Swiss Army Man, lungometraggio d’esordio del duo Daniels (Dan Kwan e Daniel Scheinert) vincitore del premio alla Miglior Regia al prestigioso Sundance Film Festival, é senza dubbio uno dei film più folli degli ultimi anni. La trama è tanto semplice quanto geniale: un uomo che lotta per la sopravvivenza (il sempre bravo Paul Dano) trova un cadavere (interpretato in maniera fantastica dall’ex maghetto Daniel Redcliffe) con cui stringe un’allucinante amicizia fatta di reciproco “aiuto” (Dano usa Redcliffe come motoscafo funzionante a peti, riserva d’ossigeno per nuotare in profondità, arma di difesa contro gli animali selvatici) e dialoghi surreali in cui il sopravvissuto insegna al defunto i valori dell’amicizia e dell’amore ricreando nella foresta in cui si trovano situazioni di vita quotidiana con gli oggetti più disparati. La particolarità di questo piccolo gioiello risiede nel mix di generi che lo compongono.

swiss-army-man-paul-dano

Il film fa sbellicare dalle risate con gag di pessimo gusto, fa commuovere, fa riflettere, fa stare con il fiato sospeso e non mancano dei veri e propri momenti musical con canzoni famose (“Cotton Eye Joe“, il tema di Jurassic Park) e pezzi della colonna sonora del film (tra cui la bellissima “Montage” del trailer) cantati rigorosamente a cappella dagli attori. Il film é tecnicamente ottimo, pur trattandosi di un prodotto indipendente con un budget modesto (il film per il 90% è costituito dai due personaggi nell’insidiosa foresta che cercano di superare nella loro lotta per la sopravvivenza): da menzionare in particolar modo, oltre alla già citata meravigliosa colonna sonora, la regia dei Daniels che riesce a coinvolgere lo spettatore nella spirale di demenzialità e drammaticità del film senza mai risultare sbilanciata troppo verso una o l’altra componente. Il ritmo del film si mantiene sempre alto per tutti i circa 100′ di durata (tranne forse nella parte precedente il commovente finale, eccessivamente dilatata) e una volta terminata la visione non si può fare a meno di pensare a quanto il film sia coinvolgente nel trasmettere un messaggio non banale nonostante un contorno formato da gag con un cadavere che indica il Nord con la propria erezione tipo bussola e altre (sempre di pessimo gusto) che non sveliamo.

swiss-army-man-banner

Il film è uscito nelle sale americane settimana scorsa distribuito dalla A24 (che ha nel proprio catalogo anche indie del calibro di The Witch e Tusk di Kevin Smith) e sta partecipando a festival in giro per il globo (noi l’abbiamo visto al NIFFF in Svizzera). Sperando in una non esclusa distribuzione italiana vi invitiamo a vederlo al più presto in qualsiasi modo perchè ne vale assolutamente la pena.