Come nello scorso articolo sugli Exogini anche in questo parliamo della mitica GIG. Negli anni ‘90 l’azienda fiorentina stava vivendo la sua «seconda giovinezza». Con l’acquisizione dei diritti per Nintendo era riuscita a surclassare la Mattel, in Italia e le linee da lei importate dei Transformers e delle Micromachines stavano andando a gonfie vele.

Quando la Takara sfornò quindi la linea «Transformers Micromster», ispirandosi palesemente al successo delle macchinine della Galoob, penso che in quel di Firenze ci sian stati degli orgasmi multipli.

La linea fu quindi importata ribattezzandola «Micro Transformers». Il successo non fu travolgente ma rimase incoraggiante, tanto da garantire l’arrivo in Italia di tutte le confezioni singole, della maggior parte dei playset e di alcuni veicoli. I grandi assenti furono, purtroppo, i robot componibili.

Il concetto era semplice: dei piccolissimi veicoli trasformabili. In pratica al prezzo di un normale Transformer si avevano quattro modellini. Il che consentiva di avere una discreta collezione con poca spesa.

Ad onor del vero le primissime confezioni non erano molto allettanti, i mezzi erano poco riconoscibili ed i robot non eran proprio bellissimi. Ma ben presto la qualità migliorò ed alcuni modelli, come quelli militari, erano piccoli capolavori.

I playset altro non erano che degli «scatolotti» collegabili tra loro che, da scenari cittadini, mutavano in basi spaziali. Avevano una buona qualità nei materiali ma esteticamente non erano eccelsi. In ognuno di essi era contenuto un Micro Transformer già presente nelle confezioni ma con colorazione speciale.

L’errore della Takara, che si ripercosse sulla GIG, fu però quello di non inserire fin da subito nella serie i suoi personaggi più famosi. Optimus Prime e Rodimus (bellissimo) arrivarono molto tardi, in confezioni dedicate e care. Non li vedemmo mai nel bel paese.

Peccato perchè una miniversione di Commander, Saetta, Megatron & C. avrebbero potuto veramente far la differenza visto che, già allora, avere una serie discreta di Transformers «plus size» era una follia da ricchi.