Avete presente quei giochi che nascono talmente nerd ma talmente nerd da risultare orridi?

Quei giochi tipo “i piccoli esperimenti” che vi regalava il padre tutto fiero e voi ci rimanevate male perché volevate il Daltanius trasformabile?
Ecco, tra questi rientrava la serie di giochi educativi “Capsela”.
Sulla carta le cose erano geniali: dei moduli sferici trasparenti con sei punti di aggancio esagonali contenenti motorini, ingranaggi, contatti che si potevano collegare tra loro per creare fantastiche invenzioni.

spacelink capsela

Sembrerebbe proprio il gioco in grado di fare impazzire noi piccoli Sheldon, se non fosse stato che le cose create erano degli accrocchi informi e pallosi (d’aspetto e di fatto) che non reggevano assolutamente il confronto con gli ormai agguerritissimi LEGO Technic.

La ditta costruttrice (la Mitsubishi) ebbe però un’idea non male: utilizzare i moduli sferici di Capsela per realizzare dei giocattoli fantascientifici. Svuotati dei componenti elettronici e “riempiti” con cabine di pilotaggio ed omini di plastica gli sferoidi si prestavano straordinariamente bene ad impersonare macchine spaziali. Vennero aggiunti dei componenti specifici quali moduli veicolo e rampe lanciamissili e la fantastica serie di giochi “Spacelink” era nata.

spacelink capsela

Le scatole erano tendenzialmente composte da un maxi veicolo con una cabina di pilotaggio principale, tre o quattro moduli sferici, accessori (paratie, ali, ruote, ecc.) e un motorino a retrocarica. Completava l’opera un pilotino in plastica snodato.

I moduli dei modelli, una volta separati, potevano facilmente essere usati come veicoli a sé stanti. Carinissimo il già citato motorino che aveva un posto di pilotaggio “nascosto” sul retro e poteva essere usato come macchinina per il pilota. Inoltre le combinazioni e le trasformazioni erano molteplici, ovviamente il divertimento aumentava combinando più scatole.

Al contrario dei LEGO ove, tendenzialmente, la fase di montaggio e di gioco erano abbastanza separate negli Spacelink la semplicità degli incastri ed i moduli rendevano le trasformazioni e gli sganciamenti parte integrante del gioco stesso. Un modello poteva essere infatti smontato e rimontato completamente in pochi secondi.

Purtroppo, nonostante il successo, la linea rimase sempre “figlia” delle scatole Capsela che la Mitsubishi mirava ad introdurre nelle scuole.
Il crollo di questo progetto trascinò Spacelink nella tomba di conseguenza.
Peccato.