Se c’è una cosa che ci ha insegnato il natale è che Die Hard non è solo un action movie tra i più riusciti degli ultimi 40 anni, ma soprattutto un film di Natale. Si c’era il Nakatomi Plaza, il sangue, i cattivi, un poliziotto con un forte mal di testa, ma alla fine era un film di Natale: uno di quelli da guardare con la copertina e lo sfondo delle luci colorate. Mi lancio nel dire che un Natale senza Die Hard è un Natale senza Una Poltrona per Due.

Fine parentesi natalizia.

Quando Maroschi mi ha detto “vuoi andare a vedere Una notte violenta e silenziosa (Violent Night)?” Ho letto la trama ho subito pensato: cavolo, è Die Hard con Babbo Natale al posto di John McLain: il vero Babbo Natale. Il mio istinto nerd ci ha quasi preso. Entrato in sala senza guardare il trailer e neanche sapere il nome del regista (lo so, non molto professionale, ma alle volte è fico lasciarsi sorprendere) mi sono trovato davanti a un riuscitissimo action flick che omaggia (esplicitamente) Die Hard, ma che non disdegna la commedia natalizia per i più piccoli (Mamma ho perso l’aereo) riuscendo però a dare alla pellicola un taglio personale (violento) che alla fine riesce a staccarsi dagli archetipi per trovare una sua (folle) personalità. C’è la violenza gratuita, volutamente ridicola è gore allo stesso tempo (quella che vi fa dire “no ti prego così no”), c’è un protagonista simpatico e protettivo ma che non devi far incazzare (il gigante buono “hopper” segue David Harbour dovunque vada e non è un male, aggiungo io: quando scegli un protagonista scegli anche l’immagine che lo spettatore ha di lui), c’è una bimba spericolata che ha appena visto Mamma ho perso l’aereo, e c’è un gruppo di caratteristi forse un po’ sopra le righe ma in fondo in linea con la premessa del film: un gruppo di mercenari senza scrupoli irrompe nella tenuta di una ricca famiglia la notte di natale prendendo in ostaggio tutti i presenti: pronti a tutto ma non a Babbo Natale (ah, e se ve lo state chiedendo, si, è una sceneggiatura originale).

Durante Violent Night si ride, si urla (per i colpi particolarmente frequenti alle parti basse), ci si commuove anche un po’ (in fondo è un film di Natale) e soprattutto ci si diverte, un film senza pensieri (ma con una morale) che rovescia e distrugge il Natale per ritrovarlo alla fine più forte che mai.