Nel 1987 la mitica GIG decise di lanciare sul mercato una serie di pupazzi gommosi di piccole dimensioni originari dal «solito» Giappone. Nelle intenzioni dei loro creatori questi giocattoli riproducevano i personaggi della serie Kinnikuman, un anime di westling con personaggi alieni.
Ovviamente il cartone non era visibile in Italia (arriverà nel 2005).
La GIG decise quindi di non sfruttare il fattore lotta libera e di concentrarsi sull’aspetto alieno.
Nacquero così i mitici Exogini.


Paradossalmente, in quell’epoca di personaggi giocattolo ben delineati (Master, Big Jim, ecc.) il ritorno ai semplici «soldatini» che lasciavano ai bambini l’arduo compito di decidere chi siano i «buoni» e chi i «cattivi» si rivelò vincente. Il piccolo prezzo (500 lire l’uno), con la conseguente possibilità di possederne un gran numero, e gli scambi fecero il resto.
L’unico accenno di trama, in Italia, fu dato dall’album di figurine che, in quegli anni, immancabilmente seguiva ogni prodotto di successo. Qui gli Exogini venivano presentati come «invasori alieni». L’idea geniale, degna di Douglas Adams, fu quella di presentare la conquista della Terra da parte dei piccoli mostriciattoli come praticamente avvenuta. Però, essendo gli Exogini di dimensioni subatomiche, nessun essere umano se ne è mai accorto, esattamente come nessuno si accorge della presenza degli acari. L’album descriveva sommariamente le fasi dell’invasione e si concludeva, appunto, con l’affermare che «ogni atomo di terra e di acqua è ormai pieno di Exogini».


L’anno dopo GIG lanciò una seconda serie basata, stavolta, su stampi dell’americana Panosh che rappresentavano guerrieri ninja, di gran moda in quegli anni. Le fattezze abbastanza grottesche e l’aspetto mostruoso di molti personaggi legavano molto bene con la serie precedente nonostante non siano state originariamente collegate.
La scultura di questa nuova ondata di Exogini era, però, lievemente peggiore rispetto agli originali giapponesi.


Sulla nuova serie, uscita dieci anni dopo, e su quella luminosa attualmente in vendita non ci esprimiamo per questioni di educazione.