Buonasera. Il signor Carl Laemmle ritiene che non sia opportuno presentare questo film senza due parole di avvertimento: stiamo per raccontarvi la storia di Frankenstein, un eminente scienziato che cercò di creare un uomo a sua immagine e somiglianza, senza temere il giudizio divino. È una delle storie più strane che siano mai state narrate, tratta dei due grandi misteri della creazione: la vita e la morte. Penso che vi emozionerà, forse vi colpirà, potrebbe anche inorridirvi! Se pensate che non sia il caso di sottoporre a una simile tensione i vostri nervi, allora sarà meglio che voi…beh, vi abbiamo avvertito! – Dr. Waldman
Inizia così, la trasposizione in chiave horror del romanzo del 1818 di Mary Shelley, con un avvertimento di Carl Laemmle, produttore del film, rivolto al pubblico dei cinema americani del 1931. Un inizio strano, è vero, ma bisogna ricordare che proprio in quegli anni, la popolazione americana era nel pieno della Grande Depressione.
Con il Frankenstein di James Whale, per la prima volta, si crea nel mondo del cinema, lo stereotipo dello scienziato pazzo, in questo caso parliamo del Dr. Henry Frankenstein (non Victor, nome troppo ostile, lontano dal pubblico americano), del suo servitore gobbo, che come tutti sappiamo, anche grazie alla parodia fatta da Mel Brooks, ha il nome di…Fritz (non Aigor, Igor o Ygor), sempre per le stesse ragioni della scelta di Henry e della creazione del mostro, creato dando la vita ad un corpo assembato da parti morte.
Bisogna però dire che ci sono molte differenze infatti rispetto al romanzo di Mary Shelley, che ha solamente gettato le basi per la storia, qui per esempio oltre al cambio dei nomi, cambia il finale: nel romanzo originale, oltre ad altri personaggi, muore pure il Dr. Frankenstein da vecchio ovviamente, dopo un’estenuante ricerca, durata una vita, della sua creatura. Differenza sostanziale, causata dalle scelte Universal che hanno voluto dare un seguito alla saga del Mostro, lasciando un lieto fine al film.
* Piccola Curiosità: la morte del Dr. Frankenstein, raccontata come nel romanzo la potete vedere nel film Frankenstein di Mary Shelley di Kenneth Branagh, con lo stesso regista nel ruolo di Victor Frankenstein e un inedito Rober De Niro nel ruolo de La Creatura. Questo film ovviamente è scorporato dalla serie Universal, ma fa comunque parte di un ciclo di remake di alcuni classici horror, prodotti però dalla TriStar Pictures, tra i quali figurano Dracula di Bram Stoker (1992), Wolf – La belva è fuori (1994) e Mary Reilly (1996).
Un’altra differenza abbastanza importante, sta nella creazione del Mostro: nel romanzo la procedura è lasciata molto al caso ed è molto vaga, non sapremo mai realmente come è stato creato. Nel film invece, l’elettricità fa da padrona indiscussa. Viene infatti usata per dare vita al Mostro, pur essendo assente nel romanzo originale, come abbiamo detto sopra, diventa lo stesso la spiegazione classica e vista in tutti i film basati sul romanzo originale.
Questa modifica è suggerita anche dal make-up: nella rappresentazione classica del Mostro quelli che tutti chimano bulloni sul collo, in realtà non sono altro che due elettrodi, unico punto possibile che il Mostro può usare per raccogliere l’energia necessaria a tenerlo in vita.
Il corpo invece è stato assemblato con varie parti di vari cadaveri, fin qui tutto ok enormi Schwanzstück a parte, ma nel film si aggiunge un particolare per spiegare l’indole omicida del Mostro: a differenza del romanzo, dove il carattere omicida è dato dalle violenze che subisce il Mostro dalla gente, il comportamento è dato da un errore fatto da Igor, anzi no Aigor, anzi no, FRITZ che scambia il cervello scelto dal dottore con quello di un criminale.
Scena poi riproposta in altri film della Universal e resa famosissima nella parodia Mel Brooks, Frankenstein Junior, dove Igor scambia il cervello, dello scienziato e santo Hans Delbrück, con un cervello di un certo ab-qualcosa.
Detto questo, il film originale, in realtà, ha preso spunto più dal suo adattamento teatrale del 1927 Frankenstein: an Adventure in the Macabre di Peggy Webling che dal romanzo vero e proprio. Non è però il primo adattamento cinematografico: Frankenstein, nella duplice figura del Dottore e del Mostro, è apparso per la prima volta in un cortometraggio del 1910 prodotto dagli Edison Studios, dove viene creato dal miscelamento di alcune miscele chimiche, e non dalle scariche elettriche.
* Piccola Curiosità: Le stesse scenografie di questo film, saranno le stesse usate per Frankenstein Junior di Mel Brooks (1974).
Riappare poi, dieci anni dopo in Italia, una nuova versione muta intitolata Il Mostro di Frankenstein, diretta da Eugenio Testa, che però è andata perduta. Arriva poi nel 1931, la terza versione che possiamo chiamare definitiva, grazie anche all’interpretazione, ma soprattutto al make-up di Boris Karloff nel ruolo, che ha creato l’immagina classica della Creatura del Dr.Frankenstein, anche se la parte era stata assegnata inizialmente a Bela Lugosi, già interprete di Dracula dello stesso anno.
Ho trascorso ogni giorno tre ore e mezzo seduto al tavolo del trucco. Il make-up era piuttosto doloroso, soprattutto il mastice sugli occhi. Ci sono stati giorni in cui ho pensato che non sarei riuscito ad arrivare alla fine. – Boris Karloff
Purtroppo però tutto nella vita ha un prezzo e per Karloff il make-up era il primo dei problemi. Testimonianze dell’attore stesso, ci dicono che il Mostro ha avuto tanto successo, quanto gli ha rovinato la vita: in seguito alle riprese del film, l’attore ha dovuto subire diverse operazioni alla schiena soffrendo per il resto della vita, i danni causati dagli enormi stivali progettati per conferire al mostro la classica postura.
Ci sono stati altri film della Universal che hanno composto il ciclo di Frankenstein iniziato nel 1931 e alcuni di questi, per la prima volta, danno vita a quegli intrecci narrativi, che oggi sono indispensabili in ogni universo:
- La moglie di Frankenstein – 1935 – di James Whale.
- Il figlio di Frankenstein – 1939 – di Rowland V. Lee
- Il terrore di Frankenstein – 1942 – di Erle C. Kenton
- Frankenstein contro l’Uomo Lupo – 1943 – di Roy William Neill
- Al di là del mistero (House of Frankenstein) – 1944 – di Erle C. Kenton
- La casa degli orrori (House of Dracula) – 1945 – di Erle C. Kenton
- Il cervello di Frankenstein (Abbott & Costello Meet Frankenstein) – 1948 – di Charles Barton
Di tutti i personaggi sono stati fatti molti adattamenti, molte parodie e soprattutto molti remake ma, gli unici ad essere entrati di diritto nello Universal Monsters Cinematic Universe sono i film-commedia di Gianni e Pinotto (v.o. Abbott & Costello), per un semplice particolare: in tutti i film, Frankenstein compreso, i mostri sono interpretati dal mostro originale.
Frankenstein nel nuovo Dark Universe
Al momento sappiamo poco e nulla, se non che Javier Bardem, farà la sua prima apparizione nel 2019, molto probabilmente nel ruolo del mostro (data la dimensione della sua testa – cit.) nel remake de La Moglie di Frankenstein. Probabilmente, coma abbiamo detto ieri, il Mostro avrà pure un film dedicato alla sua creazione. Le date di uscita sono ancora abbastanza vaghe, però il make-up originale di Jack P. Pierce è sotto diritto fino al 2026 e concesso in licenza alla Universal.
C’è da dire una cosa, da qui in poi SPOILER ALERT, una sua prima citazione in realtà l’ha già avuta ne La Mummia, sottoforma di una frase che il Dr. Jekyll (Russell Crowe) dice a Nick Morton (Tom Cruise): “Benvenuto in un mondo di dei e mostri” è la frase sestrapolata da La Moglie di Frankenstein del 1935, il cui remake sarà proprio il prossimo capitolo del Dark Universe (la potete ascoltare in v.o. nel video sopra).
Buona visione e alla prossima puntata!