Immaginate di prendere una fattoria molto semplice in cui vivano delle galline, continuamente assediate dall’incursione di volpi.

In questo sistema le galline compiono il loro ciclo di vita naturale, si nutrono di ciò che trovano e si accoppiano, prolificando e crescendo in un numero sempre maggiore. Dall’altro lato le volpi, che sono ghiotte di galline, vedranno nella sovrabbondanza di queste la possibilità di reperire più cibo e perciò di poter usufruire di un maggiore benessere. Le volpi trarranno beneficio e a loro volta avranno la possibilità di allargarsi in numero, anche se questo stato di grazia terminerà ben presto però. Infatti, nel momento in cui il loro numero sarà di molto più grande rispetto al numero delle galline, inizieranno a patire la fame e non riusciranno a sfamarsi tutte, diminuendo pian piano. Le galline trarranno beneficio dalla diminuzione di volpi, riuscendo di nuovo ad aumentare in numero e ridando vita al ciclo dall’inizio.

Allora cosa succederebbe se queste volpi terminassero la totalità delle galline?  A quel punto verrebbero a mancare ben presto tutte e due le specie, causando il collasso dell’intero sistema.

 Ma nella fattoria di Thanos tutto questo non avverrà.

Non è zio Tobia, ma Thanos sa come gestire la fattoria “Universo” e sa che per mandare avanti le cose occorre farsi carico di scelte e decisioni drastiche. Le volpi, che in questo caso sono la popolazione in continuo aumento dell’universo, stanno consumando tutto senza tenere conto che le risorse sono ottimizzabili ma non riproducibili, perciò quale miglior modo di risolvere le cose se non dimezzare gli abitanti dell’universo?

È una conclusione follemente razionale che diventa ben presto realtà alla fine dell’ultimo film della serie degli Avengers, lasciando a bocca aperta milioni di spettatori in tutto il mondo. Anche se occorre però specificare che il matto titano Thanos fumettistico aveva, per le sue azioni, motivi ben più futili che il bene universale (il suo scopo risultava infatti quello di conquistare l’amore dell’entità che lo aveva ammaliato: la Morte) ma cinematograficamente è stato costruito ad hoc per risultare meno “egoista” e più sincero.

Dato di fatto è che il problema della sovrappopolazione non è un’invenzione dei fumetti e che Thanos non è uno dei primi “cattivoni” a ricordarcelo. Infatti, giusto per citarne uno tra i recenti, ricordiamo l’antagonista principale, Bertrand Zobrist, in uno degli ultimi romanzi di Dan Brown con protagonista Robert Langdon: Inferno (2013). Infatti, anche Bertrand come Thanos, metterà a dura prova il professore in una lotta “contro l’umanità per salvare l’umanità”, dando vita ad un esito non scontato (almeno per il libro, dato che il finale cinematografico è diverso) e per cui ancora una volta bene e male hanno un confine labile e quasi indistinguibile.

Invece, per restare in tema film, come non citare il recentissimo film Downsizing di Alexander Payne (qui la recensione ) in cui ancora una volta si cerca una soluzione utopistica al problema ricorrendo addirittura ad un mini-mondo, così come in Interstellar , film capolavoro di Nolan, in cui addirittura si ricorre alla ricerca di un altro pianeta, prima dell’annientamento totale?

Insomma, tante soluzioni simili e tante diverse per un problema che rimane reale e che tuttavia viene affrontato molto solamente in ambito di finzione come film e libri. Sembrerebbe il solito accorato appello di qualche complottista che grida alla catastrofe totale, eppure per quanto sembri lontana dalla realtà una eventualità del genere, molti matematici hanno studiato il problema delle “volpi e delle galline” andando a individuare i numeri per i quali il processo sarebbe irreversibile: si parla infatti dell’anno 2050, ultimo anno prima che il numero di persone sul pianeta sia troppo elevato per invertire la rotta. Basti pensare infatti che il progresso tecnologico ha portato la popolazione mondiale dai 3 miliardi nel 1950, ai circa 6 miliardi nel 2000, ovvero ci sono voluti circa 2mila anni per raggiungere la metà della popolazione ottenuta nei 50 anni successivi.

Faremmo bene allora a pensare che la legge del figlio unico vigente nel mondo di Seven Sisters (film del 2017 diretto da Tommy Wirkola) possa essere ben presto una legge adottata non solamente nei film o nelle sole nazioni orientali, ma anche nel resto del pianeta; se infatti si provasse a “temporeggiare” si potrebbe evitare di adottare soluzioni che prevedano la morte di gran parte della popolazione e perché no, magari si avrebbe anche il tempo di sviluppare la tecnologia necessaria per lasciare che un vero astronauta, non  Matthew Mcconaughey, trovi un pianeta adatto alla vita.

Per quanto non sembri possibile, la parabola della fattoria di Thanos rappresenta la fantascienza che incontra la realtà e dovrebbe iniziare a spingere l’educazione di nuove generazioni al rispetto verso l’ambiente e verso la comunità, oltre che una modifica netta del comportamento degli abitanti attuali del pianeta, dato che non bastano schiocchi di dita a risolvere il problema ma l’impegno assiduo e costante di ogni giorno da parte di tutti.

Insomma, non solo gli Avengers e i Guardiani della Galassia per contrastare Thanos, sarebbe bene diventare tutti dei supereroi, o quantomeno semplicemente persone responsabili.