guardianiCosa sono I Guardiani della Galassia?
Non intendo essere tedioso e ripetere ciò che è stato scritto da più parti, ovvero che si tratta di una space opera spumeggiante irta dei migliori riferimenti cinematografici che affondano le proprie radici in George Lucas, in Spielberg, in Zemeckis; ovvero che si tratta comunque di un lavoro in cui si vede la mano speciale, personale e irriverente di James Gunn, autore dotatissimo cresciuto nella beneamata Troma (e mai avrei pensato di scrivere “Troma” all’interno di un commento che parla di un film prodotto dalla Disney); ovvero che si tratta di un film corale perfettamente bilanciato nei toni e migliore di un orologio svizzero nel conferire ad ogni personaggio il giusto spazio e la caratterizzazione più riuscita e coinvolgente; ovvero che ho scritto esattamente quello che avevo premesso di evitare per cui, evidentemente, ho proprio un piacere sadico e meschino a immaginarmi qualcuno che resta impigliato tra queste righe, eheheh.

Cosa sono dunque, per me, I Guardiani della Galassia?
Sono singoli momenti rigogliosi che si protendono con trasporto e senso di meraviglia verso lo spettatore. Atti di fiducia pura nei confronti di un certo immaginario del fantastico, che alcuni, come il sottoscritto, tanto amano e continuano a guardare trasognati.

I Guardiani della Galassia sono un bambino difficile preso nell’atto di fragilità e dolore più grande, che si aggrappa ad un mix di canzoni anni ’70-’80 che gli ha lasciato la madre morente.
Questo bambino crescerà e si troverà in un corpo più grande, ma resterà, almeno sino al finale mai così catartico, la stessa creatura disarmata dello struggente prologo, nonostante sbruffoneria e insolenza vengano usate da lui come una comoda corazza.ROCKETGROOT

I Guardiani della Galassia sono l’elogio dello sforzo che esseri che si portano dentro il trauma della perdita e l’inadeguatezza per la propria alterita’, fanno per tentare di afferrare una salvifica e reciproca appartenenza. È il racconto di come persone strane e insolite si legano e instaurano un rapporto di profondità siderale e toccante comprensione, che scacci la sconcertante paura di una vita segnata dalla solitudine, dove scomparire con i propri fantasmi interiori.

I Guardiani della Galassia sono un atto d’amore nei confronti della folle sgangheratezza, in cui l’improbabile (in questo caso un procione parlante dal grilletto facile con problemi di gestione della rabbia e un uomo albero che ripete soltanto la frase ” io sono Groot”) fiorisce in una forma colma di dignità e sostanza.

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E’ realmente uno dei massimi piaceri della vita (almeno per quanto mi riguarda) osservare qualcosa che sulla carta appare assurdo, sbieco e quasi irricevibile, assumere invece i connotati di essenza vivida e palpitante.

Creare pienezza con le forme più afferrabili è di per se’ impresa non scontata, ma quando la si riesce a scorgere in mezzo a costrutti originariamente impropri, beh, quella è pura magia.
È la fantasia al suo massimo splendore, espressa in una fiducia abbagliante.
I Guardiani della Galassia sono i gesti semplici e colmi di infinita dolcezza di Groot, che offre un fiore ad una bambina che chiede l’elemosina assieme ad un gruppo di piccoli accattoni, o che cambia la sua frase, declinandola al plurale, perché quel gruppo di disadattati altro non sono che la sua nuova famiglia e intende proteggerla a tutti i costi in quello che è il momento più commovente e lirico del film.
I Guardiani della Galassia sono la carezza con cui Drax consola Rocket, perché Drax sa cosa si prova. Ricerca di vicinanza e reciproca comprensione, scandita con tocco delicato ma sentitissimo. Non è per niente poco per un prodotto d’azione e d’intrattenimento, fiero di essere tale come lo è il buon cinema popolare quando è davvero buono.
I Guardiani della Galassia sono begli spunti estetici e di design, un piacere per gli occhi.
Sono David Bowie in sottofondo mentre l’astronave della compagnia si addentra in una stazione spaziale costruita nella testa mozzata di una divinità celeste.
I Guardiani della Galassia sono il divertimento e il piacere per i dialoghi paradossali, pungenti e serrati.
I Guardiani della Galassia sono io e quel branco di bolliti degli amici miei, una ghenga di soggetti variamente disfunzionali, che quando ci troviamo capita di guardarci negli occhi in maniera complice senza dire niente ma forse pensando, reciprocamente, ” noi siamo Groot”…