Baba Jaga è tornato ed è più incazzato che mai.

Non siamo qui per fare spiegoni, chiunque stia leggendo in questo momento sappia che basteranno i primi 15 minuti di film per capire chi cazzo sia questo John Wick.

Sì, partiamo subito con le parolacce, perchè John Wick – Capitolo 2 è l’esaltazione dello sparatutto: un film crudo, un film di 122 minuti di pallottole, botte e sangue, uno di quei casi dove il secondo capitolo potrebbe essere di gran lunga migliore del primo!

Penso sia da The Equalizer, con Denzel Washington, che non si vede un uomo così determinato a uscire da un mondo e da una vita che ormai lo hanno inghiottito per sempre.

Migliore del primo? Come? Vi svelo la ricetta!

In poche parole: prendete il primo John Wick, togliete i russi, aggiungeteci tre attori italiani, lasciate a uno dei tre lo stesso minutaggio di Maria Grazia Cucinotta in 007 – Il mondo non basta, fate in modo che uno di questi faccia il doppio gioco e date al terzo la gloria eterna. Fatto!? Glassate con una manciata di stereotipi utili alla caratterizzazione dei personaggi e a questo punto siete pronti per aggiungere Lawrence  Fishburne a piccole dosi (ogni volta che dice qualcosa sembra faccia solamente riferimenti a Matrix), raddoppiando pallottole, botte e sgherri.

Ecco, avete ottenuto la formula vincente per avere il Capitolo 2 del vostro miglior film mentale.

Già mi aspetto la querela dal regista per avervi svelato il segreto del successo, ma non mi importa, sono carico come una mina.

Non vorrei soffermarmi troppo sulla trama, a parte i primi 15 minuti, nessuno ruba nessuna macchina, nessuno uccide nessun cane, ma come sempre qualcuno farà incazzare la persona sbagliata che ha appena ri-chiuso i ponti col passato, stavolta semplicemente demolendogli casa a colpi di lancia-granate.
Da questo episodio è tutto un susseguirsi di sangue, cervella sui muri, coltelli, Roma a Mano Armata, pallottole e contratti.
Il passato di John Wick è tanto oscuro quanto chiaro, non sappiamo cos’è successo prima dello scorso capitolo ma è come se lo sapessimo da sempre. Freddo, crudo e determinato, sono le parole giuste per poter caratterizzare un personaggio come quello interpretato da Keanu Reeves, ancora più letale, ancora più intenzionato a lasciarsi alle spalle questa vita e questa fama di assassino che ormai non gli si leva di dosso.
Persino durante il finale (sono rimasto incollato alla poltrona col batticuore per almeno 10 minuti), si è visto un uomo tanto spietato quanto determinato, nell’infrangere l’unica regola che conosciamo del Continental.

Insomma, una caratterizzazione di John Wick, riuscitissima già confermata dal primo capitolo e totalmente ri-confermata in questo sequel.

Basta, ho detto anche troppo!

Scamarcio…Scamarcio…Scamarcio…

All’inizio, come tanti ero titubante sulla scelta del villain, un altro italiano stereotipato al 100% e auto-doppiato (perchè guai lasciare il lavoro a chi lo fa di mestiere) che si fa chiamare in maniera assurda, ma mi sono dovuto ricredere.
Certo le allusioni al potere, alla mafia e alla camorra sono sempe presenti, ma hanno solamente il fine di caratterizzare un personaggio subdolo, disposto a tutto come quello interpretato da un Riccardo Scamarcio (Santino D’Antonio) tutto sommato indedito.

Ma ci sono altri due attori italiani: Claudia Gerini nel ruolo di Gianna D’Antonio e sorella di Santino e Franco Nero nel ruolo di Julius, amministratore del Continental di Roma, un Continental ovviamente upgradato, che si adatta ad ogni esigenza.

Niente da dire, la Gerini le esce brutalmente lasciandosi alle spalle lo zigomo appena rifatto e il conseguente labbro superiore atrofizzato (cara la mia Claudia, si vede brutalmente, ma ti perdono), mentre Franco Nero, beh, Franco Nero è Django, volete qualcosa di più? Ve lo dico io, no.

Personaggi ben fatti e ben caratterizzati che non annoiano mai, doppiaggio a parte, lì faccio proprio fatica a comprenderlo e che regalano al film quell’eleganza nostrana, utile per il perfetto svolgimento della trama.

Eleganza, coordinazione e stile, a Roma come a New York, nelle sparatorie come negli stunt, che fanno da padroni in un mondo governato da questa associazione di assassini. Eleganza e stile, presenti persino in un lottatore di sumo difficile da buttar giù, quasi come se fosse un tributo a Oddjob di 007 – Missione Goldfinger e coordinazione presente in questo nuovo aspetto dell’associazione, il Centralino, rimasto visivamente agli anni ’50 ma che regola, in maniera impeccabile, tutto quello che succede nel mondo esterno.

Bellissimo quindi, il contrasto tra il moderno e il vintage, tra l’eleganza e la trascuratezza, bellissimo il fatto che ogni personaggio abbia una sua copertura nel mondo reale e un suo modo di agire, bellissimo che a differenza del primo capitolo, qui non esistano amici, qui tutti sono contro tutti, ma soprattutto contro John Wick.

Non c’è due senza tre.

Non so se ci sarà un John Wick: Capitolo 3, si o no, non importa. Fare meglio di questo sarebbe praticamente impossibile, ma tanto si diceva così pure per il primo e hanno tirato fuori un signor Capitolo 2. Perciò, in un mondo governato dal portafolio pieno, sicuramente rivedremo John Wick sul grande schermo, in un futuro non troppo lontano, chissà magari per l’ultima volta.

Concludendo, che si sono fatte le 5, John Wick: Capitolo 2 è thriller con tutte le carte in regola, dagli stunt alla CGI praticamente impercettibile, dalla regia alla caratterizzazione dei personaggi, che a modo suo riscrive il modo di fare il cinema d’azione. Insomma film più che consigliatissimo!