IT – Chapter One, storia di un successo!

 

Piccola introduzione del Macaco prima di lasciare la parola al buon Pigio.

Il romanzo per me è stato sempre qualcosa di sacro, un libro veramente importantissimo e fondamentale, uno dei più belli che abbia mai letto e uno di quei libri che ti porti sempre nel cuore. Capirete quindi quale delusione fu per me la miniserie televisiva: volevo troppo un bel film su IT e l’unica cosa a disposizione era quell’aborto. Certo il Pennywise di Tim Curry era fantastico ma tutto il resto era insalvabile secondo me. Capirete quindi con quale ansia attendessi questo nuovo adattamento e devo dire che, finalmente, giustizia è stata fatta.

IT è un romanzo con così tante sfumature che è quasi impossibile da adattare senza rovinarne l’essenza. Muschietti ha fatto un mezzo miracolo nel riuscire a mantenere tutto in equilibrio, paura e spensieratezza, horror e film per ragazzi, evocando atmosfere più che ricreandole. Sfruttando l’ondata di nostalgia di questi tempi e la nostra brama di un’avventura che lasci il segno. In certe scene è quasi più Goonies che IT ma la cosa non guasta e serve a ricreare una delle caratteristiche migliori del romanzo: la capacità di saper descrivere esattamente, quei rapporti di amicizia così schietti e genuini che si hanno a 10-11 anni.

Poi certamente fa anche paura, tanta paura, l’ho visto già due volte e alla seconda avevo ancora una strizza clamorosa, io sono un fifone e non sono un buon benchmark per gli horror ma sappiate che la signora che era seduta vicino a me all’anteprima, gli ultimi 20 minuti di film, ha come minimo fatto un po’ di Tokyo Drift sulle mutande lasciandomi a boccheggiare per il puzzo rancido che aveva scatenato. Ma questa è un’altra storia.

Ora godetevi la bella recensione del buon Pigio.

Palare di IT per me non è mai facile, adoro il libro e adoro la miniserie televisiva del 1990, non che le due cose siano collegate in alcun modo, ma fanno comunque parte del mio passato. Ora c’è un prodotto nuovo di cui parlare, un nuovo e davvero ottimo adattamento con una produzione travagliata, ma conclusa con le scelte giuste, e a dirlo non sono solo io e i vari critici, ma soprattutto gli incassi stellari per un film di genere! Il capitano di vascello è il relativamente giovane Argentino Andy Muschietti, che già aveva stupito con La madre, conferma il proprio talento con questo IT – chapter one, curando ogni dettaglio, dosando con saggezza i momenti di angoscia, si, perché più che farti saltare sulla sedia con colpi di scena e suoni disturbanti (che comunque non mancano), il film angoscia, il nuovo Pennywise angoscia, la città di Derry angoscia, qualsiasi personaggio che non appartenga al Club dei perdenti angoscia. E niente, è un film che te la fa prendere davvero male!

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Nonostante il fastidio nel guardarlo, IT è davvero superlativo, la gestione dei personaggi è davvero ben studiata, il protagonista in primis; dato che l’interpretazione di Pennywise che ci regalò Tim Curry, è di per se inarrivabile, rendendo il personaggio un’altalena di simpatia grottesca e moderata paura, in nuovo Penny non è affatto simpatico, ma proprio per niente! Il bravissimo Bill Skarsgård fa un’ ottimo lavoro, non cercando di imitare Curry ma ricostruendo un personaggio dalle fondamenta, le poche risate sono palesemente artefatte, le battute che dovrebbero essere comiche o caratteristiche per un pagliaccio vengono pronunciate con rabbia, la mimica facciale non è mai dolce, anche quando sorride, gli occhi sono rabbiosi, quei grandi occhi vuoti, che guardano il povero Georgie come se fosse una costina, sin dalla prima inquadratura… adorabile.

Esteticamente ha ben poco di umano, anche nella sua forma umanoide, testa idrocefala, incisivi da coniglio satanico, e occhi da bambola di porcellana, di quelle inquietanti. Alla diffusione delle prime foto ricordo che non mi convinse, mi sono dovuto ricredere, alla fine mi piace, e tanto anche.

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La materializzazioni delle paure dei giovani perdenti, sono quasi sempre più terrificanti dello stesso pagliaccio, personalmente ho trovato raccapricciante quella di Stan, che non svelerò per non rovinare la sorpresa, temo comunque che la sognerò a breve.

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Il club dei perdenti, a mio parere è composto da veri e propri professionisti, hanno recitato tutti quanti in maniera eccezionale, da attori navigati considerando l’età, uno su tutti il superbo e sopra le righe Richie interpretato dal magnifico Finn Wolfhard, ma probabilmente l’ho considerato superiore agli altri a causa del fatto che adoro Stranger things.

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Potrei scrivere per ore su questo film e sul personaggio, e comunque non riuscirei a spiegare quello che trasmette guardandolo. Pertanto mi limito a dargli un 9 pieno, e invitare tutti voi(chi se la sente almeno) ad andare a vederlo….

SALUTONI

P.S.

Super consigliata la visione in lingua originale per godervi le grandi interpretazioni di tutto il cast. Il doppiaggio italiano pur non essendo in linea generale uno dei peggiori sentiti ultimamente stupra del tutto le interpretazioni dei bambini, ma proprio di brutto, una roba inascoltabile. Date retta al Macaco andate a vederlo in inglese.

Ciao, ciao