“Attorno alla metà del 1970 iniziò la prima delle tre guerre che sconvolsero per anni il pianeta Terra. Questo racconto parla delle prime due.
Questa è la storia dei MAZINGERS…“
La nostra storia inizia in una importante università di una città della Germania (forse Berlino) il giorno in cui venne ammesso alle lezioni, tramite una borsa di studio, uno studente di nome Hell.
Era un ragazzo scontroso ed introverso, di corporatura gracile, ma dotato di una forza d’animo straordinaria. Proveniva da un paesino sulle rive del Reno, nato da una relazione tra un boscaiolo ed una prostituta, era stato maltrattato fin da bambino. Cresciuto nell’infelicità egli sfogava le sue frustrazioni sul gatto di casa. Arrivò al punto di ucciderlo, all’età di sei anni, quando fu rimproverato ingiustamente a scuola per aver copiato un compito: Hell infatti era un genio. Ben presto si riscattò dimostrando le sue eccezionali doti intellettuali e fu così che venne ammesso alla facoltà.
Rimaneva un introverso ragazzo vestito di stracci che non legava con nessuno. Provava però un intenso amore per una studentessa giapponese di nome Yumiko. Vergognandosi profondamente della sua posizione sociale il ragazzo non osava dichiararsi. Fortunatamente la ragazza si accorse del grande affetto di Hell e gli offrì la sua amicizia. Nel corso di un incontro ella gli presentò un suo connazionale: Juzo Kabuto. Se all’inizio il tedesco provò un grande odio verso di lui (vedendolo come un rivale) ben presto si rese conto dell’eccezionale intelligenza dell’orientale e ciò unì i due ragazzi in una vera amicizia. Fu in quel periodo che Kabuto mise al corrente Hell della sua straordinaria scoperta: in una caverna alle pendici del monte Fuji (nella sua terra natale) aveva estratto una piccola quantità di campioni rocciosi ed in essi aveva scoperto il Japanium, un nuovo elemento. Le potenzialità di quest’ultimo erano enormi: attraverso un processo energetico denominato “fotoatomico” si poteva produrre una sconvolgente quantità di energia (pari all’odierna nucleare) in modo assolutamente non nocivo.
Purtroppo tutto il processo era ancora una semplice ipotesi, alcuni calcoli matematici e fisici necessari ad esso si erano rivelati inesatti. Fu proprio Hell a riuscire a scovare l’errore nei complicati algoritmi. Il sogno di Kabuto si era realizzato: l’energia fotoatomica era una realtà.
Euforico il giapponese propose all’amico di condividere con lui la paternità del progetto ma Hell rifiutò per orgoglio dicendo che preferiva lavorare a progetti di sua totale creazione. Nonostante ciò rincuorò Kabuto promettendogli il suo aiuto anche in futuro. Se avesse accettato ora la storia potrebbe essere molto diversa.
Tutto ciò non aveva però cancellato il grande amore di Hell per Yumiko. Un giorno, dopo essere risultato per l’ennesima volta il migliore del suo corso, trovò finalmente il coraggio di dichiararsi. Ella però rifiutò decisamente confessando al ragazzo di essere innamorata e corrisposta da Kabuto. Fu un brutto colpo per il giovane che ebbe un pesante esaurimento nervoso. I suoi risultati scolastici peggiorarono a vista d’occhio e lui precipitò di nuovo nell’isolamento.
Dopo poco tempo, in preda a profondi turbamenti, tentò di sparare a Kabuto davanti ad un nutrito numero di testimoni. Fortunatamente mancò il bersaglio. Il giapponese, sentendosi in colpa per la sorte dell’amico, si rifiutò di denunciarlo e così Hell poté terminare gli studi.
In quel periodo cominciò l’ascesa di Adolf Hitler e del suo terzo reich. Kabuto e Yumiko tornarono in Giappone dove terminarono gli studi. Hell, che nel frattempo si era fatto ancor più elitario, fu invece affascinato dalla figura del dittatore e prestò attivamente servizio nel suo regime durante tutta la guerra.
Si sa molto poco di quel periodo della vita di Hell se non che operò in svariati campi scientifici. Compì atroci esperimenti ad Auschwitz (dove riuscì ad animare un cadavere) e collaborò sia al “Progetto V” che alla realizzazione delle famose “Armi Segrete ” naziste mai sperimentate. Se lo scienziato avesse messo a disposizione del reich tutte le sue scoperte forse la Germania avrebbe vinto la guerra. Ma egli voleva tenere per sé i suoi segreti.
Verso la fine della guerra fu portato al cospetto di Hell il conte Blocken (il valoroso comandante degli “Elmetti di Ferro” una divisione speciale delle SS). L’uomo aveva ricevuto una ferita mortale al ventre ma lo scienziato riuscì a mantenere in vita la sua testa che applicò su un corpo meccanico antropomorfo. Il risultato fu incredibile ed agghiacciante allo stesso tempo: Blocken era diventato un cyborg fortissimo ed incredibilmente veloce. La sua testa, unica componente umana e perciò vulnerabile, poteva staccarsi dal corpo e galleggiare a mezz’aria grazie ad un sistema antigravitazionale montato alla base del collo. Il corpo diventava così una macchina invincibile. Da quel momento Blocken divenne volontariamente un fedele servitore di Hell al quale doveva la vita.
Durante la guerra anche Kabuto aveva servito fedelmente il suo paese ma non aveva mai divulgato i suoi studi sull’energia fotoatomica e la scoperta del Japanium perché non voleva fossero usati a scopi bellici. Dopo la guerra si sposò con Yumiko ed i due ebbero un figlio: Kenzo, che seguì le orme del padre in campo scientifico. Quando questo raggiunse la maggiore età convinse il padre a rendere pubbliche le sue scoperte per aiutare il Giappone nella sua ricostruzione. Fu così che Kabuto ed il suo collega il dr. Yumi fondarono l’istituto di ricerca sull’energia fotoatomica posto alla base del Fuji. Qui venne scoperto che dal Japanium si poteva anche produrre una sorprendente lega metallica: la Superlega Z. Questo portò ai due un notevole benessere economico.
Yumi riuscì inoltre a costruire un gigantesco robot antropomorfo (femminile): Aphrodite A, pilotato dalla figlia Sayaka e mosso dall’energia fotoatomica. Kabuto decise però di non rivelare al collega delle applicazioni che aveva studiato con Hell. Queste rendevano l’energia fotoatomica cento volte più potente ma lo scienziato le giudicava troppo pericolose. Nel frattempo Kenzo si era sposato ed aveva dato all’uomo due nipotini Koji e Shiro. Purtroppo sua moglie era morta partorendo quest’ultimo.
La vita della famiglia Kabuto scorse così tranquilla per alcuni anni.
Un giorno però dall’isola di Bardos in Grecia giunse la notizia di un incredibile ritrovamento archeologico. Su una tavoletta d’argilla era riportata la storia della civiltà micenea che era riuscita a conquistare il mondo di allora con l’aiuto dei loro sette eserciti di giganteschi robot. La tavoletta conteneva però un monito: il popolo di Micene sarebbe tornato. Kabuto e suo figlio, che dai loro studi avevano appreso che le conoscenze tecnologiche sui robot giganti erano effettivamente esistite nell’antichità, iniziarono a progettare un metodo di difesa. Nacquero però alcune divergenze, Kenzo infatti sosteneva che le armi inventate dal padre erano troppo avveniristiche e poco efficaci, inoltre affermava che la Superlega Z era ampiamente migliorabile. Purtroppo nel corso di un esperimento rivolto a questo fine Kenzo venne coinvolto in una terribile esplosione in cui si persero addirittura le tracce del suo corpo. Yuzo Kabuto si trovò quindi da solo a dover badare a Koji e Shiro (anche Yumiko nel frattempo era deceduta per malattia).
Quando venne organizzata un’ennesima spedizione archeologica a Bardos, Kabuto e Yumi chiesero di farne parte e con loro sorpresa lì trovarono Hell come rappresentante della Germania. Anche quest’ultimo infatti aveva intuito la terribile verità sui robot. Nonostante la cordialità dei giapponesi l’uomo si dimostrò essere diventato estremamente schivo e solo. Kabuto non poté fare a meno di provare una profonda pena per lui.
Hell, infatti, si ostinava a proseguire le ricerche per conto proprio affidandosi esclusivamente ai suoi calcoli. Il suo atteggiamento aveva evidentemente tratto in inganno il gruppo di ricerca perché il tedesco venne trascurato.
Ancora una volta però Hell dimostrò l’esattezza delle sue intuizioni: una notte ritrovò, completamente da solo, un’enorme caverna che fungeva da deposito ai giganteschi robot micenei perfettamente conservati.
Lavorando febbrilmente egli riuscì ad installare su alcuni dei giganti un sistema di guida computerizzato di sua invenzione ed ordinò loro di uccidere i membri della spedizione. Il campo base fu annientato.
Soltanto Kabuto e Yumi riuscirono a trarsi in salvo. Infatti lo scienziato, mosso a compassione, era partito quella notte alla ricerca di Hell (che credeva disperso) ed aveva convinto l’amico ad accompagnarlo. Resisi conto della situazione non erano riusciti a dare l’allarme in tempo ma almeno avevano potuto trarsi in salvo su di un fuoribordo. Quando, il giorno dopo, l’esercito si recò sul posto l’intera isola di Bardos era scomparsa.
La minaccia di Hell venne presa sottogamba dai governi mondiali. Infatti per modernizzare i giganteschi robot (costruiti in bronzo e materiali antichi) il tedesco avrebbe avuto bisogno di innumerevoli miliardi di dollari. Ciò non tranquillizzò Kabuto che passava sempre più tempo nella sua casa di montagna da solo. Questo però non lo portava a trascurare Koji e Shiro che lo adoravano ormai come un padre. Anche il più pacato Yumi modificò il petto di Aphrodite A in modo che potesse contenere due rampe per missili.
Intanto Hell, che effettivamente mirava a realizzare il sogno di Hitler, si ritrovò esattamente nella situazione ipotizzata dai capi nazione. Purtroppo per loro in suo aiuto intervenne Blocken. Con gli ultimi Elmetti di Ferro e le sue straordinarie doti cyborg il conte prese il controllo della potentissima organizzazione criminale Union Corse.
Ora Hell aveva tutto il denaro che voleva. Usando la sua capacità di rianimare i cadaveri egli si costruì il suo esercito personale, le “Maschere di Ferro”. con questo conquistò addirittura un piccolo stato africano, Akaban, da dove estrasse le materie prime. Costruì una gigantesca base sull’isola di Bardos (che aveva reso invisibile con uno dei suoi congegni) ed iniziò la costruzione dei suoi “mostri meccanici” derivati dai robot micenei.
Durante gli scavi ritrovò due antiche mummie (un uomo ed una donna) egli le unì in un unico agghiacciante essere ermafrodito.
Nacque così il barone Ashura suo fedele servitore.
Hell non sottovalutava però l’intelligenza di Kabuto ed ordinò di scoprire dove si nascondesse lo scienziato.