“Girl we need some, girl we need some action, if we’re gonna make it like a True Survivor!
We need some action, if we wanna take our love away from here.”
True Survivor: Kung Fury (2015)

N.B.
Per continuare la lettura di questo articolo dovreste assolutamente far partire il video qui sopra. Se non doveste sapere minimamente di cosa si stia parlando, guardatevi prima Kung Fury che è meglio.

Pur essendoci segnali contrastanti sul futuro del campo della VR, il CEO di Facebook, oltre a stuprarvi mentalmente con gli aggiornamenti dell’ormai indispensabile social-network, si diletta a stuzzicare la mia naturale propensione verso i guanti di un certo tipo. Non è feticismo sia chiaro, è che il Power Glove della Nintendo mi ha sempre suscitato qualcosa di inspiegabile, non solo a me evidentemente dato che questa idea di interfaccia fatta a guanto durò pochissimo, pur rimanendo indelebile nella mente di tutti i nostaligici.

Mark Zuckerberg, è riuscito a far affiorare quel ricordo lontano. Si sa che Facebook sta puntando molto sulla VR, a dimostrare questo fatto è proprio la visita agli uffici di Oculus VR: abbiamo la certezza che il passato non è mai stato così vicino al futuro: i nuovi guanti della Oculus VR possono interagire con gli oggetti digitali.

E’ vero Oculus ha già creato questo tipo di interazione creando i controller Oculus Touch, ma la soluzione utilizzata da Zuckerberg sembra molto più efficace e capace di restituire un’esperienza molto più immersiva rispetto al normale controller.

“Stiamo lavorando su nuovi modi per portare le mani nella realtà virtuale e aumentata. Indossando questi guanti si può disegnare, scrivere su una tastiera virtuale e anche sparare ragnatele come Spiderman“.

Questa nuova tecnologia potrebbe essere poi associata alle Taclim, le scarpe per correre in mondi digitali esattamente come avviene in quello reale.

I dettagli tecnici dei guanti controller non sono molti al momento, sembrano “leggermente” più sottili del sopracitato Power Glove, e il tracking dei movimenti sembra momentaneamente affidato a una serie di fotocamere esterne.
Secondo indiscrezioni, Facebook sembra soprattutto interessata ad approfondire l’idea della digitazione, idea che si esula dal “semplice” gaming”.

La possibilità di inserire testo in modo affidabile e rapido in un ambiente VR ha notevoli implicazioni in ambiente lavorativo: in particolare, Facebook starebbe conducendo esperimenti su un ambiente di sviluppo software virtuale, con il notevole vantaggio di avere uno “schermo” dalle dimensioni fondamentalmente infinite.

La notizia secondo me è esaltante e va ben oltre l’esperienza che dovrebbe dare il 3D, basta tenere conto delle vendite (circa 8.536.410 pezzi) dei visori VR del 2016:

  • HTC Vive: 140.000
  • Google Cardboard: più di 5.000.000
  • Samsung Gear VR: più di 1.000.000
  • Oculus Rift: 130.000
  • PlayStation VR: 300.000

Certo, al momento le vendite più alte sono legate all’utilizzo su smartphone (come il Gear VR e il Google Cardpoard), ma lo sviluppo previsto da uno studio di fine gennaio realizzato dalla stessa Samsung, afferma che questo settore crescerà del 390% entro il 2020.

Il prototipo Oculus di Facebook

Esiste un prototipo, ancora agli stadi iniziali di sviluppo, che prende il nome di “Santa Cruz” e appare come un Rift modificato a cui è stato messo un modulo di calcolo nella parte posteriore. La sua tecnologia di tracking posizionale gli consente di capire dove si trova nello spazio fisico e modificare di conseguenza i contenuti visualizzati a schermo.

Infine, oltre a svelare un browser per la VR chiamato Carmel, Zucjerberg ha mostrato una nuova esperienza social in realtà virtuale. Durante la dimostrazione si è tramutato in un avatar e all’interno delle esperienze virtuali ha interagito con altre persone, sempre sotto forma di avar virtuali (giocando a scacchi e con una spada disegnata al momento). L’integrazione col social-network invece è stata provata con Messenger tramite una videochiamata.

https://www.youtube.com/watch?v=xGSc_YLQAyo

Secondo Zuckerberg sarà un prodotto conveniente, ma cosa intenda di preciso con questa parola lo scopriremo solo in futuro.