Nel 1966 un giovane regista texano, tale Harold P. Warren, fece una scommessa con uno sceneggiatore, Warren era convinto che fare un buon film con zero budget non era poi tanto difficile, così iniziò a scrivere la sceneggiatura di Manos su un tovagliolo (e non fatico a credere che la sceneggiatura finale sia rimasta su quel tovaglio) e riuscì ad ingaggiare degli “attori” teatrali per il film pur non pagandoli per tutta la durata delle riprese. Questa è la genesi di Manos, un film talmente brutto da essere considerato un Cult (o Scult) nel mondo, addirittura paragonato al più famoso Plan 9 di Ed Wood (anche se, secondo me, Manos è decisamente peggio); Manos è la quintessenza del Trash, il Quarto Potere dei film di serie Z, il non plus ultra del brutto, Warren con questo film ci regala una “perla” da tramandare ai posteri.
Il film inizia con una coppia sposata che parte con la loro figlia per una vacanza a “Valley Lodge”, ma finiscono in una casa gestita da un “satiro” chiamato Torgo e dal suo “Padrone”. Ben presto capiranno che la casa non è che il rifugio di una setta che celebra una divinità maligna chiamata Manos.
Allora premettendo che il film è semi-amatoriale ed è girato con pochi spiccioli, questo non è però una scusa per girare un film senza senso come questo; la trama è no-sense (sempre se c’è una vera trama) è talmente no-sense e delirante che si fa pure fatica a seguirla, gli “attori” sono tra i più cani mai visti e sembrano non sapere affatto quello che stanno facendo, il “meno peggio” tra gli attori risulta essere praticamente la bambina e il cane; Torgo è il personaggio più strambo e mal concepito mai visto, nella mente del regista il personaggio dovrebbe essere un “satiro” , Warren a quanto pare non sapeva cosa fosse un satiro ed il risultato finale infatti è un barbone ubriacone con dei tic talmente forti da sembrare epilettico e con l’alzheimer. Tecnicamente il film fa piangere, il montaggio (curatissimo) fa pena e ci sono difetti evidenti (ad inizio film in una scena si vede chiaramente il Ciak, ma come si fa?), mentre la fotografia da denuncia, le scenografie nulle e le musiche composte dal figlio di 4 anni di Warren contribuiscono a rendere il film ancora più Trash.
L’inizio è quando di più assurdo mai realizzato: la famiglia parte, c’è il titolo del film (ma senza i titoli di testa) e poi una lunghissima sequenza del viaggio della famiglia senza uno straccio di ritmo e che sembra durare un eternità (eppure il film dura appena un’ora) dove non succede praticamente nulla, poi arrivano per puro caso nella famigerata casa per chiedere solamente delle informazioni a Torgo su dove si trova Valley Lodge, con il risultato che 30 secondi dopo si ritrovano senza un perché (?!) ad alloggiare nella casa di Torgo e del suo Padrone. Da li in poi (e da quando entreranno in scena il “Padrone” e le sue mogli) succederanno altri deliri, ma per elencarli tutti bisognerebbe realizzare un libro intero. Il finale è poi il vero colpo di genio, ma non ve lo rivelo altrimenti vi “rovinate” la visione di codesto capolavoro.
Una prassi e una costante del film poi e quella di far vedere molte scene con degli assurdi e imbarazzanti silenzi, dove non accade un bel niente e gli attori si limitano a guardarsi in faccia e/o a fare espressioni ridicole (!) oppure scene lunghe senza senso. Come se non bastasse, Warren infila anche in alcune scene del film dei personaggi che non hanno nessuna influenza nel corso della trama, sto parlando della coppia d’innamorati che si sbaciucchiano nell’auto e dei poliziotti, poche volte mi è capitato di vedere dei personaggi così inutili e ininfluenti in un film.
Beh si insomma, dovete proprio vedere questo filmone di Warren, ma attenzione la visione del film può avere delle ripercussioni mentali, quindi andateci cauti.