È arrivato in sala Loro, o meglio Loro 1, la prima parte del film del premio Oscar Paolo Sorrentino su Berlusconi, regista che però ci tiene subito a precisare in apertura con un cartello che non si tratta di un biopic ma di un film di finzione in costume i cui riferimenti a fatti o persone reali sono puramente casuali e che sono stati quindi omessi anche i nomi di persone realmente esistite. Dopo la visione di questo primo tempo, si può dire che l’unica cosa vera è che non è un biopic  su Silvio. Un’altra cosa che si evince da questo primo tempo è che tutto il film puzza molto di occasione buttata, un po’ come lo era stato anche la serie di Sorrentino per HBO The Young pope.

E fa arrabbiare questa cosa perché sarebbe bello non fosse un’occasione buttata (e magari non lo sarà alla fine del film, dopo aver visto il secondo tempo) perché i primi 60 minuti di questo primo tempo sono quasi perfetti, ritmati, divertenti, volgari, c’è il meglio del cinema di Sorrentino in salsa Scorsese questa volta. Seguiamo le vicende dell’imprenditore di Taranto Sergio Morra (Riccardo Scamarcio) che con l’aiuto della moglie cerca di farsi largo nel mondo che conta corrompendo persone di potere con prostitute e cocaina con l’obbiettivo di arrivare a lui. Lui che per tutti i primi 60 minuti non c’è, lui che viene nominato solo così per questa prima ora, lui che non c’è ma è un elefante enorme in mezzo alla stanza, è al centro di tutto, con tutti i cliché, le veline, il calcio, i comunisti, le puttane, la corruzione. E sarebbe un prologo bellissimo se poi venisse smantellato, se poi tutti i cliché venissero messi da parte.

Invece quando finalmente Silvio (Toni Servillo) compare e in scena resta fino alla fine non è altro che la macchietta dell’originale, un concentrato di tutto quello che di Berlusconi sappiamo tutti.

Della macchietta ormai ne abbiamo fin sopra le orecchie, sarebbe stato interessante se ci fosse stato mostrato l’uomo dietro la maschera, l’uomo con i suoi drammi, i tradimenti, l’insoddisfazione di uno che ha tutto ma “Tutto non è mai abbastanza”. L’uomo emerge parzialmente solo gli ultimi minuti in una bella scena con Veronica Lario (Elena Sofia Ricci) e spero sia l’inizio del ribaltone, di un’acquisizione di senso e di valore.

Per ora Loro 1 manca l’obbiettivo, ed è un peccato, perché Sorrentino è un fenomeno e vorrei un film da fenomeno.

Le barzellette, gli aforismi, le formazioni corrette all’allenatore, il vulcano artificiale di Villa Certosa, le solette col rialzino, i trapianti di capelli, queste sono tutte cose che ormai si vedono ogni giorno da 30 anni, sarebbe bello se questo film cercasse di andare oltre, più in profondità.

Concludendo alla fine del primo tempo, si storce un po’ il naso, ma rimandiamo il giudizio al 10 maggio, quando comincerà il secondo tempo e finiremo questo film, che è uno ma che inspiegabilmente è due.