Su un lontano pianeta, degli scienziati in una spedizione archeologica, indagano sulle origini di una scomparsa civiltà aliena, la prima spedizione fallisce ed una seconda, il Team 7 scopre un complesso simile ad una necropoli. Durante il ritrovamento un’esplosione coinvolge due membri dell’equipaggio, Dean (Dominic Jephcott) che viene recuperato in uno stato comatoso ed il suo compagno Ricky (David Baxt) che riporta gravi ferite, viene soccorso dai compagni, dei misteriosi cristalli vengono tolti dalla sua mano ed isolati per delle analisi. Successivamente dopo un’apparente guarigione, Ricky mostra un comportamento anomalo, altri membri del gruppo verranno uccisi e Sandy (Judy Geeson) l’unica sopravvissuta viene fecondata da un essere alieno. Quest’ultima, se pur a tratti cosciente delle sue azioni, comincerà ad uccidere ferocemente, mentre il suo corpo muterà irrimediabilmente sotto l’effetto di una gravidanza in rapida conclusione.
Vari rumori e sussurri di corridoio parlavano di questo film del 1981, in termini di un cult dell’horror ma meno conosciuto, tuttavia non credo che ci sia motivo perché debba emergere dall’ambito in cui altre pellicole sempre degli anni ’80, ma anche a partire da metà anni ’70, hanno ottenuto pressoché i medesimi risultati. Anche film a basso budget più o meno fortunati come “Creature“, “Il pianeta del Terrore” e questo “Inseminoid“, condividono alcuni elementi della trama, il che ci rimanda al solito quesito. Dato che gli archeologi o simili che hanno a che fare con degli alieni su un pianeta sconosciuto e che ne riportano tracce a bordo ci fanno sempre pensare allo stesso film, è bene chiarire che anche tutti gli altri, se pur simili, apportano qualcosa di loro, ciò non li rende cult, ma senza di loro il cinema non sarebbe stato lo stesso.
A sostegno di questo, la pellicola presenta un solo lieve rammento, ovvero una sequenza in cui Ricky, dopo le varie cure, si trova a tavola con gli altri membri della spedizione e ad un tratto accenna qualcosa, si sente male, ma qui ci si ferma, un ammiccamento o una citazione furba, non ci sono analogie conseguenti e si procede con il resto della trama che fa da premessa (notare quanto abbia evitato sinonimi imbarazzanti, come preliminare, introduzione, cappello) alla scena dello stupro.
Lo stupro è in definitiva il concetto che crea un altro piano narrativo, subito dopo quello già “abusato”, che ci rammenta una famosissima scena del “Il pianeta del Terrore” del 1981 in cui un verme gigante stupra una donna e inoltre “The Astronaut’s Wife” del 1999, pellicola ben più conosciuta, non è esente da vari prelevamenti, due in particolare: lo stupro, anche se l’alieno è camuffato da Johnny Depp e la nozione “gemellare” che potremmo anche far rivendicare a questo film che certamente lo precede.
Quindi, in effetti, c’è del buono, qualche parvenza spicciola di analisi scientifica ci regala ipotesi molto azzardate e crea forse l’opportunità di abbassare il tenore del livello tecnologico, interferenze, energie emesse aiutano ad apportare il disagio di fondo necessario ad un Horror, senza però scervellarsi nei problemi che derivano dal mostrare cosa crea quel disagio.
Ciò nonostante delle bizzarrie le noteremo comunque, non basterà chiamare delle telecamere “scanner” per vivere nel futuro, passi un termostato, delle tute improbabili e delle sale comando che sono dei mixer circondati da monitor bianco e nero, ma sarà difficile sorvolare sul dottore in visita con una valigetta da pesca, nonché su una squadra speciale in una preziosa scena finale (aggiunta nel DVD) che praticamente indossa dei caschi da motocicletta. Notevole è il numero dei personaggi presenti e il modo in cui la trama li rivolge agli e tra gli eventi della storia, anche qui abbiamo l’imbarazzo della scelta nel trarre le opportune considerazioni, non dimentichiamo che si parla di archeologi, ci esporranno le loro teorie fantasiose, si ridicolizzeranno in una scena in cui tenteranno di catturare la gravida Sandy, una su tutti l’indimenticabile Kate (Stephanie Beacham) che probabilmente ha dei trascorsi come giocatrice di Doom, dato che ogni tanto esulterà con “Ho un’idea!” suggerendo esplosivi, motoseghe, ecc.
Volutamente, trattiamo alla fine gli effetti speciali, sostanzialmente credibili e ben costruiti se pur minimali gli ambienti, ma sufficienti a creare la transizione dall’uno all’altro, è perlopiù impossibile altresì non spendere due parole sull’alieno, sono certo che data la sua forma, per quelli di noi più schietti, trovargli un nome sarà come sparare ai pesci in un barile, per mio conto ho trovato la risposta definitiva sul perché si tratti di una civiltà scomparsa, “l’umiliazione e l’imbarazzo”.
E’ difficile stabilire se sia più riuscito come Horror o come Sci-Fi e viceversa se lo sia meno in un caso o nell’altro, ci si trova superficialmente a guardare della fantascienza per metà della pellicola e una pazza (che Judy Geeson ben interpreta) stile Pamela Voorhees nell’altra. Potremmo concludere che raggiunge un compromesso, ha molti personaggi che colmano un ambiente vasto e una colonna sonora da messa della domenica, correndo da una parte all’altra come in “Alien 3” se pur in modo meno convulso e tanta carne, cioè l’opportunità che la fantascienza da all’Horror di farne una strage e la fecondazione, ovvero l’opportunità che l’Horror da alla fantascienza di farne una genesi.
Battuta da ricordare: Mitch (Trevor Thomas) : “Ogni essere è il suo duplicato come tutto è duplicato in quei segni”
Scena da Ricordare: Il parto.
Consigliato a: Fantacinefili senza pregiudizi.
Supporto visionato: DVD PAL Mondo Home Entertainment
httpv://www.youtube.com/watch?v=vztl5-v7BSc