«Sono felice di essermi innamorata di un uomo di nome Asuka Kano!»

Con queste parole la giovane Sonoko rincuora il nostro protagonista nell’ultimo capitolo della serie. Ed in questa frase ritroviamo uno dei tormentoni più amati dell’iconografia nipponica ovvero il cyborg e la lotta di questo essere, a metà tra uomo e macchina, per l’affermazione del suo lato umano. Kikaider, Kiashan, Hiroshi di Jeeg Robot… l’elenco potrebbe continuare per pagine.

Forse è per questo che il manga di Xenon, apparso alla chetichella sulla mitica rivista «Zero» negli anni novanta, si insediò permanentemente nel cuore di molti lettori Italiani.

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Asuka Kano si ritrova, vestito di stracci, a vagare per Tokio, non ricorda nulla del suo passato ed il suo corpo è attraversato da strane suture che seguono la muscolatura. Aggredito da una banda di teppisti ed, in seguito, da un misterioso killer cibernetico Asuka riesce ad attivare il sistema «Xenon». Dalle suture fuoriesce un’armatura che lo ricopre, la sua forza è centinaia di volte superiore a quella di un umano, ha un’elevazione di 40 metri e la sua corazza in xenonio è praticamente indistruttibile nonché dotata di propulsori.

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In seguito alla tragica morte della madre, Kano riacquista la memoria. Ricorda così che il suo cuore ed il suo cervello sono stati impiantati nell’unità Xenon dalla Bloody Sea, una multinazionale produttrice di armamenti.
Il capo di quest’ultima, Tono, non è però disposto a lasciar fuggire il suo prototipo.

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Inizia così la battaglia di Asuka contro i mostruosi cyborg della che la compagnia gli scatena contro Il ragazzo viene aiutato dal professor Hykimori (che progetta un elmetto per per Kano, essendo la testa priva di corazza), da Yoko (un’altra cyborg ribellatasi alla multinazionale) e da Riujy (un teppista, vecchio rivale di Asuka).
La saga si interrompe però senza un vero e proprio finale: Kano e Yoko riescono a sferrare un colpo molto grave a Tono nel tentativo di salvare Riujy ma i tre risultano dispersi.

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L’autore di «Xenon», Masaomi Kanzaki, si dedicò poi ad altri progetti e sembrò dimenticarsi dello sventurato cyborg. In occasione di una ristampa in volumi dell’opera, però, arricchì l’edizione con uno storyboard sul finale della saga dove sembra profilarsi un «happy end» con Asuka che ritrova il suo vero corpo. Di recente il mangaka sta concretizzando la cosa in un vero e proprio manga edito, in Italia, da GP Manga col titolo di «Xenon 199X-R». Temo però che ormai l’idea sia stantia e, soprattutto, che il tratto dell’autore sia invecchiato malissimo.

Vi consiglio, se non lo avete letto, di procurarvi la saga originale.

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