Dall’abisso si risvegliano due creature mostruose: uno squalo enorme e una piovra gigante. Una biologa marina, uno scienziato giapponese e un professore irlandese vengono contattati dall’esercito americano per fermare questa duplice minaccia che terrorizza tutti i mari del mondo. Questa la semplice “Trama” (aggiungete virgolette a piacimento).
Mega shark è stato definito da Peter Whittle del Sunday Times come: “Inguardabile, non recensibile, questo stupid monster movie rende il canto del cigno di Bela Lugosi in Plan 9 from Outer Space un capolavoro”. Se continuate a leggere l’articolo capirete perché secondo me è stato anche troppo buono e il paragone con Ed Wood è sicuramente un complimento. Per chi è abituato alle “maestose” produzioni dell’Asylum questa pellicola potrebbe sembrare un passo avanti. Niente Sherlock Holmes in armatura che combatte T-Rex o altre trovate del genere, ma un disaster movie in piena regola con tutti gli archetipi del genere anche con un’idea di base quantomeno accettabile.
Da un film con questo pomposo titolo mi sarei aspettato un’ora e mezza di sano trash idiota con combattimenti assurdi tra mostri realizzati con una grafica da Supernintendo. Invece il regista Jack Perez insieme alla sua squinternata banda di sceneggiatori mette insieme un film che non ha assolutamente senso di esistere come monster movie. Ci vengono propinate circa 3 scene in cui vediamo la potenza distruttiva di queste creature. Tutto il resto del film è affidato a storie d’amore imbarazzanti, predicozzi sul riscaldamento globale (ascoltando un discorso della protagonista Al Gore si toglierebbe la vita per potersi rivoltare nella tomba), scene artificiosamente epiche con una solennità assolutamente stonata. Si aggiungono anche banali polemiche politiche sull’uragano Katrina di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Il personaggio che risulta più odioso è proprio per questo il dottor Seiji Shimada (Vic Chao in tutto il suo splendore) che risponde ad ogni domanda con una risposta lunga venti minuti tipica di un accademico frustrato. Inoltre ci regala degli sguardi maliziosi da cinema porno di serie Z. Anche dopo una scena di sesso che si chiude con uno straordinario: “Hai un buon odore”, lui replica spiegando il perché gli odori siano importanti in natura. Imbarazzante.
Quindi non sembra una produzione targata Asylum? Non scherziamo! Il loro marchio di fabbrica è dovunque.
Per fortuna, infatti, lo spirito Asylum è ancora in grado di regalarci grandi sequenze:
httpv://www.youtube.com/watch?v=I16_8l0yS-g
Se non vi basta lo squalo volante:
httpv://www.youtube.com/watch?v=qvciIVcn33c
Sorvoliamo sui dialoghi imbarazzanti, le battute buttate lì a caso, sul casting dei comprimari fatto sotto effetto di oppiacei (vi segnalo un grande poliziotto che recita tutto un dialogo trattenendo evidentemente un rutto), sull’abilità del regista che inspiegabilmente nelle scene d’azione inizia a sparare flash in bianco e nero per dare dinamicità alla scena e arriviamo ai due piatti forte della pellicola: il cast e i mostri. Attenzione a non confondere le due cose, sono due elementi distinti.
Naturalmente colei che spicca di più è sicuramente Deborah Gibson ovvero Emma McNeil la protagonista indiscussa della pellicola. Sin dalla prima inquadratura ci offre un campionario di mosse e smorfiette fastidiose. In alcune scene sembra quasi che abbia dei tic. Il bello è che sembra quasi una professionista affermata confrontata con gli altri nonostante nasca come cantante. Non si risparmia nel fare risatine stridule e sorrisi ebeti che diventano una costante nei 90 minuti di durata. Ciò che la salva a volte è l’incredulità provata nel recitare le battute del copione. Uno spettatore disattento potrebbe attribuire lo sbigottimento all’assurdità delle vicende narrate ma è evidente come della storia non interessi niente a nessuno e pertanto dobbiamo attribuire le sue smorfie alla presa di coscienza del suo lavoro. Preferivamo quando cantava i suoi pezzi pop adolescenziali.
Un capitolo a parte va dedicato ai militari. Non so se sia una dura presa di posizione contro le forze armate ma mai abbiamo visto dei tizi in divisa così deficienti. Tutti portano lo stesso tipo di occhiali da sole anche al buio, nel sottomarino e di notte. Non fanno altro che passeggiare senza dire nulla e il regista dedica loro dei lunghi primi piani assurdi. Senza dimenticare che il più magro pesa quanto la testa del mega squalo.
A proposito di deficienza questo film conta la partecipazione straordinaria del grande Renegade, ovvero Lorenzo Lamas. Il suo bellissimo codino di capelli finti è come al solito più espressivo del suo volto e sicuramente più intelligente. Il personaggio interpretato, infatti, è caratterizzato da una totale avversione all’intelligenza. Esordisce con un discorso stupido e termina in modo ancora peggiore.
A titolo di esempio ricordiamo:
“Come paga l’affitto al professore? In natura?”.
E subito dopo:
“Se non trovate il modo di fermarlo, quel figlio di puttana dominerà tutti i mari, e se domini i mari domini tutto il mondo. Lo avevano capito quei bastardi degli inglesi. Dottoressa, pensa che sia un po’ razzista?”.
I mostri sono assolutamente stupendi. Completamente rigidi, un adobe after effects usato al minimo delle sue potenzialità. Ripetono sempre gli stessi movimenti fino a regalarci due combattimenti identici che non provocano la minima emozione per come sono scontati. Il regista fa di tutto per sopperire alla mancanza di effetti speciali inquadrando in modo assurdo gli attacchi delle due creature ai danni delle strutture e dei mezzi. Per fortuna l’oscurità dei fondali marini riesce a mascherare alcune inquadrature sull’orlo del ridicolo.
httpv://www.youtube.com/watch?v=aiyRaxu5QNQ