oblivion-posterEcco, in che modo possiamo definire un film come Oblivion?
Per me e’ fantascienza cinematografica dell’IKEA.
Hollywood che pesca dalla sua personale IKEA dell’immaginario, quindi ecco quei particolari design li’, quella particolare estetica la’, tutto preciso e puntuale, non sia mai che si prenda qualcuno alla sprovvista. Anche la merce narrativa risponde ai criteri IKEA. Merce apparentemente di gusto e sofisticata, disposta con un certo ordine, ma in realtà palesemente standardizzata, uniformata, livellata.
Ora, io all’IKEA una volta ci so’ stato. Non sono mia sorella, quindi non la ricordo come un’esperienza grandiosa ed esaltante (come pescare una trota marmorata nell’Avisio, ad esempio) ma, insomma, in qualche modo la giornata la sfangai…
Poteva andare peggio, poteva essere fantascienza cinematografica di Marino fa Mercato, e parlo del magazzino mezzo dismesso accanto alla Conbipel di Capolona.
Anche la’ ci so’ stato. Più di una volta. E sempre il senso di desolazione e abbandono schizzava ai massimi livelli.
Oblivion, con la sua fantascienza cinematografica dell’IKEA, non è un gran viaggio, ma riesce comunque ad offrirti qualche momento di mediocre svago ( soprattutto nel finale, forse anche perché sei consapevole di trovarti nell’epilogo)…

Però se qualcuno desiderasse passare una meravigliosa giornata, non dico pescando a spinning una trota marmorata nell’Avisio ( sarebbe troppo) ma insidiando una fario di buona pezzatura in un bel torrente appenninico, allora rivedetevi Moon.
Fatelo, e sappiate che non cito questo titolo a caso…
Io lo farò. Preparo l’esca perché con Moon la fario abbocca e so che proverò un autentico piacere.

httpv://youtu.be/feEyIRgiX2s