Dopo mesi di polemiche riguardanti il casting di Alicia Vikander nel ruolo di Tomb Raider, o Lara Croft come il su’ Babbo la segnò in comune, possiamo dire che la signora Fassbender è l’ultimo dei problemi del film.

Il film si apre con un bello spiegone, Dio quanto li amo, con il padre di Lara che ci racconta di questa regina del Giappone che ammazzava la gente solo a toccarla allora i giapponesi stufi la presero e la chiusero sotto una montagna dentro l’isola più inaccessibile del pacifico. E già qui sappiamo dove tutto andrà a parare. Poi passiamo alla nostra Lara che è ricca sfondata ma non vuole toccare la propria eredità perchè è sicura di non essere davvero orfana e quindi vive come la più povera dei fuori sede consegnando in bici alle persone ricche il loro indiano da asporto. Poi un bel giorno scopre la batcaverna del padre e decide di andarlo a cercare e insomma avete già capito.

Il regista svedese Roar Uthaug ci vuole raccontare l’origin story di Lara Croft spacciandocela un po’ per Batman Begins ma non gli riesce tanto bene e il film alla fine esce come un’accozzaglia di situazioni action ultra prevedibili e i cui protagonisti sono uno meno credibile dell’altro e che, quindi, falliscono miseramente anche sul lato dell’intrattenimento. Nonostante un ritmo abbastanza serrato le due ore del film sono un bel po’ pesanti da digerire, la Vikander ha solo 3 facce e i dialoghi da fiction di rai1 non aiutano a tenere vivo il pubblico.

Insomma un mezzo disastro, sì! C’è poco da dire, l’ennesimo film basato su videogiochi che non soddisfa, ormai dovrebbe essere un segnale chiaro, invece insistono e anche di questo Tomb Raider hanno sicuramente in mente di farci una trilogia, almeno un sequel lo sperano considerando il finale aperto.

Insomma, esce domani (15 marzo), se potete evitate, tenetevi i soldi per qualcosa d’altro, se volete spenderli proprio, scrivetemi che a me fanno sempre comodo.

The End