Quando si inizia a parlare di Final Fantasy in questo mondo «modderno»di solito si scatena una caciara. Già, ormai sono tutti esperti di retrogaming. Anche il lattaio.

Quindi si parte parlando di rpg su console, di jrpg. Di strutture chiuse, di open world… tutte boiate per fingere di esserci stati. Magari dimenticando che i primi Final Fantasy non li abbiamo giocati perché, da buoni ignorati non sapevamo l’inglese. No, il primo non è quello con Cloud.

Final Fantasy 1

Eh, ma i retrogamers lo sanno che i primi capitoli furono pubblicati in USA in ordine sparso ed, ovviamente se li sono recuperati su android con la grafica rifatta (male).

Però qui ci spingiamo oltre e parliamo di D&D. Il famoso gioco di ruolo di Gary Gigax, infatti, sta alla base dell’idea di Final Fantasy. Sembra scontato ma non stiamo parlando del sistema di classi e di oggetti. Sarebbe troppo semplice vero?

Final Fantasy D&D

Con i vari volumi della prima edizione di Dungeon & Dragons si sviluppò infatti uno stile di gioco destinato a diventare epico quanto odiato. Stiamo parlando del mitico EUMATE, ovvero

Entra!

Uccidi Mostri!

Arraffa Tesori!

Esci!

Cosa succedeva: il Master creava un dungeon, o più di uno concatenandoli con una trama semplice che non lasciava ai giocatori lo spazio per variare le cose (ma manco lo si cercava). Il divertimento era, appunto, esplorare i labirinti affrontando i mostri che li popolavano ed accumulando punti esperienza, armi e tesori.

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Ecco, questo stile trasposto in formato videoludico generò Final Fantasy. I vari capitoli della saga seguono perloppiù lo stesso schema. Si esplora un mondo in un ordine pressocché prestabilito e si accede alle varie missioni sconfiggendo i mostri. La trama è fissa (benché sempre notevole) ed il divertimento sta solo nel sano e semplice EUMATE.

Questo farà sempre storcere il naso ai puristi, è ovvio.

Ma cavolo se è bello!