Ghost in the shell in versione Scarlett

Nel corso del 2017,  come se non ci fossero abbastanza uscite interessanti, è stata confermata anche la trasposizione live action di Ghost in the Shell. Dal noto manga/anime che nel corso degli anni ha prodotto  e riproposto diverse versioni di se stesso.

Data la mole importante del materiale da trattare, si è deciso di mettere nelle traballanti mani del registra Rupert Sanders, Il quale se avesse nel dirigere la metà del talento che ha dimostrato nel rimorchiare le sue giovani protagoniste,  sarebbe quantomeno al pari di Whedon.

La caretterizzazione della protagonista (Motoko Kusanagi)  può comprendere tutto e il contrario di tutto, dato che negli anni è sempre stata gestita diversamente, a volte assente e disinteressata, a volte ossessiva e curiosa, rimane però come punto fisso l’afflizione della coscienza consapevole (Ghost) all’interno di un corpo sintetico (the shell, appunto) . Ed è proprio la caratterizzazione il punto chiave del film, del resto, creare Robot e macchine futuristiche non sono certo uno scoglio al giorno d’oggi.

scarlett in the shell 2

L’ottima Scarlett,  non è solo la scelta più intelligente e invitante per il film, è l’unica scelta possibile, dato che tutto il progetto è improntato su di lei, la capacità di gestire un personaggio cosi emblematico l’ha già dimostrata nel buon Lucy di Besson. E anche se recentemente il film è stato accusato di sbiancamento (dare volti di bianchi a personaggi neri o asiatici) credo che sia stata fatta la scelta giusta in questo senso; D’altronde gli stessi giapponesi disegnano manga con l’intento di dare ai loro personaggi tratti non asiatici (occhi grandi – capelli biondi/castani) credo perciò che non sia un’offesa per nessuno.

Scarlett in the shell 3

corrispondenza

A mio avviso l’unico grosso handicap potrebbe essere il regista, a mio parere sopravvalutatissimo.

 

Come dicevano i saggi…sperate per il meglio ma preparatevi al peggio… come faccio sempre io.