Dopo 15 anni anni dal primo Hellboy  diretto da Guillermo del Toro, il demone rosso dei fumetti ideato da Mike Mignola torna al cinema in un reboot che prova a lanciarlo in un panorama cinematografico letteralmente infestato dai cinecomic.

Appunto considerando il sovraffollamento di personaggi dei fumetti nel grande schermo era ovvio che si sarebbe pensato a un rilancio di Hellboy chiamati all’impresa sono Neil Marshall alla regia e David Harbour nei panni del demone con le corna spuntate.

Il primo è un regista prevalentemente televisivo che ricordiamo soprattutto per due bellissimi episodi di Game of Thrones: Blackwater e The Watchers on the Wall; il secondo è il nostro amato Jim Hopper di Stranger Things che sebbene truccato da Hellboy sia irriconoscibile, con i suoi 2 metri di altezza e la sua voce profonda riesce comunque a dare carisma e personalità al personaggio.

Insomma, nonostante i fan dei primi due film reclamassero a gran voce un sequel con il ritorno di Del Toro e di Ron Perlman, che voleva tornare e aveva anche lanciato una campagna social, le premesse per un efficace reboot sembravano esserci tutte peccato che poi in realtà il risultato sia veramente deludente. Hellboy infatti è un film fuori tempo massimo, è scritto, girato e diretto come un tv movie di 15 anni fa e non ha niente da dire e da aggiungere ai due film di Del Toro. E non perché la trama sia la stessa di quella dei due film precedenti, perché non lo è, ma perché proprio non ha il passo per competere con le produzioni ad alto budget non solo del 2019, ma forse nemmeno del 2015 e nemmeno la malizia per cercare di attrarre nuovi fan, che doveva essere la base da cui partire dato che i vevvhi fan partivano prevenuti e quasi sul piede di guerra.

Invece a parte lo spiegone sulla nascita di Hellboy, lo spettatore è catapultato in medias res in una storia di cui, se non conosce già qualcosa prima, farà molta fatica a trovare le coordinate per orientarvicisi. Un po’ come se vi dicessero di iniziare a leggere il fumetto e invece del primo albo vi dessero in mano il ventesimo, alcune cose risulterebbero complicate.

Ma ora passiamo alla vera cosa tremenda di questo Hellboy: gli effetti speciali.

Gli effetti visivi e la CGI del film sono scarsi a livelli così estremi che fanno il giro e diventano simpatici, ma il livello è veramente basso, per darvi l’idea in certi momenti mi ricordavano gli effetti speciali di Xena-Principessa guerriera, già nel prologo che precede i titoli di testa e che serve a introdurre il villain del film, la perfida strega Nimue (Milla Jovovich) la CGI è così imbarazzante da produrre ilarità e la cosa non va a vantaggio del film dato che spesso sono proprio i momenti più seri e drammatici a farne largo uso.

Poi, se si chiude un occhio o magari anche due, il film è anche godibile e divertente ma mai da convincere fino in fondo.

Insomma non funziona e delude questo reboot di Hellboy. Dispiace perché il materiale e le basi per poter portare al cinema qualcosa di buono e di fresco per il panorama dei cinecomic c’erano, peccato che scrittura e, soprattutto CGI compromettano davvero la visione, molto apprezzabile invece il trucco su David Harbour che lo trasforma in maniera molto convincente.

Arriva al cinema oggi (11 aprile 2019), come avrete capito, non mi sento di consigliarvelo, non vale davvero la pena, magari aspettate che arrivi in TV o su qualche piattaforma di streaming.