Ripassare Nolan rivedendo Memento, The Prestige, Inception, Dunkirk, Interstellar, Tenet…Fatto.
Ristudiare il libro degli “spiegoni” di Nolan…Fatto.
Prendere tonnellate di Popcorn al caramello ed ettolitri di MoleCOLA e Guaranà Antartica…Fatto.

Si spengono le luci in sala
3 Ore, e si riaccendono le luci in sala.
Sono spettinato, emozionato, sorridente.
3 ore volate via, in cui non si guarda mai l’orologio, in cui il tempo, perversione di Nolan, scivola via sull’usuale impatto visivo ed emozionale di Nolan.

OPPENHEIMER racconta la storia del “Padre della Bomba Atomica”, in realtà di due uomini, J. Robert Oppenheimer (Cillian Murphy), fisico teorico, e l’Ammiraglio Strauss (Robert Downey Jr), costruitosi “self made man” da venditore di scarpe fino al Senato americano, su due linee narrative diverse: a colori, per il fisico, in bianco e nero per l’Ammiraglio. Le due linee corrono parallele, poi si intrecciano, si uniscono nel finale per la discesa negli inferi di Oppenheimer da fisico a figura politica e per Strauss da filantropo, uomo chiave per lo sviluppo della politica americana sul nucleare negli anni prima di Hiroshima e Nagasaki, a nonnetto rancoroso, che si è legato al dito l’umiliazione pubblica subita da Oppenheimer e che lo vuole “asfaltare” mentre grida con il pugno al cielo come Nonno Simpson (Cit.).

La storia è semplice: Oppenheimer non è un fisico da laboratorio che gioca con le ampolle, ma un fisico teorico, che studia in Europa, ha visioni di stelle che collassano, va in America a convincere gli Americani che la fisica quantistica è il futuro…e viene reclutato dai militari americani per essere messo a capo del progetto Manhattan per recuperare il vantaggio di anni che i nazisti hanno nella creazione di una bomba atomica. Hiroshima, Nagasaki. OPPENHEIMER non ha più visioni di stelle che collassano ma dei morti giapponesi, è divorato dai rimorsi, tenterà di influenzare la politica nucleare americana opponendosi alla creazione della “Super bomba a Idrogeno”, ma Strauss “acchitta” un processo non processo per fargli togliere il nulla osta di sicurezza per poter lavorare per il nucleare americano.

Su queste due linee parallele si incastra un cast fenomenale di attori, che verrà sviscerato e compreso singolarmente nel finale del film, ma si incastrano anche temi quali l’essere ebrei ai tempi di Hitler, il comunismo, la morale scientifica, i doveri etici di uno scienziato, lo spionaggio, il tradimento, l’egocentrismo, i rimorsi … è c’è anche un simpatico nonnetto, Alberto, si Einstein, che fa da collante a tutto il film.
Oppenheimer è una brutta persona, il Generale Groves (responsabile militare del Progetto Manhattan, uno stellare Matt Damon) lo descrive benissimo quando va a reclutarlo. Non è un padre di famiglia modello, ma neanche “versione base”, è egocentrico, nevrotico, ma ama il suo paese.

È un film di visioni: stelle che collassano, viso di Oppy, atomi che si spaccano, viso di Oppy, grandi distese del New Mexico, viso di Oppy, bomba che scoppia, viso di Oppy, distese immense cittadine o paesaggi sconfinati, viso di Oppy, stanzette o ristoranti, viso di Oppy, BOOOOOOM, viso di Oppy, la caduta verso gli inferi, viso di Oppy, grande botto…VISO DI OPPY…titoli di coda.

Nolan ancora una volta, dopo aver monopolizzato le nostre emozioni per 3 ore, ci fa a fette il cervello con il suo film, ma questa volta, forse per “aver tirato troppo la corda con Tenet”, lo fa più alla Dunkirk maniera, attraverso una storia, senza “supercazzole” (Cit.) temporali, ma tramite le angosce, i rimorsi che devastano OPPENHEIMER per quello che l’uomo può fare, nel suo percorso verso l’autodistruzione.

È un film quindi anche attuale? Nolan come Greta? Si, Nolan stesso ha parlato di “Responsabilità dei Creatori di tecnologia”: non vogliamo metterci un pizzico di Intelligenza Artificiale, che oggi come il prezzemolo trovate ovunque e ve la vende pure il supermercato sotto casa? Sicuramente sì, ovvero occhio a usare ChatGPT che domani vi trovate il Terminator di Schwarzy a bussarvi a casa.

OPPENHEIMER è un film sulla reazione a catena degli uomini non delle molecole.

In estrema sintesi ancora una volta Nolan centra il bersaglio: crea un film fatto per intrattenere, in maniera stupenda, per poi farci pensare.
Non sono un “tecnico da cinema”: per i feticisti tecnicamente OPPENHEIMER è stato girato in IMAX per la prima volta in bianco e nero, c’è tutto un mondo dietro sui formati e quali cinema sono richiesti per massimizzarne le tecniche di ripresa. Io l’ho visto su uno schermo enorme (“per dipingere una parete grande, ci vuole il pennello grande” – cit.) e da “padre di famiglia” l’ho trovato semplicemente bellissimo, con quei primi piani che ti prendono per mano, ed i dettagli di tutto quello che è intorno, apparentemente sfumati, che in maniera subliminale ti saturano il cervello.

Il mio Nolan preferito? No, rimane Interstellar, un film d’amore su in ingegnere che viaggia nello spazio e nel tempo. Ma sono gusti personali.
Un film da vedere se si ama il cinema, assolutamente si.
Grazie Nolan di esistere.

Post Credit:
Ho avuto la grande fortuna di vedere OPPENHEIMER in lingua originale.
OPPENHEIMER dura 3 ore.
OPPENHEIMER non ha scene midcredit e post credit.
OPPENHEIMER non è un film per “le famiglie” o da guardare con la propria prole piccola.
OPPENHEIMER va visto rigorosamente al cinema, per evitare di offendere la “settima arte” e privare la nostra esistenza di una meravigliosa esperienza emozionale e sensoriale.
OPPENHEIMER non ha consumato alcun pigmento rosa e non ha contribuito alla riduzione mondiale della pittura rosa.