E’ finita la terza stagione di BCS ed ormai possiamo dire con certezza che questa serie raggiunge in qualità la serie di riferimento Breaking Bad.
Mi azzardo a dire che a tratti la supera pure in termini di narrazione in quanto BB nella sua immensità narrativa aveva una certa linearità e prevedibilità (a volte) mentre BCS, a causa dei comportamenti imprevedibili di James McGill, ti spiazza continuamente nel suo altalenare continuo tra fortuna e sfortuna, furbizia e stupidità.
E’ una serie corale come poche altre perchè tutto si deve legare alla perfezione per poter portare i personaggi alla status che già conosciamo in BB. Non dobbiamo solo scoprire come James McGill è diventanto Saul Goodman…la cosa davvero affascinante è scoprire come Mike è diventato così duro con tutti e con se stesso, vedere Gus Fringe tessere con i suoi modi “gentili” la sua tela, scoprire come quel bastardo di Salamanca è finito su di una sedia a rotella paralizzato a suonare quella maledetta campanella.

Non ci sono solo personaggi che abbiamo amato/odiato in BB ma ci sono anche new entry che, pur essendo nate per creare spessore e background ai personaggi sopra citati, hanno personalità potentissime come Chuck McGill con la sua fobia/malattia, (PICCOLI SPOILER QUI) Kim Waxler cazzuta ma con il paraocchi per ogni cazzata che combina James e Nacho Varga che vive un tormento interiore sempre più potente.

Grandissimi personaggi perchè vengono tutti interpretati da attori con un talento immenso.

Uno sviluppo calibrato alla perfezione in queste 3 stagioni che ha portato a stringere sempre più il cerchio intorno a tutti questi personaggi…ora Netflix non deve fare storie e ordinare subito una quarta stagione (ma è già praticamente confermata) che promette grandissime cose perchè il cliffangher visto nel finale di questa stagione è stato veramente una badilata in faccia…

Vince Gilligan conferma di essere un grandissimo autore ed un bravissimo showrunner…dopotutto viene dalla scuola di X Files.