per me più personale è senza dubbio quella con raccacconie che è un riferimento personale a mio padre che era uno chef. La citazione però che più apprezzo è quella legata allo stile dei combattimenti dei film di arti marziali di Hong Kong.

 

Ora non vi resta che andare al cinema a vedere questo gioiellino!!!