Dei criminali fuggono nel deserto in seguito ad un incidente con il mezzo che li trasportava, uccidono una guardia e ne prendono in ostaggio un’altra. Dopo aver camminato a lungo, uno di loro decide di non seguire i compagni e di non sottostare agli ordini del capogruppo, gli altri si imbatteranno in seguito in un vecchio indiano, il quale dopo aver notato il medaglione in loro possesso, rinvenuto per caso nella speranza di trovare dell’acqua, li porrà di fronte ad una scelta, proseguire fino a giungere al confine con il Messico, verso il quale in effetti erano diretti da principio, oppure trovare la città sotto la quale si nasconde il tesoro dei Tumacacori, un enorme ed antico tesoro estratto dalle montagne della Guachapa, protetto da 500 anni da sette Gesuiti. L’avidità, forte impulso radicato nell’animo umano, lì porterà ovviamente alla ricerca del tesoro, ma una volta trovata la città si renderanno conto tardi di dover fronteggiare gli abitanti e la loro maledizione, nonché le sette mummie dei preti, pronte a spargere sangue reclamando il settimo medaglione e a vegliare sul tesoro.

Affinché un prodotto sia certificato non basta che lo siano i suoi componenti, se compro un manico di legno a norma di legge e una testa di ferro biforcuta a norma di legge, ottengo un martello, ma non a norma di legge, a meno che qualcuno lo certifichi come tale nel suo complesso. Un esempio scialbo per dirvi che se prendo un po’ di questo e un po’ di quello e li metto insieme, non è detto che ottenga un prodotto di qualità, magari ottengo un cosa che non appare come un martello, anche se uso lo stesso materiale per farlo, ma sempre come un manico di legno ed un testa di ferro.

Questo è quello che accade in questo film, ovviamente non si può dire che data la presenza delle mummie e di un locale con spettacolo notturno a sorpresa, si sia copiato spudoratamente, ma l’idea permane e come dice il celebre aforisma: ”Se tu hai un’idea ed io ho un’idea, e decidiamo di scambiarcele, dopo ognuno di noi avrà due idee. Se io ho un dollaro e tu hai un dollaro e ce li scambiamo, dopo lo scambio abbiamo sempre un dollaro a testa”. Ebbene qui sono riusciti a scambiare le idee come i dollari, perché nello scambio non abbiamo guadagnato nulla.

Premesso che troverete in questo film molti volti noti ed interpretazioni passabili, il deserto sulla pellicola è una buona metafora, perché ci troveremo con la gola secca, là dove la leggenda dovrebbe colmare, ci lascia con l’amaro in bocca, là dove il dialogo deve mantenere vivo l’interesse, per una gran parte dei personaggi non ha nulla da dire, là dove la regia ci dovrebbe dissetare è solo un miraggio e là dove il makeup, gli effetti speciali e l’azione se la cavano abbastanza salvo qualche eccezione, la bisaccia è troppo sforacchiata per compensare.

Puntualizzando che in fondo non è un horror inguardabile e che qualche punto a favore che delineeremo in seguito c’è, la regia che li sostiene è un po’ fiacca, ci saranno delle scene inutilmente prolisse e delle risate malefiche o meno, anch’esse interminabili e forzate. Generalmente non è bene analizzare il film troppo minuziosamente per non rovinare (ancor di più se possibile) la pellicola a chi non l’ha visionata, così mi soffermerò solo sulle ovvietà della prima parte e sui nei della seconda. Abbiamo un’introduzione che serve a stabilire gli elementi chiave del film, due vecchi cercatori d’oro avidi, il tesoro maledetto, il medaglione, colui che prenderà le loro vite giungendo a cavallo con il sole alle spalle. (Forse vi potrebbe fare paura, perché fino all’ultimo lo scambierete per Zorro.)

Dopodiché avremo i titoli che ci trasporteranno al presente, anche se non è chiaro quanto tempo sia passato tra il primo ed il secondo evento, lo desumiamo dagli indumenti, ci basti l’idea che questo è quello che succede sempre, non importa il quando. Un furgone carcerario incidentato e dei criminali che ne approfittano per fuggire, ma dato che ci si trova in un deserto, almeno sapere come un furgone in mezzo al nulla possa avere avuto un incidente e non del tipo “si buca una gomma” o “è finita la benzina”, ma una vera e propria uscita di strada come quella presentata, ci avrebbe fatto comodo, ebbene anche qui ci basti l’idea e non so come potrebbe del “succede sempre”.

Ma tralasciando i dettagli, i cinque galeotti uccidono una guardia e prendono in ostaggio l’altra, ovvero Lacy (Cerina VincentCabin Fever) che è il primo punto a favore, ma anche a svantaggio, perché cinque carcerati che guarderebbero con desiderio anche una lavatrice, riescono perfettamente a controllarsi di fronte ad una donna bella e prosperosa, anzi quando Zeus (Max Perlich) ci prova agguantandola di brutto, gli altri lo trattano da maniaco, il capo Rock (Matt Schulze – Il Chupa di Blade 2) gli punta il fucile, mentre gli altri aiutano Lacy a rialzarsi, uno addirittura la spolvera delicatamente, forse è perché gli ha confessato di essere in realtà Cerina Vincent. Il viaggio nel deserto, un po’ lungo forse, da il tempo alla musica di alzare il tenore e non viceversa, sino a che Andrew Bryniarski ( Lo ricorderete in Street Fighter – 1994), decide di lasciare i compagni per fare un’ignominiosa figura. Un vecchio Apache (Danny TrejoDal tramonto all’alba) ci racconta una leggenda che spinge il motore di tutto il film, purtroppo non ci viene spiegato perché degli ispanici si prendono la briga di fare degli schiavi per estrarre grandi quantità d’oro dalle montagne del Guachapa, poi lo vanno a seppellire nel deserto, un po’ come i cani che disseppelliscono un osso e lo seppelliscono da un’altra parte, ma nella leggenda sono più evoluti, infatti incaricano persino sette preti gesuiti di proteggerlo, 400 anni dopo ci costruiscono sopra una città.

Se tralasciamo le incongruenze e come già accennato l’ennesima risata, questo momento della storia è il migliore, poi ci saranno sequenze curiose, come quelle in cui il gruppo raggiunge la città e nessuno si chiede perché la gente veste un po’ retrò. Il tutto procede lentamente e quando comincia l’azione anche con un po’ di metal, l’interesse è calato minuti e minuti prima. Inoltre le mummie, che sono il fulcro della storia, combattono facendo uso delle arti marziali e anche accettandolo, purtroppo non è facile che la cosa non stoni, certo non dimentichiamo che “Pallottole cinesi” ha già operato un collegamento tra Western e Kung fu, ma da che mondo e mondo, per chi è memore del fisico di Jackie Chan e ancor prima di Bruce Lee non credo riesca ad immaginare quest’arte scolpita su una mummia.

Il povero sceriffo Drake (Billy DragoGli Intoccabili) che sembra arrivato direttamente dal set di “Tremors 4”, anche se un po’ da predicatore ci offre un dialogo sobrio, che spicca dopo ripetitivi e scarni “ehi amico!”, peccato per qualche effetto speciale malriuscito e le immagini di sfondo in transizione (era sufficiente la voce fuori campo). Infine è da segnalare la figura del buon Travis (Billy Wirth) che fa quello che ci si aspetta da un buono, ma non ci viene spiegato perché, ne perché la stessa Lacy ci si lega subito, forse perché dice: “Ho fatto le scelte sbagliate!”, in mezzo a degli avanzi di galera è un miracolo che non gli abbiano sparato subito.

Un Horror senza nulla di che, un buon tentativo di apportare forse del nuovo, ma che finisce con il diventare noioso nelle lunghe attese tra un’azione e l’altra, è comunque una storia, pochi personaggi validi e degli effetti speciali più di makeup che di computer grafica che peccano nel mostrarci creature mostruose, ma passabili nel fornire mobilità ad una mummia.

Un consiglio che posso darvi è quello di vedere sempre il “making of” di una pellicola del genere (anche perché a volte preferirete l’uno all’altra), ascoltare almeno cosa hanno provato gli attori nel girare, per creare la possibilità che vi rimanga un’impronta un po’ più forte di quanto i loro personaggi non siano riusciti a fare attraverso una gabbia di parole chiamata sceneggiatura, un modo di non gettare tutto il lavoro fatto per portare qualcosa sullo schermo, prendendo in considerazione proprio il lavoro fatto prima dello schermo.

Battuta da ricordare: Drake: “Io dico non cercate il tesoro che è sepolto nel cuore dell’inferno, io sto dicendo a voi tutti, sto dicendo cercate le vostre ricchezze nel paradiso…”

Scena da ricordare: La carneficina al tramonto

Consigliato a: Amanti dell’Horror generosi.

httpV://www.youtube.com/watch?v=Cx2F5d9-PoU