Se c’è una cosa che ho odiato profondamente di Amazon Kindle è stata l’”opportunità” che questo mezzo ha dato a molti sedicenti “scrittori in erba”. Il gusto di cercar qualcosa di nuovo, infatti, si è andato perdendo tra centinaia e centinaia di scritti autopubblicati. Pochissimi dei quali offrivano una narrazione superiore al mediocre.
La conseguenza di questa “fiera del dilettante” fu, da parte mia, il triste abbandona della narrativa italiana (salvo autori famosi).
Così facendo, ovviamente, mi sono perso parecchie belle opere.
Per un amante del giallo e del poliziesco come me è stato quindi un piacere scoprire (tardivamente) il Commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni.
Tra l’altro lo ho scoperto nel modo più nerd possibile grazie alla versione a fumetti di Bonelli che mio fratello e la sua dolce metà mi hanno gentilmente regalato.
Ma chi è il commissario Ricciardi? Un poliziotto che lavora nella Napoli fascista ma anche un uomo tormentato da una maledizione. Come il protagonista de: “Il sesto senso” infatti Luigi Ricciardi vede fantasmi, ombre, memorie ectoplasmiche delle persone. In particolare vede l’ultima proiezione delle stesse al momento della loro morte.
Se da un lato, spesso, questi spettri forniscono al commissario preziosi indizi per le indagini dall’altro sono una presenza macabra e costante nella sua vita. L’affrontarli è una lotta continua che ha reso l’uomo serio e taciturno.
Questa alchimia di noir ed horror rendono i brevi romanzi delle piccole perle. La Napoli tratteggiata in essi è veramente cupa e non ha nulla da invidiare alla Parigi di Maigret.
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Come ho detto io ho avuto, inoltre, il piacere di apprezzare l’opera a fumetti di Bonelli. Il primo numero, sceneggiato da Claudio Falco e disegnato dall’ottimo Daniele Bigliardo è uno di quelle bellissime opere “vecchio stile” che lasciano il gusto di “guardare le figure”. Unica critica che mi sento di fare è la retinatura a toni di grigio azzurro volta ad ottenere un effetto cinematografico. Avrei preferito i classici toni di grigio, li trovo meno forzati.
In conclusione siamo davanti alla bellissima trasposizione a fumetti di una serie di piccole perle italiane. Se amate il genere è consigliatissima.