Di seguito gli ultimi progetti che hanno raggiunto i 10000 voti sul sito LEGO Ideas e che nei prossimi mesi dovranno essere valutati e scelti da LEGO per la produzione e la grande distribuzione.
In ordine abbiamo:
Nel primo caso si tratta del modellino dalla Lamborghini Veneno, nata nel 2013 per la commemorazione dei primi 50 anni della casa automobilistica bolognese.
L’auto (reale) è come al solito un concentrato di figaggine. Lato LEGO non sono strettamente un amante delle auto ma resta comunque un bel modello degno di nota. Potrebbe anche essere fattibile il suo rilascio come progetto LEGO Ideas viste le numerose macchine che puntualmente LEGO rilascia anche di brand noti come Ferrari o McLaren.
Nel secondo caso abbiamo il rifacimento del set della casa nella prateria, la famosa serie tv degli anni ’70. Il set di per se è molto ricco di particolari e ben curato. La giocabilità è sicuramente elevata. Non saprei sbilanciarmi sulla fattibilità di questo set però. Però se guardiamo al recente passato, LEGO ha già rilasciato un set di un set televisivo (scusate il gioco di parole), quello del Dr. Who, quindi potrebbe essere plausibile la sua uscita come set ufficiale.
Infine abbiamo un progetto particolare. Riguarda la trasposizione in formato LEGO della macchina analitica di Babbage (in versione molto semplificata) a cui hanno lavorato il suo creatore Charles Babbage e la matematica Ada Lovelace. Ed è grazie al lavoro di entrambi che oggi noi possiamo usufruire dei nostri computer e smart device.
In questo caso però il lavoro è particolare in quanto il MOC è apribile e al suo interno è possibile collocare un Raspberry 2 (non incluso ovviamente) ed usare quindi questo set come case per il proprio Raspberry. Questa personalmente la ritengo una splendida idea (e non lo dico perchè anche io mi sono auto costruito un case per il mio Rasp v2) perchè permette di poter avere sulla scrivania o a casa una simpatica creazione esteticamente bella e soprattutto utile e su cui poter aggiungere continuamente altri pezzi o minifigure.
Come sempre però, l’ardua sentenza ai posteri.