Dopo una gestazione di oltre 15 anni arriva al cinema BLACK ADAM quindi senza tanti giri di parole e senza fare spoiler ecco a voi cosa ne pensiamo dopo averlo visto in anteprima.

A Black Adam manca quello che spesso manca alle altre pellicole DC, manca quella cosa per cui ti piace un personaggio e speri non muoia (a prescindere dal protagonista). Raccontare la nascita di un nuovo personaggio di solito da forza alla storia, ma in questo caso il racconto è pesante, storicamente dettagliato, forse troppo, perché i primi 20 minuti ci si ritrova davanti ad una lezione di storia (inventata) che poi viene continuamente cambiata durante il film. C’è da dire che cercare di creare una mitologia in 2 ore é molto complicato, però Black Adam fa molta fatica. Il suo personaggio risulta debole malgrado il carisma di Dwayne “The Rock”  (che comunque riesce in molte situazione a salvare capra e cavoli), ma soprattutto deboli risultano i comprimari che sembrano proprio la serie B della Justice League, e un po’ lo sono mi sa, ma qui alzo le mani perché non sono super esperto di DC.

L’effetto “già visto” su alcuni personaggi è abbastanza visibile (un uomo che può diventare gigante manipolando la materia? Ant-Man anyone?) mentre altri risultano poco incisivi. Ahimè la spalla  femminile è un personaggio davvero leggero, e non sto parlando dei suoi poteri a base di vento. Anche l’immolarsi degli eroi risulta quasi indifferente allo spettatore, non tanto per mancanza di empatia, ma per mancanza di informazioni, di tempo per potersi avvicinare al character (e soffrire con lui se necessario) che comunque non abbiamo mai visto prima (chi legge i fumetti forse sì, ma il pubblico da blockbuster forse no). E qui ritorna il “voler bene”, si vuole bene a Dwayne, ma non basta, costruire in un solo film un arco narrativo profondo è sì possibile, ci si può affezionare a un personaggio in 90 minuti, molti film ci riescono, ma in Black Adam il tentativo viene indebolito da una trama un po’ confusionaria e una regia molto, forse pure troppo, pop con ralenti a go go e musica epica praticamente sempre accesa, di fatto distruggendo così tutta la sua epicità. Un regista che cita un po’ tutto (anche Sergio Leone!) senza però trovare una sua identità.

Insomma l’operazione di prendere un personaggio collaterale, un po’ com’era Iron Man per la Marvel (e guadate cosa ci hanno costruito loro sopra e quanto si piange quando si arriva al distacco), e farlo diventare protagonista dandogli il volto di un attore molto amato in questo caso sembra risultare un’operazione sbilenca. DC e Warner Bros sparano un po’ alla cieca prendendoci alle volte, come con il Batman di Pattinson (anche se a qualcuno non è piaciuto), spendendo molto, ma raccogliendo sempre molto poco anche perché senza una programmazione ormai sembra difficile riuscire nell’impresa. Ovviamente non uscite subito dalla sala perché una scena post credit…