Arriva nelle sale italiane The Predator di Shane Black, sequel della saga sugli Yautja (il vero nome della razza aliena) iniziata nel 1987 con Predator, mitico action movie ormai entrato nella leggenda con Arnold Schwarzenegger.

Il nuovo film vuole essere una rampa di lancio per provare a riportare in vita un franchise che non ha mai avuto realmente successo. È vero il primo film è un cult ormai entrato nel mito, ma era un film che stava su da solo, ebbe successo e si pensò di portare avanti la storia, d’altronde gli Yautja erano un concept figo, erano piaciuti, perchè non spremerli un bel po’? Beh, il succo buono era già uscito con il primo film e tutti i seguenti derivati non riuscirono mai a replicarne i fasti, anche se il successo di predator continuò in altri medium come fumetti e videogiochi.

Ora però siamo nel periodo boom dei reboot/remake e del rispremere a cannone qualsiasi cosa abbia avuto successo negli anni  ’80/’90  e allora Shane Black, che aveva recitato nel primo Predator, ha tentato  di ridare nuova linfa e vita ai grandi mostri alieni dalla vista termica.

Il tentativo è riuscito piuttosto bene, anche se con delle riserve. Ma partiamo da cosa va bene: è molto intelligente il modo in cui Black si è approcciato alla regia del film, The Predator attualizza gli stilemi della saga con ironia senza però passare a quel becero umorismo, che sa un po’ di presa in giro, che possiamo trovare in moltissimi dei remake/reboot/sequel di film anni ’80 fatti negli ultimi anni. Shane Black cita i primi film senza andare mai a mettersi in una posizione di deferenza e senza mai il bisogno di scimmiottare i precedenti capitoli. Ottimo anche tutto il cast a partire dall’ottimo Boyd Holbrook, passando per il piccolo ma sempre bravissimo Jacob Tremblay e per tutti gli altri componenti del team di soldati che accompagneranno Holbrook nella caccia/lotta con il predator e che tratteggiati ottimamente, in pochi minuti diventano subito familiari e sospingono il film nei momenti di respiro, dando vita a  diverse scene simpatiche e divertenti. Ottime anche tutte le scene anche action fino agli ultimi 20 minuti, e qui arriviamo a cosa non va nel film, e cioè il finale.
È come se ad un certo punto il film deviasse dal percorso, fin qui molto buono, che aveva percorso per avviarsi verso un nuovo sentiero di scelte becere, prevedibili e frettolose. Cosa che però rovina anche lo scontro finale con il predator, che viene liquidato sbrigativamente risolvendo la lotta nel più deludente dei mondi, mandando all’aria l’inventiva usata per tutto il film e per poi portarci in un battibaleno alla scena finale che lancia un ipotetico sequel. Perché è successo tutto questo? Perché Shane Black voleva fare un bel film action autoconclusivo come il primo predator mentre i produttori volevano il primo di una trilogia, quindi Shane Black ha girato per tre/quarti il suo film e poi lo ha concluso nel modo che voleva la produzione. Ora la rinascita o no del franchise dipende unicamente dal successo al botteghino del film.

Al netto del finale deludente però questo The Predator resta un buon film action e un buon blockbuster, è divertente, le scene d’azione per quasi tutto il film sono ben girate e i personaggi sono praticamente tutti ottimi. Poteva essere meglio? Certamente, ma poteva essere molto peggio e invece è un degno sequel di un film che non doveva avere sequel.