Dopo il mio precedente articolo, e con il sommo rischio di incorrere nelle ire del nostro mega direttore galattico, mi ritrovo ancora una vola a parlare del nerdmaghetto Harry Potter.

Infatti in questo periodo ricorre il ventennale della prima edizione italiana dei romanzi della Rowling.

Di annedoti da raccontare che ne sarebbero molti, a partire dalla mitologica copertina sbagliata col nome dell’autrice per intero ed Harry illustrato in copertina senza occhiali; ma più che i fatti curiosi la cosa che a me balza in mente è il periodo.

All’uscita dei libri di Salani, infatti, il mondo era molto diverso, i cellulari erano ancora oggetti di lusso e la PS1 rappresentava il massimo delle brame del nerd medio.

Io non sono un lettore della primissima ora e, quando approcciai i libri, il mitico Nokia 3310 già mi appesantiva la tasca.

Non che la cosa aiutasse più di tanto, avevo qualche sms a disposizione che, al massimo, poteva indirizzarmi al pub ove si trovavano gli amici ma non certo aiutarmi a scegliere le letture.

Internet dite? Certo, peccato che girasse a 56k e che si pagasse al minuto.

Quindi mi dovevo accontentare delle recensioni di “Topolino”. Fu proprio sul settimanale della Disney che lessi la prima recensione entusiastica di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, poi la seconda, la terza, la quarta…

Insomma, quel libro “per ragazzini” doveva essere particolarmente bello, così mi decisi ad acquistarlo e lo lessi. E fu amore!

 

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Dopo ci furono le attese immani per i seguiti (si parla di anni) e le memorabili prenotazioni alla libreria. Ma la cosa incredibile fu il successo planetario di un libro.

I film erano lontanissimi e quindi nessuno si immaginava Hermione con la faccia di Emma Watson (ci riuscireste ora?), seguivamo ed amavamo personaggi che si formavano nella nostra immaginazione. Nulla di nuovo per un lettore ovviamente, ma la cosa incredibile era che la foga che contraddistingueva i fan del maghetto, degna di “Guerre Stellari”.

L’uscita dei film segnò inesorabilmente la fine di quello stranissimo periodo. Le pellicole ebbero il successo che meritavano e l’Harry “tozzetto” di Radcliffe sostituì ben preso il maghetto spigoloso e slanciato dei libri. Gli attori prestarono la faccia ai personaggi cancellando dalla memoria collettiva l’Hemione bruttina, dentona e scura di pelle, i gemelli Weasley bassi, muscolosi e tarchiati, e molti altri visi descritti con minuzia dalla Rowling.

Nulla di male, intendiamoci, però volevo ricordare con voi uno dei brevi periodi in cui dei personaggi, a cui dava il volto solo la nostra fantasia, insidiarono seriamente il grande schermo.

Un ricordo che sono contento di avere.