Sapete quelle serate dove, un po’ brilli, si immaginano film, storie, con quell’incipit tipico “pensa se facessero un film…”? Ecco, nella realtà di solito si finisce il giorno dopo con un gran mal di testa e un vago ricordo di quello che si è detto e raccontato. A Hollywood può succedere invece di trovarsi con quasi 40 milioni di budget e uno script con un titolo che è tutto quello che succederà nel film e niente più: un orso sotto cocaina aka Cocainorso.
Malgrado le forti aspettative Cocainorso è un film di serie B che sembra scritto da qualcuno che di Film di serie B ne ha visti molto pochi, pensando che l’idea basti a se stessa: manca la caratterizzazione (superficiale e facilona) mancano le difficoltà creative (spesso necessità fa virtù) e i colpi di genio che ne conseguono quando hai a che fare con un budget striminzito e un’idea forte. Come già accennato, la prima stortura è già nel budget che ammonta a quasi 35 milioni di dollari (spesi male), una cifra monster per un progetto del genere. Se poi ci aggiungi che dopo neanche 3 minuti di film hai già mostrato la bestia feroce e il suo vizietto, allora i problemi diventano abbastanza insormontabili. Nessuno pensava di vedere Lo Squalo o Uccelli di Hitchcock, tutt’altro stile, ma quando fai un horror, seppur con una forte componente comica, le scelte che prendi hanno un impatto profondo sulle aspettative dello spettatore. E Cocainorso delivers, come dicono gli americani, tutto quello che ha da dire in talmente poco tempo che il resto, la storia che viene raccontata per giustificare i 90 minuti di film, diventa superflua e a tratti addirittura noiosa. La violenza gratuita poi, splatter e alquanto gore, per quanto divertente per alcuni (de gustibus) sembra quasi fuori luogo, incoerente con il tono comico (“Knock on the Cabin” nasconde non per questo risultando meno forte), non tanto nella sua quantità, quanto nel suo realismo che niente ha a che vedere con la caratterizzazione surreale dei personaggi (quasi cartoonesca).
Cocainorso sembra la parodia di una parodia di un film di serie B, uno di quegli sketch del Saturday Night Live che però dura un’ora e mezza, avendosi bruciato la battuta migliore nei primi 10 minuti. Non ci sono colpi di scena, non ci sono battute indimenticabili (un paio fanno ridere lo ammetto), non ci sono evoluzioni particolari dei personaggi (ma questo è l’ultimo dei mali visto il genere) ma soprattutto manca una cura a livello registico (le scene potrebbe averle girate Chat GPT), di sceneggiatura (tanti i momenti “spiegati” dai personaggi, e le “giustificazioni” verbalizzate per coprire i buchi narrativi), di montaggio (a un certo punto c’è, ve lo giuro, un flashback riferito a un qualcosa successo pochi minuti prima, la cosa più ridicola che abbia mai visto), e in generale di coerenza: che senso ha settare un tono splatter/comedy per poi inserire momenti lirici completamente sconnessi ed emotivamente impossibili da metabolizzare per lo spettatore? Che senso ha prendere un attore di talento come Alden Ehrenreich per poi fargli fare la parte del criminale piagnucolone? (e non è un’operazione alla Leslie Nielsen nella Pallottola Spuntata per dire). Un velo pietoso su Ray Liotta (deceduto dopo le riprese) che forse avrebbe dovuto valutare meglio le sue scelte artistiche. Quando ti offrono un film e hai una certa età dovresti sempre chiederti: e se morissi domani? Sarebbe questo l’ultimo film della mia carriera? RIP Ray <3)
Disclaimer inevitabile: il film esce nel momento peggiore dal punto di vista comunicativo visto l’incidente reale che ha colpito un ragazzo in Trentino. Ciò non toglie che il film non ha alcuna colpa se non quella di essere un brutto film che sfrutta maldestramente quella che sulla carta poteva essere un’ottima idea, realizzandola però nel modo peggiore. La cosa incredibile è che l’operazione commerciale (85 milioni di incassi) ad oggi è pienamente riuscita, e per un B-Movies, quello che conta è il risultato.