Un argomento come i dungeoncraweller da tavolo è estremamente rischioso, per due motivi: in primis la cosa rischia di diventare così lunga che «Treccani nasconditi». In seconda battuta c’è il fatto che, dopo il mitico Heroquest, ne sono usciti tantissimie diventerebbe estremamente duro non dimenticarsi proprio il vostro preferito.

Quindi cercherò, per forza di cose, di rimanere sul generico.

Il gioco si basa sulle miniature. Ovvero quei mitici soldatini di plastica che fanno tanto arrapare noi nerd. Queste si muovono su un tabellone di cartone «scacchierizzato», ovvero diviso in quadrati. Il modo più comune per rendere l’effetto è quello di utilizzare delle texture che ricalchino le piastrelle di un dungeon. La plancia da gioco, infatti, rappresenta spesso e volentieri un sotteraneo/magione da esplorare. La fase esplorativa è molto importante in questi giochi e molta enfasi è data ai metodi che portano i giocatori a scoprire i contenuti delle varie stanze del dungeon, nonché alla possibilità di crearne molte varianti.

Heroquest che, come abbiamo detto, è un po’ il capostipite di questo genere di giochi utilizzava un tabellone con delle stanze generiche che venivano «animate» inserendo elementi d’arrendo e mostri, una volta che il giocatore ne varcava la soglia. Un uso intelligente degli spazi consentiva di riuscire a creare molte situazioni diverse, nonostante l’apparente monotonia del tabellone. Ad oggi, invece, vanni molto di moda le plance componibili, composte da tasselli più o meno grandi che vanno composti man mano che il giocatore avanza. Questo sistema, ovviamente, consente di creare dungeon molto diversi tra di loro.

I giocatori che interpretano «i buoni» impersonano gli eroi che vanno ad esplorare il labirinto mentre un altro giocatore avrà il compito di fungere da «Master» posizionando i famosi tasselli ed animando le miniature dei mostri.

Le partite sono solitamente divise in missioni di difficoltà e durata variabile, descritte esaurientemente nel manuale, compreso lo schema per creare il dungeon stesso ad uso e consumo del Master.

Ovviamente, come nei gdr, i protagonisti, man mano che procedono nell’avventura, avranno dei «premi» quali armi od oggetti magici che aumenteranno le loro abilità. L’inventario, solitamente, viene gestito mediante carte che il giocatore accumula.

I combattimenti, infine, si svolgono utilizzando dei dadi dedicati con simboli specifici (che variano di gioco in gioco). Spesso e volentieri si utilizza il sistema dei dadi «fudge» ove un simbolo elimina l’altro.

A questo punto, se il gioco vi stuzzica, non vi rimane che cercare il titolo più adatto a voi. Purtroppo il mitico Hero Quest non è più disponibile ma troverete molti validi sostituti a partire dall’ottimo Descent. Oppure potreste decidere di crearvi il vostro gioco personale. Magari a tre dimensioni utilizzando gli elementi di Mini World.

Buon divertimento!