«Il mio nome è Jean-Claude Van Damme. Una volta ero famosissimo. Forse mi avete visto in TimeCop, che è come Looper, ma un milione di volte meglio».

Dopo oltre un anno dalla presentazione del bellissimo episodio pilota Amazon ha messo in produzione 6 episodi che raccontano la tragicomica vita, taroccata, di Jean-Claude Van Damme. Il soggetto geniale,  pensato da Dave Callaham, ci mostra un JCVD stufo di lavorare in produzioni low budget dirette al mercato DTV e rassegnato ad una vita vuota e noiosa da pensionato nella sua villa. L’incontro casuale con l’amore della sua vita, lasciatosi sfuggire prima, innesca in lui la voglia di tornare alla ribalta ma non solo come attore di film d’azione! Scopriremo infatti che JCVD ha sempre avuto una doppia vita. Oltre alla grande star del cinema di menare infatti il nostro eroe è stato per anni un agente segreto, nome in codice Jean-Claude Van Johnson, con licenza di uccidere al servizio di Jane (Phylicia Rashad). Per stare accanto alla sua ex accetterà un nuovo incarico in Romania dall’agenzia e come copertura sarà il protagonista di un film action sy-fy assurdo su Huckleberry Finn.

Van Damme aveva già dato dimostrazione di grande talento nell’ottimo film del 2008 JCVD diretto da Mabrouk El Mechri impersonando se stesso e regalando un monologo da Oscar in un piano sequenza da brividi, ma qui va ben oltre mettendosi a completa disposizione di Callaham e del regista Peter Atencio. Come detto dallo stesso Van Damme questa serie è la sua occasione, dopo tanti anni, per poter tornare a farsi vedere ai piani alti (la serie è uscita in contemporanea in 200 paesi del mondo) e sfodera un repertorio completo che va dai suoi mitici calci girati, a scene drammatiche di vera prova di recitazione a sequenze slapstick riuscitissime. Si fida di Atencio e Callaham, che sono senza dubbio suoi grandi fans, e li lascia fare mettendo sì in risalto il fisico invidiabile che si ritrova a 57 anni, ma evidenziando anche il volto invecchiato e attaccato dalle rughe e da una chirurgia estetica non proprio riuscitissima. Tantissima autoironia nel vivere il status di ex super Star che si sente umiliato quando non viene riconosciuto o viene scambiato per altri attori scomparsi e che non perde occasione per parlare dei suoi film più riusciti anche nelle occasioni più impensabili.

Il risultato di questa collaborazione e fiducia reciproca porta buoni frutti e questi sei episodi oltre a divertire non poco trovano anche il tempo di ritagliarsi spazi seri e di riflessione. Ottima l’alchimia che si crea tra Van Damme e la sua coprotagonista Kat Foster. Una vera sorpresa è l’attore Moises Arias nel ruolo di Luis che da il meglio di se nel finale di stagione. 
E’ una serie che stupisce perché ha dei cambi improvvisi di direzione che la fanno rimbalzare in poche battute, e continuamente, tra una linearità classica ed il demenziale spiazzando lo spettatore che si chiede dove si voglia andare a parare. Vedendo i minuti finali è chiaro quale strade tra le due sia quella decisa da Callaham per una probabile seconda stagione ma qui mi fermo perché non voglio spoilerare. Tra un oceano infinito di serie tv Jean-Claude Van Johnson si fa notare e speriamo tanto possa far uscire Van Damme dalla fossa dei film dozzinali per tornare nel cinema mainstream.