Degli anni ’90 si può dire tutto, ma bisogna riconoscere che i primi 5 o 6 anni, molto probabilmente, sono stati i più prolifici a livello di telefilm di menare per bambini/ragazzi.
Stiamo parlando di tutte quelle case di produzione che, sull’onda dei Mighty Morphin Power Rangers e sulla base di alcune serie di telefilm giapponesi, hanno prodotto la loro serie, affidando la colonna sonora italiana a Enzo Draghi e a Marco Destro.

In poche righe vorrei che cavalcaste l’onda dei feels assieme a me.
Sarà breve e non del tutto indolore.

Saban’s Entertainment

Partiamo con i primi, siamo nel triennio 1993 / 1995 e su Italia Uno / Canale 5, stanno per partire, quelli che si possono considerare i capostipiti di questo filone: i Mighty Morphin Power Rangers, prodotti dalla Saban’s Entertainment.
La strategia vincente è semplice: la Saban’s compra alcune scene di combattimento derivate dai Super Sentai (Kyōryū Sentai Zyuranger, più precisamente per le scene con Mega Zord), dove i protagonisti si trasformano e utilizzano giganteschi robot per combattere i mostrazzi, a tutto questo ovviamente, viene aggiunto lo spirito High School, già rodato il decennio prima ma sempre attuale, con qualche scena d’azione in più rispetto alla versione giapponese.

La ricetta per la consacrazione eterna è stata creata.

Da qui partono altre due serie di menare abbastanza caratteristiche dell’epoca:

  • Beetleborgs – Quando si scatena il vento dell’avventura (basato su Juukou B-Fighter) – 87 episodi da 20 minuti in 2 stagioni
  • VR Troopers (basato su Metal Hero Series Uchuu Keiji Shaider, Jikuu Senshi Spielban e Choujinki Metalder) – 92 episodi da 20 minuti in 2 stagioni
  • Masked Rider – Il cavaliere mascherato (basato su Kamen Rider Black RX) – 40 episodi da 25 minuti

Su VR Troopers (1994 / 1996), pur non avendo ottenuto lo stesso pubblico dei Power Rangers, bisogna spendere due parole in più: la serie a differenza delle altre utilizzava computer grafica e materiale di tre differenti serie giapponesi: Superhuman Machine Metalder, Dimensional Warrior Spielban e Space Sheriff Shaider.
Arma però a doppio taglio, è vero che il materiale era una novità ma, la serie fu interrotta dopo una novantina di episodi, proprio per l’esaurimento del materiale giapponese.

Masked Rider (1995 / 1996), per posizionarlo sul mercato, è stato trasmesso come uno spin-off dei Power Rangers (compare infatti in 3 puntate della terza stagione) e va specificato che il protagonista, a differenza delle altre serie, era un principe alieno arrivato sulla Terra. Anche qui, le scene d’azione sono quelle della serie originale giapponese, rimontate insieme alle sequenze della serie statunitense.

Per i Beetleborgs (1996 / 1998) lo scenario è ancora diverso: tre ragazzini della città di Charterville, decidono di accettare una sfida e esplorano una casa abbandonata a Hillhurst. Accidentalmente liberano un fantasma di nome Flabber che si offre di farli diventare come gli eroi dei fumetti. Ovviamente anche tutti i mostri prendono vita e inizieranno a combattere contro i Beetleborgs.

Quattro ragazzi, così vicini a noi!

Fuori della Saban’s troviamo Super Human Samurai, derivata da Denkou Chojin Gridman, trasmessa tra il 1994 e il 1995 su Italia Uno.
A differenza delle altre, SHS è nata per il puro scopo di vendere giocattoli, un po’ come i Biocombat insomma. La figata totale, sta nel fatto che tutti i combattimenti, contro i MegaVirus (quelli che non vinceranno mai), sono ambientati nel mondo virtuale invece che in quello reale.
La serie dura la bellezza di 53 episodi da 20 minuti.

A caratterizzare queste serie, oltre alle trame ci sono le sigle, ve le lascio qui.
Inizia a scendere la lacrima.