È uscito, un po’ in sordina, in questi giorni The Godfather Coda: The Death of Michael Corleone rimontaggio operato da Francis Ford Coppola in persona del suo The Godfather Part Three del 1990.

Il terzo capitolo della saga de Il Padrino è, fin dalla sua uscita, il più problematico dei film della saga, arrivato 16 anni dopo il secondo e 18 ha rappresentato e continua a rappresentare un incredibile passo falso e, per quanto mi riguarda una gigantesca occasione mancata per chiudere una saga che a onor del vero poteva chiudersi già con il secondo capitolo.

Coppola decide di tornare sul suo film trent’anni dopo cambiando leggermente l’inizio e la fine, che ironicamente, nonostante il titolo, non mostra, come faceva la versione originale, la morte di Michael.

Nonostante la volontà di Coppola di ridare dignità al suo film purtroppo questo nuovo montaggio non può cambiare il giudizio negativo sul film perché il problema de Il Padrino Parte tre non è mai stato il montaggio, il problema del film è sempre stato che non riesce a mantenere le promesse fatte con i primi due. Soprattutto la prima metà è quanto di più lontano si possa immaginare dall’immaginario e dall’atmosfera creata dai primi due film. Ogni volta che guardo la scena dell’attacco con l’elicottero mi si accappona la pelle per l’orrore, addirittura a quel punto ieri sera ho staccato il film e l’ho terminato solo oggi perchè non riuscivo ad andare avanti, quella scena non c’entra assolutamente con il Padrino, il Padrino è il film in cui vediamo, in una delle sequenze più magnificamente terribili della storia del cinema, uccidere i capi delle famiglie mafiose mentre Michael al battesimo del nipote a cui fa da padrino pronuncia le rinunce e professa il credo. Non c’è spazio per un attacco dall’elicottero, sono sceneggiate che dovrebbero essere fuori questione. La seconda parte del film, ambientata in Sicilia, recupera qualcosa a livello di atmosfera e clima ma ormai è troppo tardi per riprendere il film che si perde in un intreccio esageratemente complicato e per cui lo spettatore non ha alcun interesse.

Io sono un grandissimo fan di questa saga, e ho sempre fatto tantissima fatica con il terzo film.Per prepararmi a vedere questo “nuovo” montaggio mi sono rivisto i primi due film per l’ennesima volta, vederli tutti a poco tempo di distanza l’uno dall’altro non fa che inasprire il giudizio su Parte Tre che non regge in alcun modo il confronto con i suoi predecessori. Ho riguardato i film commentandoli live chattando con un amico anche lui grande appassionato della saga e anche lui come me da sempre deluso dal terzo capitolo e ancora una volta, come facciamo ogni volta che riguardiamo la trilogia, ci siamo messi a discutere sul film fantastico che Il Padrino Parte Tre sarebbe potuto essere e non è stato.

Perché la delusione più grande risiede nelle aspettative che i primi due film generano, promesse che il terzo non mantiene. I primi due capitoli mostrano la discesa agli inferi di Michael, da giovane idealista che non vuole avere niente a che fare con gli affari malavitosi della propria famiglia a Boss Mafioso che si autodistrugge logorato dal potere. Il Padrino parte uno e due sono la parabola infermale di un uomo distrutto dal male. Lasciamo Michael, al termine del secondo film, solo, ha fatto piazza pulita intorno a sé, ha distrutto ogni legame, ha cacciato la seconda moglie Kay e l’ha separata dai suoi figli, ha ucciso tutti i nemici e soprattutto si è macchiato del crimine di Caino, uccidendo il fratello Fredo incapace di perdonargli il tradimento compiuto all’inizio del secondo film.

Di tutto questo dolore, di tutto questo vuoto incolmabile il terzo film non riesce farsi portatore e non riesce a rendere giustizia della tragicità della figura di Michael di fatto ignorandone questi aspetti per buona parte della pellicola. Solo in due momenti il devastante logoramento interiore dell’ormai anziano viene fuori, due scene che valgono da sole l’intero film ma che non fanno altro che aumentare la rabbia per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. La prima è quando Anthony, il figlio di Michael, gli canta Brucia la terra, Michael è visibilmente scosso e piange anche per un momento mentre vediamo alternate alcune immagini del suo matrimonio con Apollonia.

Brucia la Luna n´cielu
e ju Bruciu D´amuri.
Focu ca si consuma
comu lu me cori.
L´anima chianci addulurata.
Non si da paci
ma cchio mala Nuttata.
Lu tempu passa

ma non Agghiorna.
Non c´é mai suli
S´idda non torna.
Brucia la Terra mia
e abbrucia lu me cori.
Cchi siti D´acqua
idda e ju siti D´amuri.
Acu la canto
La me canzuni
si non c´é nuddu
ca s´a affacia a lu Barcuni.
Brucia la Luna n´cielu
e ju Bruciu D´amuri.
Focu ca si consuma
comu lu me cori.

Queste le parole della canzone che rappresentano benissimo tutto il suo dolore, tutta la malinconia per un passato di pace che non ha mai potuto vivere.

La seconda scena è quella della confessione, Michael sente che non ci può essere perdono per lui, quello che ha fatto è troppo grave, il Cardinal Lamberto lo sprona a ricevere il sacramento e Michael per la prima e unica volta esprime e tira fuori il proprio dolore, il proprio male in un momento catartico che è tra le scene migliori della saga, non può resistere, per quanto dannato si senta, il bisogno di redenzione e di pace non possono essere nascosti. Michael anela il perdono, all’inizio del film, a colloquio con il corrotto Arcivescovo Gilday gli dice “Don’t underestimate the power of forgiveness!”, una battuta buttata un po’ là che avrebbe necessitato un approfondimento importante. Michael distrutto e logorato, con un buco enorme nel cuore, sa qual è la forza del perdono, perché con tutto il suo potere, la sua ricchezza, la sua apparente grandezza è stata l’unica cosa che non è riuscito a conquistare.  Vi riporto la confessione perché è stupenda:

Cardinal Lamberto: Would you like to make your confession?

Michael Corleone: [flustered] Your eminence, I… it’s been so long… I wouldn’t know where to… It’s been 30 years. I’d use up too much of your time.

Cardinal Lamberto: I always have time to save souls.

Michael Corleone: Well… I am beyond redemption.

Cardinal Lamberto: I hear my own priests’ confessions here. The urge to confess can be overwhelming, and we must seize the moment.

Michael Corleone: What is the point of confessing if I do not repent?

Cardinal Lamberto: I hear you are a practical man. What have you got to lose, eh? Go on.

Michael Corleone: [hesitantly] I… I betrayed my wife.

Cardinal Lamberto: Go on, my son.

Michael Corleone: I betrayed myself. I killed men, and I ordered men to be killed.

Cardinal Lamberto: Go on, my son, go on.

Michael Corleone: I… ah, it’s useless.

Cardinal Lamberto: Go on, my son.

Michael Corleone: [crying] I killed… I ordered the death of my brother. He injured me. [sobbing] I killed my mother’s son. I killed my father’s son!

Cardinal Lamberto: Your sins are terrible, and it is just that you suffer. Your life could be redeemed, but I know you do not believe that. You will not change. [crosses to Michael] In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.


Il Padrino Parte tre che ho sempre sognato, che non ho mai avuto e che mai avrò, è un film intimista sul dolore di Michael. Distrutto e logorato dal male compiuto, solo abbandonato da tutti se non dalla sorella Connie alla quale non ha il cuore di confessare l’omicidio di Fredo per paura di perderla, Michael cede tutte le attività, i casinò, gli hotel, lascia tutto e si ritira in Sicilia da Don ‘Masino. Alla morte di questo conosce il Cardinale, che si prende a cuore di provare a salvare l’anima dannata del vecchio Padrino. Il film sarebbe stata una raccolta dei dialoghi tra i due e avrebbe compreso tutto, dagli slanci idealistici del giovane Michael che si arruola nei marines per combattere per la propria patria, una spinta ideale che però non basta, non ha vere radici, non riesce a indirizzare tutta la sua vita, che si perde e viene distrutta dal male, il suo dolore, la sua solitudine, il suo rapporto con la fede, fino a quel momento usata come una maschera, come una facciata dietro cui nascondersi, la sua disillusione e il suo sentirsi oltre ogni possibilità di redenzione. La vecchiaia, i rimpianti e la necessità di salvezza e di perdono che ogni uomo anela e che si affaccia prepotentemente nella sua vita nell’incontro con il sacerdote. Sarebbe stato il Mafia Movie che avrebbe messo fine a ogni mafia movie e non avrebbe trattato nemmeno di mafia. Sarebbe stato un film sul dolore, sul male e sulla redenzione. Alla fine, ci sarebbe stata la confessione, per la prima volta avremmo sentito parlare dell’assassinio di Fredo, ombra che avrebbe aleggiato su tutto il film. Sarebbe stata l’analogia filmica di due grandissimi momenti della storia della letteratura occidentale l’incontro tra Jean Valjean e il Vescovo Myriel ne I Miserabili di Victor Hugo e quello tra l’Innominato e il Cardinal Borromeo ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Il film si sarebbe chiuso allo stesso modo della versione originale della parte tre, con Michael a riposarsi nel cortile della sua casa che viene colto da un malore e muore. Prima dei titoli di coda un cartello “To John Cazale”.

Le cose sono andate diversamente, purtroppo, o per fortuna, magari voi amate il Padrino Parte Tre e avreste odiato la versione che io ho sempre sognato. Chissà.

Comunque la trilogia originale del Padrino è disponibile in Streming sia su Amazon Prime Video che su Netflix.

The Godfather Coda: The Death of Michael Corleone è acquistabile in blu-ray o noleggiabile in digitale su tutte le piattaforme.