Tranquillizzatevi, l’articolo non parla di eventuali prese di posizioni politiche di DTN ma si limita a citare una famosa frase presa dal libro «2010 Odissea due” di Arthur C. Clarke. L’Europa del titolo è quindi la luna di Giove e non la regione in cui vivamo.


Approfittanto dell’uscita su Audible del secondo capitolo della saga andremo quindi a rispolverare questo stupendo testo di fantascienza, sia che lo vogliate ascoltare sul servizio di Amazon che leggere in maniaera più tradizionale.
Nel mio articolo sul primo capitolo della trilogia avevo sottolineato le differenze tra libro e film qui devo, purtroppo, ritornare sull’argomento. Non intendo riferirmi al sequel cinematografico di 2001, il discreto «L’anno del contatto», ispirato a questo testo ma al fatto che Clarke, probabilmente trascinato dal successo del fil di Kubrik, qui ha deciso di scrivere il seguito dell’opera cinematografica e non del suo precedente libro.
Quindi ritroviamo l’astronave Discovery ad orbitare intorno a Giove e non dispersa tra gli anelli di Saturno e Bowman risulta tutt’ora disperso. Nessun Bambino delle Stelle sta «escogitando qualcosa» dopo aver appena fatto saltare una bomba atomica nell’orbita terrestre.
Non si preoccupino gli audiolettori, una breve introduzione spiegherà loro tutti i cambiamenti.
Parliamo, quindi, dell’opera. La situazione di partenza è relativamente tranquilla, come ho detto. Nessuna minaccia immediata turna il sonno dei terrestri e, con gli anni, persino il mistero del Monolite Nero (reso pubblico) non suscita tanto scalpore. Ma i dati della Discovery imprigionati con lei tra le lune di Giove continuano, invece, ad interessare alle potenze mondiali.
Dopo dieci anni la Discovery 2 è ancora in fase di assemblaggio e così un riluttante professor Floyd si imbarca sull’astronave russa Leonov per cercare di scoprire cosa è accaduto allo sfortunato equipaggio. Con lui il professor Chandra che, invece, è ossessionato dal fallimento della sua «cretura»: il computer HAL 9000 montato sul relitto.
Ma russi ed americani non sono gli unici a volere la dicovery, anche il governo cinese ha un suo piano. Inizia così la seconda odissea nello spazio.
Libero dall’influenza di Kubrik, Clarke inizia ad inserire dettagli nel «suo» sistema solare che si rivela più brulicante di vita di quello che crediamo. Il tutto, però, con una buona verosimiglianza scientifica. Inoltre ci saranno le dovute, ma parziali, spiegazioni sul monolite.
Scelta, questa, che trovo corretta, tirare per le lunghe un mistero finisce sempre per stancare il lettore. Ovviamente il punto di vista con cui viene presentata la cosa è sempre quello umano e quindi potenzialmente incapace di comprendere appieno il pensiero degli artefici del manufatto.
In conclusione ci troviamo davanti al degno seguito di uno dei grandi capolavori della fantascienza. Merita l’ascolto.