Siamo nell’epoca dove tutto deve essere alla portata di tutto e di tutti e tutto deve essere collegato a tutto, i fumetti sono diventati cine-comic, il merchandising regna sovrano.
Dove siamo finiti?
E’ dal 1986 che si prova a trasformare i videogiochi in realtà, il primo film, se non ricordo male, è una versione giapponese di Super Mario Bros. (La grande missione per salvare la Principessa Peach! – prodotto in VHS per il solo mercato giapponese) e i risultati sono stati per la maggior parte dei casi un grandissimo “BOH!? – Ne avevamo davvero bisogno!” (basti pensare alla moltitudine di Resident Evil – dopo i primi ANCHE BASTA, Prince of Persia, Max Payne, Tomb Raider, Hitman – potrei salvare forse forse il secondo, DOOM…e chi più ne ha più ne metta), in altri casi invece sono diventati film memorabili (come Super Mario Bros. dei primi anni ’90, Street Fighter – Sfida Finale, Mortal Kombat ecc ecc. e qui si possono contare forse su una mano sola).
Ecco, Assassin’s Creed – Il Film , secondo me si colloca in mezzo a queste due categorie, un po’ come a scuola quando il professorone di turno si rivolgeva alle vostre madri dicendo “Suo figlio è intelligente, peccato non si applichi molto”.
Per capire a cosa mi riferisco analizzerò Assassin’s Creed – Il Film per punti:
1. Periodo Storico: 1492 – Inquisizione Spagnola / 1986 / 2016
E’ la prima cosa che abbiamo capito sin dal primo trailer.
Da giocatore ho sempre apprezzato il periodo temporale in cui venivano ambientate le “storie” dei vari Assassini (che poi piacessero è un altro conto) e dell’Inquisizione Spagnola ne sentivo davvero il bisogno. Finalmente si sarebbe potuta respirare quell’aria alla Torquemada, un misto di Paella, Cristiani, Infedeli, Sangria, Templari e Assassini e invece con mio forte rammarico…..NO.
Il periodo storico purtroppo è pressoché ininfluente per quanto riguarda la narrazione del film, si sarebbe potuto svolgere ovunque, dalla Grande Muraglia all’Africa e questo secondo me è un vero peccato. Ci eravamo abituati all’interazione con vari personaggi storici dell’epoca (Leonardo da Vinci, i Borgia, Jack lo Squartatore, Edward Teach, Machiavelli, Darwin, Churchill e tanti altri..) questo potrebbe essere un altro punto a sfavore: l’interazione è unica ed è solo per pochissimi minuti.
Per quanto riguarda invece “i giorni nostri” devo spezzare una lancia in favore degli autori proprio perché ci viene spiegata la sinossi del protagonista, finalmente. in pochi semplici passaggi: il tuo antenato, chi eri da bambino e il ruolo dell’Abstergo.
Ebbene sì, finalmente le ABSTERGO INDUSTRIES. Forse la quasi mancanza di questa ambientazione all’interno dei giochi mi ha fatto apprezzare moltissimo il ruolo fondamentale che ha questa industria all’interno della storia. L’Arma Templare dei giorni nostri contro il Credo, l’Organizzazione contro il “caos” (non fraintendete le mie parole), insomma, sanno cosa vogliono e sanno come prenderselo.
Peccato solo per un piccolo particolare: la mancanza di equilibrio tra la Realtà e l’Animus. Proprio questa mancanza non fa, secondo me, apprezzare il periodo storico in cui è ambientata la storia di Aguilar portandola in secondo terzo e forse quarto piano.
2. Fassbender: Callum Lynch / Aguilar de Nerha / Protagonista e Produttore
E’ da molto tempo che seguo questo attore (classe ’77) che purtroppo ha avuto il suo vero esordio in ritardo. Non mi piace definire magistrale un attore, ma in questo caso il ruolo di Aguilar (un po’ come quello del giovane Magneto o come quello di Machbet) sembra gli sia stato cucito addosso: bellissimo l’equilibrio tra Callum e Aguilar, tra la realtà e il ricordo, dentro e fuori dall’Animus.
3. Slappe & Pacconi a go go e parkour alla Ubisoft
Ottima l’interazione passata e ottima l’interazione futura. Il bello degli Assassini è che ce l’hanno nel sangue, se le danno di santa ragione anche contro il più grosso dei cattivi: eleganza, stealth, e brutalità. Non ci sono vie alternative, devo andare da A a B, non mi importa chi ho davanti, l’oggetto del desiderio va salvato, senza se e senza ma. Non esiste una morale.
C’è un però.
Mi sarei aspettato qualcosina di più dal punto di vista del videogiocatore. Si sente moltissimo la mancanza della realtà nella finzione, manca l’interazione con i personaggi buoni o cattivi che siano, il tutto è lasciato allo spazio in cui si svolgono le azioni. Sono bravi a fare il parkour per carità, sono bravissimi a menare non lo metto in in dubbio, ma io che guardo che ruolo ho in tutto questo? Nessuno, sono solo uno spettatore e il mio compito è guardare attraverso gli occhi di un qualcosa fuori dalla storia. Basti pensare al sopracitato (e inutilissimo) DOOM, per una trentina di secondi, l’unica trentina di secondi sopportabile, ho avuto l’occasione di rientrare nel gioco attraverso la sequenza in prima persona.
Qui purtroppo questa sensazione mancava brutalmente, forse il montaggio incrociato tra il ricordo e l’Animus è stato inserito proprio per cercare di risolvere questa mancanza: buona idea, ma ci si poteva applicare un po’ di più.
4. La Storia
Della vita reale dei vari personaggi al di fuori dell’Animus si sa troppo poco nei videogiochi. Qui, forse per la prima volta c’è qualcosa in più: gli Assassini hanno dei discendenti che guarda caso sono Assassini per vocazione. L’Animus è come se avesse risvegliato quello che in realtà sono: macchine da guerra. Siamo davanti alla svolta, credo che un gioco ambientato ai giorni nostri sia pressoché inutile, troppe armi automatiche, troppa tecnologia, troppo di tutto, ma qui nel film rende, secondo me abbastanza bene.
La storia si intreccia finalmente con la STORIA, Callum e compagnia bella, sono quello che il loro sangue sa di essere. Il DNA non mente e questa piccola informazione che compare per la prima volta in questo franchise è molto più importante di qualsiasi cazzata in stile Midi-chlorian.
Unico problema, per capire questo, almeno una volta ci devi aver giocato. Il materiale è sicuramente tanto e con questo film si sono volute gettare le basi per un futuro franchise: hanno creato il covone di paglia, adesso sta a loro far si che il Salto della Fede vada a buon fine.
Lo stesso Salto che molti di noi hanno dovuto fare al cinema, sapendo che portare una saga di queste dimensioni non sarebbe stato facile. Siamo parecchio lontani dal capire come si porta un videogioco sul grande schermo e come sfruttarne le reali possibilità che vanno sicuramente oltre al merchandising.
5. Squadra che “vince” non si cambia! Non ne sarei così sicuro
Il trio Fassbender, Kurzel, Cotillard è lo stesso di Macbeth.
I primi due nomi possono passare, magari non a pieni voti questa prova, ma il terzo assolutamente no. Siamo davanti, sempre per mio parere personale ad un’altra Felicity Jones: DUE ESPRESSIONI E GUAI A METTERCI UN PO’ DI EMOZIONE. E’ la raccomandata nel momento, sta con la Hollywood bene, non mi aspettavo nulla di diverso del resto compare in QUATTRO film come protagonista femminile solo nel 2016. Troppo duro? SICURAMENTE, ma che ci posso fare!? All’inizio l’ho pure scambiata per Asia Argento!
L’antagonista freddo c’è già: Jeremy Irons, qui sa il fatto suo, sa cosa vuole e sa come prenderselo. La “figlia”purtroppo non ha capito probabilmente che film stesse facendo. Sarebbe stato meglio dare più risalto forse ad Ariane Labed (Maria, la compagna di Aguilar), non tanto perchè servisse una love story (zero tette e culi, zero sesso, zero amore), semplicemente per far comparire un personaggio femminile con i controcoglioni.
In poche parole più Assassini più Templari e più Jeremy Irons, di figlie “cattive” se ne sono viste abbastanza.
Piccola questione che si aggancia alla love story: nessuna scena di sesso e nessuna scena di nudo, le uniche tette visibili sono maschie e sono quelle di Fassbender a petto nudo, il che può far arrossire molte signorine e morir di invidia molti maschietti, del resto mica ci può andare sempre bene, bisogna fare un po’ per uno no!? Dai almeno per questa volta!
Sappiamo benissimo tutti che non ce ne sarebbe stato bisogno!
Quasi dimenticavo: c’è anche Brendan Gleeson. Credo di aver detto tutto, se non sapete chi è dovete rivedere un attimo quello che siete diventati.
6. Conclusioni
Il film alla fine si può considerare BUONO, sicuramente andrò contro moltissimi puristi, ma non è un problema mio. Ci sono tante cose lasciate in sospeso e secondi me le basi per un franchise, meglio i tanti altri, ci sono. Per quanto riguarda la visione al cinema, non mi ha assolutamente annoiato, il ritmo è abbastanza alto (un po’ come i volumi degli effetti sonori in certe scene) e c’è una storia di base abbastanza semplice ma chiara. Il tutto (soprattutto il rapporto tra i personaggi) è sicuramente migliorabile.
Periodo Storico: ininfluente, ben ricostruito ma troppa troppa nebbia 5/10
Slappe & Pacconi: 9/10
Storia: semplice, forse troppo 6/10
Cast: insomma a parte la Cotillard ci siamo quasi 7/10
Finale stracciamutande: scontato ma d’effetto, getta le basi per qualcosa 8/10
VOTO TOTALE: 7/10
Alla prossima!