A seguito dell’uscita del film Ready player One di Spielberg, tratto dal romanzo di Cline, è partita una vera e propria caccia alle citazioni predenti nell’opera.

Contrario come sono ai meri elenchi, però, ho pensato di proporvi una piccola serie di articoli su quelle principali. Questo perché, diciamolo, non siamo tutti turbonerd a 360°. Spero quindi che sia bello associare alle immagini della vostra/nostra infanzia delle piccole storie.

L’articolo di apertura è quasi obbligato, ovviamente, visto che il film ha l’indubbio merito (in Italia) di portare sul grande schermo il mitico Gundam.

Il robot giapponese vanta un’enorme lista di versioni suddivise tra vari media (anime, manga, videogiochi, romanzi, libri illustrati, ecc.) ma quella specifica che compare nell’opera cinematografica è la prima versione in assoluto ovvero il Gundam RX-78-02. Il vecchio cartone animato di Yoshiyuki Tomino fu trasmesso anche in Italia e fin da subito colpì per il suo discostarsi dai Super Robot in stile “Nagai” come Mazinga e Goldrake.

I Mobile Suit dell’universo di Gundam, infatti, sono mere armi da guerra, tutt’altro che invincibili. Hanno la caratteristica forma antropomorfa in quanto un dispositivo chiamato Generatore Minkowski rende inutile ogni controllo radar e quindi qualsiasi arma a puntamento montata su aerei o carrarmati. I MS combinano l’agilità di un caccia, grazie al sistema di propulsione Vernier montato sulla schiena, con una grande mobilità terrestre dovuta alle articolazioni. Possono inoltre impugnare vari sistemi di armamenti e cambiarli “al volo”.

Il primo a produrre queste nuove armi fu il Principato di Zion una colonia orbitante intorno alla terra su cui si sviluppò una sorta di regime monarchico/nazionalista. Questa “nuova nazione” dichiarò guerra alla federazione terrestre ed, in un primo momento, la mise sotto scacco grazie, appunto, ai Mobile Suit ed all’atroce tattica di prendere possesso di altre colonie orbitanti e farle schiantare sul pianeta.

La federazione non si perse d’animo e costruì i primi avanzatissimi prototipi di MS, ma il principale si trovò coinvolto in un attacco di Zion mentre era in fase di collaudo su una colonia orbitante. Il figlio del progettista, Amuro Rey, si trovò suo malgrado a cercare di pilotare il Gundam nella speranza di salvare i suoi amici. Nonostante la sua inesperienza la poderosa corazza del MS e le sue armi spaventose gli consentirono di abbattere diversi robot di Zion di modello Zaku.

In seguito lui e molti altri giovani vennero arruolati a forza sulla Base Bianca, una corazzata di nuovo modello che conteneva, oltre al Gundam, un MS cingolato chiamato Guntank ed un MS pesantemente armato, il Guncannon.

Se, in un primo momento, la federazione cercò di recuperare le poderose nuove armi si rese ben presto conto che il gruppo era un sacrificabilissimo “specchietto per le allodole” in grado di distrarre Zion e di far procedere la produzione in serie dei Gym (i modelli economici dei Gundam).

Amuro però si rivela essere un NewType, ovvero un umano dotato di poteri esp dovuti alla permanenza nello spazio. Questo gli consente di diventare un pilota molto abile in breve tempo e di passare di vittoria in vittoria.

Ma non si deve credere che la trama sia semplicistica. I temi trattati sono molto maturi, innanzitutto il “nemico” stavolta non è un alieno senza cuore ma una fazione composta da esseri umani. Amuro si trova a doversi confrontare con la morte che lui stesso causa, prova attacchi di panico, insofferenza alla tensione e sviluppa un rapporto di profondo odio verso il maggiore Char, asso delle forze di Zion.

L’introspezione psicologica dei personaggi rese la serie decisamente adulta e shockante, tanto che in Giappone ebbe un iniziale insuccesso.

Superato il primo impatto Gundam divenne il capostipite della nuova generazione di “Real Robot” ed una vera e propria icona.

Da qui la citazione di Cline.